Un giovane tornato in Italia dopo sette anni all’estero e un uomo di 54 anni, che aveva necessità di reinserirsi nel mondo del lavoro. Sono gli ultimi due assunti alla Distilleria Poli di Bassano del Grappa: il primo risultato dell’operazione “Di padre in figlia”, la fiction andata in onda su RaiUno e che ha avuto come set, oltre alla città di Bassano, la storica Distilleria. La trama (di fantasia) ricostruisce le vicende di una famiglia di imprenditori distillatori veneti, i Franza.
Nell’autunno del 2015 l’azienda ha concesso per due settimane alla troupe della Rai i propri spazi – fra alambicchi e barrique – per effettuare le riprese mettendo a disposizione, come comparse, lo stesso personale della distilleria.
Sei milioni di spettatori sono il (primo) risultato, in termini di ritorno d’immagine, per Bassano del Grappa. Ora i due nuovi assunti che dipendono direttamente da “Di padre in figlia”: l’effetto fiction sta aumentando i visitatori in distilleria, curiosi di vedere – fra l’altro – la Guzzi Airone Rosso che ha ispirato il finale della fiction. “Per migliorare ulteriormente l’accoglienza in distilleria e al Museo della Grappa a Schiavon, abbiamo deciso di assumere altre due persone: un giovane di ritorno in Italia e di un signore cui abbiamo voluto dare la possibilità di reinserirsi nel mondo del lavoro, sapendo quanto è difficile trovare un’occupazione dopo una certa età”, spiegano in azienda.
Il finale dell’ultima puntata della fiction, andata in onda il 2 maggio, è ispirata a un fatto vero: il viaggio che Toni Poli fece nel lontano 1951 in sella alla sua moto, una Guzzi Airone di colore rosso. “Mio padre aveva un sogno – racconta Jacopo Poli – tornato dalla guerra il suo più grande desiderio era di andare in moto fino a Capo Nord, e così un giorno partì. Percorse oltre 10.000 km di avventure, passando anche per Parigi e Londra. Quando tornò sano e salvo a Schiavon ci fu una gran festa in distilleria e si brindò con l’aperitivo creato per l’occasione: l’Airone Rosso. Questa storia ha colpito le sceneggiatrici della fiction durante la prima visita in distilleria nel 2015″ continua Jacopo Poli. E nell’ultima puntata la protagonista, Sofia, parte con una moto
Le visite in distilleria sono una parte fondamentale dell’attività alla Poli, che da oltre vent’anni investe nell’accoglienza come elemento fondate della filosofia aziendale: “Ogni giorno diamo il benvenuto a persone provenienti da tutto il mondo, raccontando la Grappa e trasmettendo così lo spirito del nostro territorio”, dicono in azienda, che è in crescita: 30 dipendenti, contando sia il personale del museo, sia la famiglia Poli, e una crescente propensione alle vendite all’estero. Per il momento l’Italia è ancora il mercato più forte, e pesa per il 60% del fatturato; l’estero invece vale il 40% con i mercati più forti in Germania e Stati Uniti.
Sempre in tema di accoglienza, quest’anno Poli è stata inserita nella guida “Best in Travel 2017”, di Lonely Planet, che ogni anno identifica le nuove mete turistiche per l’anno a venire: è l’unica distilleria italiana presente, tra le 10 migliori distillerie al mondo da visitare. Nove sono le distillerie selezionate in tutto il mondo, la Poli Distillerie di Schiavon è l’unica italiana presente. La Distilleria Poli è di base un ambiente produttivo, dove i visitatori possono vedere ogni fase dell’attività, senza segreti. Si visita la sala di distillazione, effettuata ancora artigianalmente con l’antico alambicco a vapore, e si prosegue nelle cantine dove la Grappa riposa in circa 4mila barrique.