Oltre una azienda del turismo su due a Nordest comunica sul web (e queste sono le parole che usa)

Cliccate sulla città che vi interessa: troverete un elenco di parole chiave. Questo è quello che comunicano le imprese del turismo a NordEst, e la buona notizia è che comunicano in modo più che sufficiente. A suggerirlo sono i dati ricavati in esclusiva attraverso Atoka, database delle aziende italiane della startup Spaziodati.

Il tasso di digitalizzazione di alberghi, camping e company delle tre regioni è molto elevato. Ben il 63,1% del totale dispone di un sito web, contro il 47,5% del dato nazionale.
Interessante poi il lessico, le parole-chiave delle aziende nordestine (si tratta del frutto di una analisi semantica di una grande quantità di sorgenti-dati associate ad alberghi, camping ecc…, come social media, siti internet e via discorrendo, sulla base di alcuni parametri di occorrenza predeterminati). È un lessico incentrato sulla montagna, e sulle sue innumerevoli declinazioni, ricco di toponimi che disegnano un’identità geografica strutturata, e vitale. Non mancano però i termini generici, e quelli legati al benessere, i cenni a Venezia, e nemmeno i riferimenti al turismo di lingua tedesca.

Il tutto in un’area che è ai vertici in questo settore: basti pensare che nel 2016 il Veneto ha registrato record assoluti in arrivi e presenze, confermandosi come una delle regioni più turistiche del Vecchio Continente (preceduta nel 2015 solo da una manciata di regioni spagnole, dalla costa croata e dall’Île-de-France). Ancora, il Nordest, nel complesso, non conosce rivali quanto a flussi stranieri: secondo i dati Enit, nel 2015 le presenze in Veneto hanno superato i 42 milioni (1a regione d’Italia), e il Trentino-Alto Adige quasi 27 milioni (2a regione); e anche il Friuli-Venezia Giulia, con i suoi 4,3 milioni, registra performance superiori a quelle di 8 regioni, e soprattutto vanta un trend in crescita.
Il turismo è fondamentale per l’occupazione, ed è anche collegato a doppio filo all’industria culturale e creativa. Ecco perché può essere interessante capire qual è il lessico del turismo nordestino, e in particolare il settore che ne è uno dei pilastri: il settore dell’alloggio, ossia il settore degli alberghi, dei camping, degli affittacamere ecc… (codice Ateco 55). Capire quali sono gli asset su cui le aziende dell’alloggio puntano per raccontarsi ai turisti, è molto utile anche per perimetrare l’identità dei territori che esse contribuiscono a costruire.
Una premessa importante: le aziende italiane dell’alloggio sono, in Italia, oltre 60mila. In base ai dati ricavati con Atoka, nel “G8 delle province italiane con il maggior numero di aziende del settore alloggio” ci sono anche tre province nordestine: Bolzano, Venezia e Trento.

Se si considera anche il Friuli-Venezia Giulia, nel complesso il Nordest vanta un totale di 11.142 aziende con sede legale nella macroregione, pari al 18,4% di tutte le aziende italiane (quasi un quinto, in pratica).

Il Veneto

Come già detto, la regione è il gigante del turismo italiano. Ed è anche un territorio molto policentrico. Il lessico delle aziende del settore Alloggio, dunque, rispecchia tale complessità, e non vede la prevalenza schiacciante di parole-chiave collegate a un unico campo semantico (ad es. quello della montagna, che però spicca nel lessico delle aziende della provincia di Belluno, e parzialmente in quelle della provincia di di Vicenza).

turi1Tra le parole-chiave di hotel, campeggi, affittacamere ecc… del Veneto emergono: “piazza San Marco, lago di Garda, hotel, Canal Grande, vaporetto, parco a tema, wi-fi, piazzale Roma, Rialto, Dolomiti, Cannaregio, Arena di Verona, spiaggia, ristorante, Ca’ d’Oro, Riva degli Schiavoni, rifugio alpino, Tofane, villa veneta…” Come si può notare, si tratta di un lessico eterogeneo, composito, dove brilla  Venezia (che del resto è la quinta provincia in Italia per numero di aziende del settore) con il suo straordinario patrimonio culturale; tuttavia, c’è anche spazio per la montagna (Dolomiti, rifugio alpino), per i tesori culturali della altre città d’arte (Arena di Verona, villa veneta), per il mare e il lago, e per i popolari parchi del divertimento locali.

Qui il tasso di digitalizzazione delle strutture ricettive venete è più alto della media nazionale. Il 59,4% delle aziende è dotato di un sito web.
Istruttivo guardare poi alla semantica di alberghi, campeggi ecc… delle varie province.

Nel bellunese, come già anticipato, spiccano i termini legati alla dimensione montana (Dolomiti, Tofane, Marmolada, lago di Auronzo, lago di Misurina…), nel vicentino si esordisce con “Altopiano di Asiago” ma si prosegue con i riferimenti alle attrattive della città d’arte berica: “Fiera di Vicenza, centro storico di Vicenza, Teatro Olimpico, baccalà alla vicentina, ville palladiane, bigoli, Colli Berici, mulattiera, altopiano, Valsugana…”
Nel trevigiano il lessico delle aziende del settore Alloggio non può non rinviare al prosecco, specie con il boom locale del turismo enogastronomico, ma sono presenti anche termini più legati alla storia, all’identità culturale del territorio, come “villa veneta, Via Postumia, Marca trevigiana, Sile, ville palladiane…”.
Nel padovano abbondano i termini legati all’industria del benessere, mentre nel veronese il lessico è molto eterogeneo: si va da “Lago di Garda” a “Lessinia”, passando ovviamente per l’“Arena di Verona”; non mancano poi i riferimenti shakespeariani (“Romeo e Giulietta”), ai parchi, all’enogastronomia (“Valpolicella”).

In provincia di Rovigo il turismo parla la lingua della natura e delle attività all’aria aperta: “Delta del Po, parco interregionale del Delta del Po, pineta, bungalow, antichità, Adriatico, cavallo, ristorante, wi-fi, ostello, bicicletta…”
Meno variegati i lessici di due territori più piccoli: i comuni di Jesolo e Cortina. Nel primo la semantica ha naturalmente il sapore del mare: “spiaggia, via Bafile, ombrellone, mare, faro, Sile, wi-fi, vaporetto, sdraio, pineta”… Nel secondo è un lessico all’insegna della montagna, in tante delle sue declinazioni: “Tofane, via ferrata, Dolomiti, piste da sci, funivia, rifugio alpino, Unesco, impianti di risalita…”.

Il Trentino-Alto Adige

La seconda regione italiana per numero di presenze è contraddistinta da una semantica che ha nella montagna il suo nume tutelare. Analizzando le parole-chiave di hotel, campeggi e altre strutture ricettive della regione, balza subito agli occhi la vocazione montana: “Dolomiti, Alta Badia, Val di Fassa, Sellaronda, Dolomiten, Val Gardena, Val Pusteria, piste da sci, wellness, Val Venosta, trekking, impianti di risalita, Merano, Val di Fiemme…”
Il tasso di digitalizzazione è molto alto. Il 67,4% delle aziende del settore Alloggio è dotato di sito web, un dato maggiore di quello nordestino e nazionale.

Il comune denominatore montano emerge pure se ci sofferma sulle due province autonome.

turi2Il lessico degli alberghi, campeggi, affittacamere ecc… a Trento è all’insegna della Dolomiti e delle bellezze naturali: “Val di Fassa, Dolomiti di Brenta, Val di Fiemme, lago di Molveno, Lagorai, Parco naturale Adamello-Brenta, Val di Sole, rifugio alpino, impianti di risalita, lago di Caldonazzo, lago di Ledro…” Si tratta di un lessico permeato dalla geografia, dove i laghi giocano un ruolo importante, ma se si prosegue con l’esame della semantica ci si imbatte pure in riferimenti alla pregiata enogastronomia locale (“cucina trentina”) e al wellness.
Il tasso di digitalizzazione è alto. Il 70,5% delle aziende dell’alloggio del Trentino sono dotate di un sito web. Una conferma dell’attenzione che questo territorio, numero uno in Italia per numero di startup in rapporto alla popolazione, riserva all’innovazione tecnologica.

Per quanto concerne la provincia autonoma di Bolzano, anche qui prevale un lessico di natura montana: “Dolomiti, Alta Badia, Dolomiten, Val Gardena, Val Pusteria, Val Venosta, Alpe di Siusi, Merano, Valle Isarco, Parco naturale Fanes-Sennes, burgraviato, Alta Pusteria, trekking, wellness…” Come si vede, si tratta di un lessico dove dominano i riferimenti alla montagna e abbondano i toponimi, ma emerge ancora una volta, anche qui, il concetto di wellness, che in effetti è sempre di più un asset del turismo nordestino e italiano.
Anche il tasso di digitalizzazione delle aziende altoatesine dell’alloggio è alto. Il 65,9% ha un sito web, un dato migliore di quello nordestino e nazionale.

Il Friuli-Venezia Giulia

Le aziende del settore Alloggio con sede legale nella regione a statuto speciale sono 893. La loro semantica è ricca di riferimenti alla natura friulo-giuliana, in particolare alle montagne e al mare, ma non mancano cenni al capoluogo. Evidentemente, sono questi gli asset su cui gli albergatori e altri imprenditori locali del turismo puntano per attirare turisti nella regione. Una regione, del resto, rinomata tanto per il suo patrimonio naturale che culturale, come ad es. attesta il buon numero di siti Unesco.

turi3Le parole-chiave che più emergono sono le seguenti: “Alpi Carniche, Carnia, Val Rosandra, Piazza Unità d’Italia, Alpi Giulie, Dolomiti Friulane, golfo di Trieste, laguna di Grado, Parco naturale delle Dolomiti Friulane, Valli del Natisone, isola del sole, Tagliamento…” Se però si prosegue con l’analisi semantica, non mancano riferimenti all’enogastronomia (vini del Collio, ristorante, à la carte), al “vicino estero” (Europa centrale), a nuove forme di ospitalità e attrazioni (albergo diffuso, campo da golf).
Il tasso di digitalizzazione è da potenziare: solo il 54,4% delle aziende attive nel settore ha un sito web.

Nell’udinese, il lessico di hotel, camping, affittacamere ecc… è ricco in primis di riferimenti alla montagna: “Alpi Carniche, Carnia, Alpi Giulie, Valli del Natisone, Dolomiti friulane, Val Canale, Tagliamento, albergo diffuso, pini, Friuli, ombrellone, wi-fi, Collio, spiaggia…” Tuttavia, oltre ai riferimenti al mondo alpino non mancano quelli alla dimensione balneare (ombrellone, spiaggia) e alle attrazioni naturali in generale.
Nel triestino le parole-chiavi sono eterogenee: “Val Rosandra, piazza Unità d’Italia, Golfo di Trieste, Carso, Istria, Europa centrale, stazione ferroviaria, wi-fi, trattoria, treno, centro storico, bed & breakfast…” Ai riferimenti ai landmarks e alle attrazioni del capoluogo si affiancano cenni alla dimensione mitteleuropea che contraddistingue da secoli la città e alle bellezze naturali locali (Val Rosandra). A questo proposito, analizzando i testi dei siti web di tutte aziende triestine (non solo quelle dell’alloggio) emerge l’anima mitteleuropea della città, e la relazione speciale con i paesi dell’ex Jugoslavia.

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Nella provincia di Pordenone si parla di “Dolomiti friulane, albergo diffuso, wi-fi, comfort, aria condizionata, montagna, ristorante, cucina…”, con un mix di riferimenti alla dimensione montana e alla gastronomia, mentre nel goriziano, rinomato come luogo di villeggiatura già all’inizio del XIX secolo, il lessico è (ovviamente) più orientato alle vacanze balneari e al mare: “laguna di Grado, isola del sole, spiaggia libera, pista ciclabile, pineta, laguna, spiaggia, buffet, bungalow…”

 

  • AdG |

    un bel post, è interessante soprattutto perchè fa capire come il Nordest sia davvero una terra con tante facce, per esempio il mio Trentino è la terra delle Dolomiti ma anche dei laghi, luoghi di straordinaria bellezza che la provincia ha saputo trasformare in un motore di sviluppo

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