Nella storia di Arzignano, prima del vigoroso sviluppo industriale del dopoguerra, c’era uno stretto legame con l’agricoltura. Qui le zone residenziali, negli anni, hanno conservato in generale orti e giardini ad uso privato, ma in alcuni contesti ad elevata pressione abitativa una parte della cittadinanza non ha spazi privati disponibili per coltivare un orto proprio a uso domestico.
Il Comune di Arzignano ha deciso di realizzare i primi orti urbani cittadini vicino all’area verde di via Po, in piena zona residenziale, per una spesa di circa 27mila euro. I lavori sono iniziati in questi giorni e dureranno circa due mesi.
L’area, di un’estensione complessiva di 1.728 metri quadrati, è facilmente accessibile dalla frazione di San Zeno ma anche da quanti arrivano da più lontano per la presenza del parcheggio e la collocazione in area di pianura. Ogni orto sarà di forma quadrata, 8 metri per 8, per una superficie complessiva di 64 metri quadrati; una dimensione è contenuta, ma sufficiente per la coltivazione di un orto ad uso familiare.
Una volta realizzati un bando pubblico deciderà le assegnazioni. E per far sì che gli orti diventino luogo di socializzazione l’area è stata dotata di strutture adeguate per permettere la conoscenza e la collaborazione tra i conduttori, ovvero un cortile comune, un gazebo in legno per il riparo in caso di piogge improvvise e per eventuali momenti di convivialità o formativi, alcune panchine per la sosta e una bacheca per gli avvisi e le iniziative.
Si adotterà un disciplinare comune per favorire il rispetto reciproco e criteri comuni di conduzione degli orti, con il divieto di utilizzo di fitofarmaci, se non strettamente necessario e sotto il controllo di un responsabile dell’amministrazione. La vicinanza di un bar in prossimità del parco diventa ulteriore occasione di socializzazione.
L’intervento di realizzazione della cisterna è demandato a una fase successiva e permetterà, con il convogliamento delle acque meteoriche nella cisterna di raccolta, anche un riequilibrio delle temperature e quindi la possibilità di limitare stress termici con beneficio per le colture, oltre al risparmio di una risorsa primaria qual è l’acqua potabile e alla riduzione dei costi di gestione dell’area.