“Nessuno ha il diritto di obbedire”: il concorso di idee porta la luce di Hannah Arendt sul fregio fascista

Nel 2011 la Provincia autonoma di Bolzano ha indetto un concorso di idee per un intervento di storicizzazione da compiersi sulla facciata del palazzo degli uffici finanziari in piazza Tribunale.

Tra i 486 progetti presentati è stato selezionato quello degli artisti gardenesi Arnold Holzknecht e Michele Bernardi con l’installazione illuminata della citazione attribuita alla filosofa Hannah Arendt “nessuno ha il diritto di obbedire”. L’affermazione è tratta da un’intervista radiofonica del 1964 fatta alla Arendt da Joachim Fest e recita testualmente “Kein Mensch hat bei Kant das Recht zu gehorchen” (secondo Kant, nessun uomo ha il diritto di obbedire). In varie occasioni, infatti, Hannah Arendt contestò il richiamo fatto da gerarchi nazisti all’imperativo del dover obbedire con cui giustificavano le proprie azioni criminali. Il fregio di Piffrader ha uno sviluppo lineare di 36 metri e una superficie di 198. Le sue dimensioni ne fanno il bassorilievo più imponente realizzato dal fascismo e ancora esposto al pubblico.

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Passato, presente, luce: tre parole sintetizzano il momento di silenzio e riflessione che si è vissuto oggi (5 novembre), quando sulla facciata del Palazzo degli uffici finanziari, è stata illuminata l’installazione collocata davanti al fregio monumentale di Hans Piffrader che celebra la retorica fascista. L’installazione è corredata da una tavola esplicativa in italiano, tedesco, ladino e inglese che si sviluppa sulla piazza.

hanna2È stata una cerimonia sobria e suggestiva, senza discorsi ufficiali, presenti circa 300 persone. Ad accompagnarla l’Orchestra Haydn con l'”Adagio for strings” di Samuel Barber e quattro ragazzi che hanno letto in italiano, tedesco, ladino e inglese passaggi tratti da “Schöne Welt, böse Leut” di Claus Gatterer, “Unvergessen” di Franz Thaler, “Se questo è un uomo” di Primo Levi e “Eichmann was outrageously stupid” di Hannah Arendt. I loro nomi: Diego Glück di Selva Gardena, Melanie Riedl di Tubre, Giada Boccher di Bolzano e Nivedhitha Prakash di Bolzano.

“Sono le giornate in cui si ricordano i caduti in guerra e le vittime di violenza: non a caso, quindi, abbiamo scelto questa data per illuminare l’installazione sul bassorilievo, semplicemente invitando i presenti a osservare un momento di raccoglimento per ricordare tutte le vittime dei regimi totalitari”, commenta il presidente della Provincia Arno Kompatscher a conclusione dell’appuntamento in piazza Tribunale. Kompatscher ricorda che “dopo il percorso museale aperto negli spazi sotto al monumento alla Vittoria, la società civile si dimostra matura per questo nuovo passo, che rafforza il cammino dalla storicizzazione verso la normalizzazione. Il momento vissuto questa sera in piazza Tribunale, preparato e atteso da tempo, ci rende consapevoli di quanta strada siamo riusciti a fare assieme in Alto Adige.”

La frase di Hanna Arendt “nessuno ha il diritto di obbedire” è l’elemento centrale dell’intervento che contestualizza il fregio di Piffrader: “Questa citazione ci invita a riflettere sui significati del bassorilievo: contro l’affermazione della necessità di obbedire agli ordini e contro il motto di credere, obbedire e combattere, la frase della filosofa tedesca difende il valore più alto della libertà di coscienza individuale e rimarca l’imperativo di un’etica della responsabilità” Infine il Presidente si rivolge a tutta la comunità locale per ribadire che la citazione tratta da Hannah Arendt “deve servire a ricordarci un triste periodo storico, a prenderne coscienza, a farne un monito per le generazioni future. Il passato indica a tutti noi le strade da seguire e l’illuminazione della frase sul bassorilievo del regime fascista, come già l’apertura del centro di documentazione sotto la Vittoria, testimonia proprio la nostra volontà di trasformare un luogo in memoria storica. È un bel messaggio di convivenza, un nuovo passo avanti che aiuta la riflessione sulla storia comune della nostra terra”.

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