Arma – dillo: ovvero l’armadio che parla, comunica.
Questa è la storia di Elisabetta Lotito (che ha fatto consulenza anche a Brad Pitt), e che dopo avere lavorato per i brand della moda ha deciso di cambiare vita e lavoro. Un post scritto da Gigliola Camponogara, formatrice nell’ambito del progetto Cercando il lavoro, dove capita anche di incontrare storie di cambiamento (come questa). Un mix di idee chiare, desideri personali e competenze maturate sul campo, che hanno portato Elisabetta a reinventarsi con un brand che nasce dalle sue mani e dal suo innato talento per la moda, accanto ad attività di formazione, come docente per lo stesso Cercando il lavoro, in scuole e progetti che aiutano giovani e meno giovani a lavorare sulla propria identità, per far emergere il proprio Personal branding. La si può seguire su Facebook e Instagram.
“Quello che indossiamo comunica in un attimo, lascia intravvedere qualcosa di noi. Ricorda, gli occhi guardano, la mente elabora”.
La mia prima conversazione in fatto di moda, circa un anno e mezzo fa quando io ed Elisabetta ci siamo conosciute, mi ha incuriosito. Lei è una che non gira attorno alle cose, ama la semplicità.
Si può dire che ne ha viste di tutti i colori tra Londra, Madrid, Nord America, Cina per grandi brand del fashion. E ne ha incontrati di personaggi. Fra questi, Brad Pitt, al quale ha prestato la sua consulenza per un look su misura.
Elisabetta, quando hai cominciato ad occuparti di moda?
Ero in quarta superiore quando il mio liceo mi mandò in stage curriculare all’Istituto Europeo di Design di Milano. Lì ho avuto modo di approcciare questo mondo: è stato subito amore. Finita la scuola, ho passato l’estate ad inviare curricula in Giorgio Armani e Prada. È andata così: son partita con l’università e lo stage in Giorgio Armani, in contemporanea. Arrivando alla fortuna di lavorare subito dopo per Dolce e Gabbana e Max Mara.
Che cosa ti ha spinto a diventare una wardrobe organizer e aiutare le persone a fare shopping a cominciare dal proprio armadio?
Ho viaggiato tanto, a 33 anni ho voluto diventare mamma: questo mi ha cambiata. Fare lunghi viaggi con la bimba molto piccola, quotidianamente, dormire fuori casa 20 giorni al mese è davvero un ritmo insostenibile. Uno stile di vita che ho deciso di mollare. Sono ripartita dal cosa amo fare e cosa so fare: negli anni ho dato consigli su come abbinare i capi, come piegarli, esporli in negozio o metterli via nell’armadio, Valutando: forma fisica, colori e capi adatti a ciascun cliente. È arrivata l’illuminazione che mi ha portato oggi a fare la “wardrobe organizer”.
Puoi dirci qualcosa di più su Armadillo?
Ho pensato moltissimo al nome. Dopo aver stilato una lista di possibili loghi, mi sono ritrovata un quaderno con parole e idee che mi balenavano in testa. Piano piano cancellavo perchè c’era sempre qualcosa che non andava. Armadillo rimaneva lì e il suo significato ogni giorno diventava più costruito e adatto. Perchè?
Armadillo è un animale con una corazza importante che serve a proteggerlo e a renderlo particolare, non è forse ciò che facciamo noi con gli abiti?
Contiene la parola Armadio, coprotagonista indiscusso del mio lavoro con i miei clienti.
Arma – dillo ovvero l’armadio parla, comunica.
Non era possibile cancellarlo, i tasselli del puzzle iniziavano a prendere forma!
Ci sveli un tuo segreto per avere un guardaroba sempre in ordine?
Nell’armadio noi mettiamo tutta la nostra vita, abiti, ricordi, emozioni: l’ordine ci fa sentire, organizzati, puliti. Quando affrontiamo un momento della vita di confusione o disagio il nostro spazio diventa il nostro specchio e anche lui sarà in disordine o comunque fuori posto. Il trucco è cercare un look che ci fa stare a nostro agio.
È necessario essere vestiti seguendo le tendenze della moda per essere vestiti bene?
Faccio parte dell’industria della moda, non potrei mai dire che seguirla non va bene, possiamo tenerla d’occhio ricordandoci la nostra personalità, il nostro corpo, senza mai dimenticarci di indossare i colori giusti che donano e illuminano il nostro incarnato. Al mattino, in base al mio umore, decido come mi vestirò, ci penso mentre faccio colazione e mi immagino mentre sono a svolgere l’attività in programma per quel giorno.
Cosa ti gratifica di più nel tuo lavoro? Ci racconti un aneddoto che possa ispirare le persone?
A 19 anni il mio unico desidero era quello di “lavorare con Giorgio”, ci sono riuscita. Quando lo incontravo in mensa e nei corridoi, mi emozionavo e mi paralizzavo a guardarlo. Sono sopravvissuta, imparando ogni giorno. A 35 anni il mio desiderio è quello di poter aiutare le persone a vedersi e sentirsi a loro agio con gli abiti che hanno già aggiungendo qualche capo o accessorio per valorizzarli. Lo posso fare grazie a tutto ciò che il mio percorso di lavoro mi ha insegnato. Grazie Giorgio quindi!
Armadillo insegna che si può essere in ordine senza inutili sprechi, orienta alla bellezza con un occhio al portafoglio. A proposito, il vostro armadio com’è?
A proposito di armadi: questo laureato ha fatto del cambio stagione una professione |
Qui i post precedenti di Gigliola Camponogara:
Il Metodo Vicenza per la ricerca del lavoro e la storia di Riccardo, che a 18 anni ha disegnato un abito da sposa e ha sfilato in passerella (gli avevano detto che non ci sarebbe mai riuscito) |