Dopo la veneta Itala Pilsen, la friulana Dormisch: il ritorno delle birre (e dell’orzo coltivato proprio qui)

Non si vedeva dagli anni Ottanta: è una storia friulana di una rinascita, quella della storica birra Dormisch. Che riparte dalle sue radici e dal quel carattere friulano assicurato dall’ingrediente  principale, l’orzo 100 per cento coltivato qui, e dal processo produttivo. “Entrambi gli elementi sono riportati sull’etichetta – spiega Camilla Cicerchia, brand manager Dormisch, che sottolinea la scelta di recuperare e adottare l’originale processo di infusione, «una tecnica storicamente utilizzata per le birre di puro malto che conferisce al prodotto il suo gusto morbido e rotondo».

Francesco Dormisch, originario della Slovenia, aveva rilevato nel 1881 una piccola fabbrica di birra a Resiutta,  provincia di Udine, nel territorio allora appartenente all’impero asburgico. La scelta del luogo dove produrre birra si spiegava con la presenza delle acque pure del torrente Resia e con la vicinanza del Monte Gravizze, dove un tempo si stoccava il ghiaccio necessario alla conservazione. In fabbrica lavoravano  diversi connazionali di  Dormisch, con uno dei quali, Stanislao Fenzl, Francesco proseguì la produzione a Udine nel 1891, in un nuovo stabilimento affacciato sul torrente Ledra. Nel corso degli anni Trenta  le redini dell’attività passarono a figli e  nipoti, cui toccò assistere alla nuova occupazione della fabbrica da parte delle truppe tedesche prima e alleate poi, durante la seconda guerra mondiale.

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Dopo la morte del fondatore, avvenuta nel 1939, e nei successivi anni di guerra la fabbrica vide assottigliarsi notevolmente la propria produzione, che tuttavia riprese negli anni della ricostruzione, attirando l’attenzione della prima azienda birraria nazionale. La fusione per incorporazione di Birra Dormisch in Birra Peroni fu deliberata nel marzo 1953 e il marchio Dormisch rimase nel portafoglio prodotti di Birra Peroni fino agli anni Ottanta.

dormisch_012«Oggi – spiega Federico Sannella, direttore relazioni esterne di Birra Peroni – dopo il periodo dell’uniformità dei gusti, c’è un ritorno alla ricerca di qualità e territorialità». Che rende possibile rinascite come quella di  Birra Dormisch e diventa una opportunità per l’intero settore cerealicolo.

Quest’anno i primi ettolitri della Dormisch sono stati prodotti grazie all’acquisto di quasi 400 tonnellate della Cerealicola Vieris, struttura che – con sede a Castions di Strada, in provincia di Udine – è parte della rete delle aziende agricole associate Asprom. E per il 2018 le quantità sono destinate a crescere. “Nel 2017 – dice Alido Gigante, presente al debutto della Dormisc in rappresentanza della filiera delle aziende agricole – birra le aziende agricole coinvolte sono state oltre 50, per circa 200 ettari di campi coltivati. La campagna di semina per il prossimo anno è iniziata ad ottobre e prevediamo un aumento delle aziende coinvolte, degli ettari coltivati e delle quantità di orzo utilizzato. Per la prossima raccolta infatti sono al lavoro circa 80 aziende agricole, su un totale di 370 ettari. Nel complesso, il prossimo anno per la produzione di Dormisch saranno acquistate dalle aziende agricole coinvolte circa 1.500 tonnellate di orzo 100% friulano”. Il Mastro birraio di Dormisch è il friulano, Raffaele Sbuelz, che ci aveva lavorato prima che il marchio entrasse in fase di declino.

logo_1La lavorazione avverrà in Veneto dove Peroni ha uno stabilimento dal 1973: da qui è partito anche, un anno fa, il rilancio di un altro marchio storico, Itala Pilsen, brand padovano nato nella città del Santo nel 1919 su impulso del fondatore Arrigo Olivieri, che dedicò il nuovo prodotto a sua moglie, Italia. Da qui il nome Itala Pilsen: Itala, in omaggio a Italia; Pilsen poichè questa birra è parte della famiglia delle pils europee.

Itala Pilsen è tornata in produzione grazie a Birra Peroni (proprietaria del marchio) nel giugno 2016. La produzione avviene nello stabilimento di Padova. Ad un anno dal rilancio, nel giugno 2017, Itala Pilsen ha venduto quasi 406 mila bottiglie e 824mila boccali da 0,4 cl negli oltre mille punti vendita coinvolti.

Sono oltre 1.500 i coltivatori di cereali che lavorano per Birra Peroni: “Una opportunità anche per il settore cerealicolo nazionale – spiega ancora Federico Sannella – L’orzo è spesso stato visto in Italia come una coltura di transizione: invece noi investiamo nello sviluppo di una filiera al 100% italiana. Oltretutto l’orzo distico da birra è una pianta tosta, cresce senza particolari difficoltà dal Friuli VG alla Puglia”. Dal 2010, la malteria Saplo di Pomezia – costruita nel 1964 – è in funzione tutti i giorni per Peroni, unica birra italiana realizzata al 100% con malto italiano. Saplo gestisce anche, in collaborazione con l’Università di Perugia dal 1983, le nuove varietà di orzo. La sperimentazione tende a valutare tutte le caratteristiche tecniche, la qualità e la produttività che meglio si adattano alle condizioni ambientali del territorio. Saplo vende direttamente i semi di orzo a più di 200 agricoltori e fornisce anche l’assistenza tecnica per garantire una corretta coltivazione.

Sia Dormisch che Itala Pilsen sono presenti prevalentemente nel canale Horeca, dunque ristoranti, pizzerie, pub, birrerie.
Itala Pilsen è presente nel Triveneto, ma la distribuzione arriverà a toccare anche altre regioni della Penisola. Dormisch è – per il momento – un’esclusiva Friuli Venezia Giulia.

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E a proposito di ritorni: a questo link trovate l’ebook Risvegli a Nordest, (gratuito naturalmente): storie di fichi, bachi da seta e pecore nere, che hanno in comune una rinascita dopo il declino (e c’è anche un’altra birra)

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