Adotta un albero (e ricevi la sua frutta): sono già 1.500. La startup dei coinquilini diventa grande (con il crowdfunding)

Puoi adottare – o regalare – un albero di un agricoltore locale bio, scegliendo fra i limoni di Sicilia, la clementina calabrese, svariati tipi di mele e altro ancora. Puoi dargli un nome, scegliere la sua posizione, crea il tuo campo digitale mettendo insieme diverse varietà, monitorare –  ovunque ti trovi – la coltivazione biologica dei tuoi alberi e la crescita dei frutti. Quando sono maturi, puoi scegliere se riceverli a domicilio o andare a raccoglierli direttamente nei campi. Ogni volta che ne hai bisogno.

Biorfarm (qui anche su Facebook e su Instagram) è la startup – selezionata da H-Farm e premiata da Google – che vuole diventare la più grande azienda agricola condivisa al mondo. Valorizzando origine, sicurezza alimentare e sostenibilità. Una alternativa alle attuali filiere di distribuzione di frutta con l’obiettivo di restituire dignità ai piccoli agricoltori, proteggendo allo stesso tempo la biodiversità italiana e garantendo un prodotto migliore ai consumatori finali. In questo modo sono già oltre 1.000 persone in tutta Italia (e Olanda) utenti Biorfarm, e hanno “adottato” più di 1.500 alberi da frutto (per 27 tonnellate di prodotto).

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Il team è composto da due ragazzi – il calabrese Osvaldo De Falco e il campano Giuseppe Cannavale – amici fin dai tempi degli studi all’università di Roma, facoltà di Economia. Coinquilini, oggi trentenni, hanno scoperto di essere nati lo stesso giorno dello stesso anno. Il primo passo lo ha fatto Osvaldo: qualche esperienza di lavoro – dalle consulenze finanziarie al servizio come cameriere, a New York – poi la decisione di rientrare in Calabria, dove il padre ha una azienda agricola. “Che qualcosa non vada è evidente: le clementine si vendono a 20 centesimi al chilo, produrle ne costa 22. Poi in negozio a Milano le trovi a 3,5 euro”. Una differenza che mette fuori mercato molti agricoltori: “Sessanta al giorno lasciano la propria terra. Così ho pensato ad avvicinare chi produce e chi acquista: proprio girare il mondo mi aveva mostrato come i consumatori siano sempre più consapevoli e smart”. E ha iniziato con gli alberi di papà, convincendo una cerchia di amici all'”adozione”. Il passaparola ha fatto il resto: altri produttori si sono aggiunti, e 1.200 euro sono stati investiti per una piattaforma dedicata agli agricoltori digitali.

biofarm3Poi è arrivata l’accelerazione in H-Farm: Biorfarm è stata scelta per il Food Accelerator di H-Farm realizzato in partnership con Cisco, da novembre 2016 a marzo 2017: oggi l’incubatore è entrato in società con i due amici.

E oggi la startup è pronta a crescere: per farlo lancia la sua prima campagna di equity crowdfunding. Attiva da pochi giorni, “permette a tutti di diventare soci della startup e di contribuire a rivoluzionare il mondo dell’agricoltura sostenibile, che abbatte le barriere della filiera di produzione tra gli agricoltori locali e i milioni di consumatori bio”, spiegano gli imprenditori.

L’obiettivo della raccolta fondi online è fissato a quota 80mila euro, per ampliare l’offerta ad altra frutta e ortaggi distribuendo a tutti qualsiasi prodotto bio di alta qualità dalla propria farm digitale. Sarà avviato inoltre un progetto pilota in Germania: lo sviluppo al di fuori dei confini nazionali verrà pianificato entro il 2019 per estendere le opportunità di nuove collaborazioni con agricoltori locali e imprese commerciali all’estero.

biofarm4Inoltre, sarà perfezionata la piattaforma web e implementata un’App che faciliti l’interazione tra produttore e consumatore e migliori l’esperienza dal punto di vista digitale. Perché questa scelta? “I consumatori sono sempre più sensibili a tematiche come l’innovazione nei sistemi alimentari, le tecnologie per la sostenibilità e la sicurezza in agricoltura, l’uso efficiente delle risorse idriche. Il modello dell’agricoltura digitale realizzato da Biorfarm è unico in Europa e in linea con gli obiettivi del programma Horizon 2020”, spiegano i due ragazzi.

In lista per entrare nell’elenco dei produttori ci sono già altre 18 aziende agricole: dopo Sicilia, Calabria, Campania e Trentino potrebbero aggiungersi i kiwi del Veneto.

Dei mille alberi adottati, il 50% ha rappresentato un dono: c’è chi lo ha scelto per San Valentino e chi come bomboniera di un battesimo. Segno anche del valore simbolico della pianta.”Per i consumatori questa scelta significa comunque ricevere frutta ottima, in 24 o 48 ore dal raccolto: niente attesa nelle celle frigorifere – spiega Osvaldo – Per gli agricoltori, il vantaggio sta nel pagamento anticipato: chi sceglie un albero paga subito per un raccolto che riceverà dopo mesi, una differenza non da poco per un settore che è tipicamente in difficoltà con la liquidità. Non solo: così si trovano clienti al di fuori della propria area, e si riceve un valore aggiunto in comunicazione”. Un modello economico e sociale, unico nel suo genere in Europa.

biofarm2E se l’albero si ammala o una gelata rovina il raccolto? “Il consumatore può decidere di chiedere il rimborso per intero, o di condividere la perdita con l’agricoltore. Per la nostra esperienza, proprio per il legame che si crea fra le due parti, nessuno ha finora scaricato interamente il rischio sulle spalle di chi coltiva. Noi non vendiamo semplicemente frutta: siamo un social marketplace, creiamo valore e relazioni, a vantaggio di tutte le parti”.

Per sostenere la startup basta visitare la pagina di Biofarm sulla piattaforma CrowdFundMe e cliccare su Investi, a questo link.

  • Giuseppe |

    Sono produttore di pere William la pera regina per consumo fresco meglio ancora in succo lavorato in purezza e di kiwi , idem

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