Al carciofo, al radicchio, sempre Km0: l’economia della birra in Veneto conta su una nuova legge

Eccola qui: pubblicata sul Bollettino ufficiale 16 del 16 febbraio scorso, 9 articoli che vanno dal disciplinare di produzione alla qualificazione e formazione professionale degli operatori, dagli interventi per la promozione e la valorizzazione del settore alla promozione della coltivazione e della lavorazione delle materie prime per la produzione della birra, fino alla norma finanziaria conclusiva (quantificata in 250mila euro per il 2018).

Il Veneto ha una nuova legge per la tutela e valorizzazione delle birre artigianali.

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Lievito per un settore già frizzante e con numeri da record: 79 i birrifici attivi in Veneto, di cui 39 non industriali. E’ questa la regione che ne ha di più in Italia. Una nicchia sì, ma in forte crescita. In Italia dal 2003 al 2015 le imprese artigianali dedicate alla lavorazione e trasformazione del luppolo sono passate 113 a 524 (+411). L’Italia è leader europeo e la prima regione italiana per quantità prodotta è proprio il Veneto.

Nel dettaglio, il PDL 133 “Promozione e valorizzazione dei prodotti e delle attività dei produttori di birra artigianale” impegna il bilancio regionale a garantire fondi annuali per circa 250mila euro e prevede incentivi economici indirizzati per lo sviluppo del settore, in particolare quello artigianale, ma anche per progetti di ricerca, innovazione senza trascurare la formazione professionale degli addetti. La certificazione di qualità e gli incentivi a questo settore sono finalizzati a creare nuovi posti di lavoro e promuovere nuove forme di imprenditoria.

ivan-borsato“Una giornata storica per i birrifici artigiani veneti – dichiara Ivan Borsato (in foto), presidente regionale Veneto dei birrifici di Confartigianato-. La norma, prima esperienza del genere in Italia, era fortemente attesa da produttori artigiani, agricoli e associazioni di categoria, perché punta a sostenere la filiera veneta per la birra artigianale e anche chi intende avvicinarsi a tale settore. Un importante riconoscimento per un settore che sta crescendo e che vuole essere valorizzato per la qualità e per la tradizione, elementi fondamentali che hanno determinato il successo e che sono alla base per ulteriori positivi sviluppi. Un grazie sincero al consigliere, primo firmatario e relatore in consiglio Massimiliano Barison, i firmatari della legge e i consiglieri regionali tutti, per aver reso possibile questa impresa”.

E’ dagli anni Novanta che, in Italia, si sta affermando il fenomeno dei birrifici artigianali: “Un successo – sottolinea Borsato – fortemente legato alla nostra proposta ai consumatori di una birra artigianale, di elevata qualità, in cui la ricerca di materie prime di alto livello è il valore aggiunto teso a creare prodotti che dal punto di vista organolettico si differenziano da quelli ottenuti con tecniche di tipo industriale. La birra artigianale sta diventando uno dei prodotti d’eccellenza del made in Italy ed il provvedimento che la Regione Veneto ha approvato introduce delle opportunità per i piccoli birrifici del nostro territorio, tra i quali quello di dotarsi di un marchio regionale supportato da un disciplinare di produzione. Inoltre, la legge stanzierà anche risorse per promuovere i birrifici artigianali”.

In due decenni il numero di birrifici artigianali nel nostro Paese è aumentato esponenzialmente passando da poche decine ad oltre 500, facendo diventare l’Italia il quarto produttore mondiale di birra artigianale. Il Veneto in questi ultimi anni, con 79 birrifici attivi, si dimostra una delle regioni più vivaci per la presenza di queste realtà artigianali anche di piccole dimensioni ma capaci di attrarre un pubblico sempre più folto ed attento. “Da questo momento – conclude Borsato – ci sono tutte le condizioni per dare ulteriore slancio e sostegno ad iniziative per far conoscere ed apprezzare la birra, il metodo di produzione e il nostro territorio”.

Le ricadute sono anche per il settore agricolo: “Servono più luppolo e orzo in Veneto per la filiera della birra a kmzero”, fa sapere Coldiretti Veneto.

La legge approvata in Consiglio regionale “premia gli agribirrifici in base alla qualità, al metodo di lavorazione ma soprattutto all’origine delle materie prime impiegate. Coldiretti è ispiratrice della norma e sottolinea l’importanza del provvedimento che prevede non solo incentivi per la coltivazione degli ingredienti principali, ma definisce, inoltre i parametri legali per sostenere l’attività di birraio tra i giovani agricoltori riconoscendo questa professione come connessa alla qualifica di imprenditore, creando anche i presupposti del “piccolo birrificio agricolo”.

Delle risorse stanziate (250mila euro) 100mila sono per la promozione della filiera locale. Nel testo normativo si guarda anche alla formazione degli utenti che intraprendono questo indirizzo produttivo che a tutt’oggi conta ottanta microbirrifici indipendenti  portando il Veneto con Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna tra le  regioni leader in questo settore.  L’ offerta di birra artigianale Made in Italy – precisa Coldiretti – sta conquistando un numero crescente di consumatori in Italia e all’estero dove l’export è aumentato del 144% in 10 anni.

Il successo è registrato anche per la birra agricola con una produzione diversificata e innovativa: da quella aromatizzata alla canapa a quella pugliese al carciofo di colore giallo paglierino, ma c’è anche quella alle visciole, al radicchio rosso tardivo Igp o al riso. Oltre a contribuire all’economia la birra artigianale rappresenta anche una forte spinta all’occupazione soprattutto tra gli under 35 che sono i più attratti – sostiene  Coldiretti – vanno dalla certificazione dell’origine a chilometri zero al legame diretto con le aziende agricole ma anche la produzione di specialità altamente distintive o forme distributive innovative come i brewpub o i mercati degli agricoltori di Campagna Amica.

A garantire il rispetto delle disposizioni previste – ricorda Coldiretti –  interverrà anche la Giunta con un proprio disciplinare a cui le imprese dovranno aderire per fregiarsi del titolo di agribirrificio.

Che il settore sia vivace lo dismostrano tutti i casi in cui il blog si è occupato proprio di birra: dal microbirrificio trevigiano con la bottiglia che parla ai non vedenti alla storia di Mattia e Raffaele, così giovani e già birrai.

E ci sono anche i marchi storici, con la bella storia di rinascita della Birra Pedavena che avrebbe potuto scomparire. Se vi piacciono le rinascite c’è anche quella della friulana Dormisch ( qui l’ebook gratuito con i casi di 15 produzioni che ripartono a Nordest, fra birra, fichi,bachi da seta e pecore nere).

risvegli

  • Franco Giarrusso |

    Mi piacerebbe leggere questo anche per le restanti 19 Regioni Italiane. Complimenti
    Franco Giarrusso
    Presidente MITB Movimento Italiano Turismo Birra

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