Alle 18,30 la demolizione delle torce ex Vinyls di Porto Marghera: «Oggi cadranno i simboli, non la dignità di chi ha lavorato qui» AGGIORNATO

Oggi, giovedì 13, e domani,  saranno demolite le due torce a struttura metallica alte oltre 140 metri, denominate CV22 e CV24. Due simboli di Vinyls e di Porto Marghera, visibili da Venezia e anche dal Lido.

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Le operazioni sono iniziate già alle 6 di mattina, e si concluderanno alle 20 circa (anche domani). L’abbattimento imminente sarà segnalato 15 minuti prima da un altoparlante montato su una o più autovetture. A esplodere saranno delle cariche poste alla base di due dei tre pali di ogni torre. Il segnale sonoro di Ok per l’avvio della procedura di sparo mine verrà comunicato 5 minuti prima tramite sirene montate al confine della cosiddetta area gialla: durerà 30 secondi. Poi, il segnale di sparo mine con tre segnalazioni sonore a intervalli di 20 secondi: al termine della terza verranno fatte brillare le cariche. Dopo lo sparo avverrà una perlustrazione e solo al termine si udirà il segnale di cessato pericolo.

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Quindi verranno rimossi i blocchi stradali.

Sulla torcia più alta avevano manifestato, per settimane, alcuni addetti di Vinyls, a partire dal novembre 2009: «Ricordo il freddo e il senso di vuoto, quasi una metafora del vuoto lavorativo che cercavamo di combattere» racconta Nicoletta Zago, che per più volte era salita sulla torre.

250 persone lavoravano con lei, perito chimico assunta subito dopo avere finito la scuola:  «Da gennaio 2017 non ci sono nemmeno più gli incentivi per la riassunzione di questo personale, tutto altamente qualificato. Qui si produceva il Pcv: un prodotto che ha ancora un mercato, ma non più una produzione in Italia. Lavoravamo per il settore  medico (cateteri, tubi per dialisi), ma anche per altri settori: in Pvc sono fatti i bancomat, parti dei cellulari e dei cruscotti delle auto, e molto altro ancora» .

Non assisterà, Nicoletta, alla caduta: «Non mi piace la spettacolarizzazione di un evento di questo genere, non c’è nulla da festeggiare nella fine anche di un simbolo, della stessa memoria. Molte persone hanno raggiunto con gli ammortizzatori sociali una pensione, altri no e ancora non hanno trovato un altro posto: ma la dignità di chi ha lavorato qui resta in piedi».

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+++Aggiornamento: l’esplosione è stata ritardata dalle 18,30 alle 19,30: nonostante la forte esplosione, la torre ha retto. Indebolita, ma non collassata. Tecnici e ingegneri sono rimasti al lavoro per decidere come procedere.

Più di qualcuno (anche il presidente della municipalità Gianfranco Bettin) ci ha visto un significato simbolico, di una Marghera pronta a resistere (o meglio, rinascere)

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