Fragole e computer, trattori e satelliti: le imprese (premiate) dei giovani agricoltori

Fragole profumate e mature grazie a una gestione computerizzata e a una tecnica di microirrigazione, che consente un eccezionale risparmio d’acqua. Insalate di quarta gamma prodotte con trattori intelligenti, riutilizzo degli scarti e un impianto fotovoltaico che usa solo fonti rinnovabili. È grazie a queste tecniche innovative che Claudio Previatello, 32 anni, titolare dell’azienda agricola Al Capiteo di Grignano Polesine, in provincia di Rovigo, e Alessia e Laura Barduca di Borgoricco, in provincia di Padova, hanno vinto il premio per innovazione di pensiero e processo allo Smau, che si è svolto nei giorni scorsi a Padova, il più importante e qualificato evento nel campo dell’innovazione in Italia.

Entrambe le candidature sono state sostenute da Anga Veneto, l’Associazione dei giovani di Confagricoltura, di cui fanno parte.

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Claudio

 “Un’azienda innovativa, ma nel solco della tradizione”, si legge nelle motivazioni degli organizzatori del premio Smau, riferite all’azienda Al Capiteo di Claudio Previatello. Quattro ettari di terreno nella campagna polesana, serra da 600 metri quadrati di fragole con una produzione di 12 quintali annui, l’azienda agricola da tre anni sfrutta nuove tecniche di microirrigazione che consentono un eccezionale risparmio di acqua.

claudio-previatello“Su una superficie di un ettaro ne servono solitamente 300 metri cubi all’ora – spiega Previatello, “mentre con il nuovo sistema ne bastano 60. Inoltre, trattandosi di irrigazione localizzata, le tempistiche si riducono. Tutto il sistema è computerizzato e ci permette non solo di mantenere il giusto ph dell’acqua e la salinità, ma anche di somministrare il concime sciolto nell’acqua attraverso un unico tubo. Sul piano pratico questo si traduce in una nutrizione migliore e controllata delle piante e in un minore utilizzo di concime chimico. Infine, abbiamo scelto di coltivare le fragole non a terra, ma in sacchetti fuori suolo a un’altezza di 1,60 metri. Da noi non vedrete mai i bei fragoloni del supermercato, ma fragole di media pezzatura che però hanno un profumo e un sapore straordinario”.

Previatello, diploma al liceo scientifico, voleva iscriversi a Giurisprudenza e fare l’avvocato. Poi il ricordo della campagna coltivata dai nonni ha preso il sopravvento. “A 18 anni avevo già firmato il primo mutuo con mio padre, per prendere un campo in affitto – racconta -. Abbiamo iniziato con la floricoltura, ma dopo qualche anno abbiamo capito che non c’erano sbocchi. Così abbiamo cominciato a produrre fragole e altra frutta, oltre a ortaggi, che vendiamo direttamente. Da due anni abbiamo avviato un piccolo laboratorio interno per trasformare i prodotti in marmellate, succhi e passate. Tutto come lo faceva mia nonna: le confetture hanno una percentuale del 90% di frutta, senza aggiunta di addensanti e conservanti. Nella lingua, nel cuore e nel naso ricordano le cose che si facevano una volta”.

Prodotti che hanno fatto breccia nel mercato. Una catena commerciale che esporta in Inghilterra prodotti italiani ha chiesto a Previatello di poter commercializzare marmellate e passate: “Stiamo valutando l’offerta – dice -. Intanto preferiamo che la produzione si rivolga a un pubblico di nicchia, vista la sua particolare genuinità”.

Alessia e Laura

fragole-al-capiteo2Dall’impianto di compostaggio che riutilizza gli scarti del raccolto al trattore intelligente, passando per l’impianto fotovoltaico che nutre l’azienda produttiva con fonti rinnovabili, l’obiettivo delle sorelle Alessia e Laura Barduca si riassume in tre parole: biologico, sano e sostenibile. L’azienda, specializzata nella produzione di insalate biologiche con lavaggio e confezionamento di quarta gamma, punta, “all’economia circolare, per arrivare a zero sprechi e zero emissioni”. Un obiettivo perseguito con l’utilizzo di tecnologie tutte nel segno della sostenibilità ambientale. C’è un sistema per reimpiegare acqua piovana, un impianto fotovoltaico che permette di usare solo fonti rinnovabili, un sistema che ripara le serre dalla neve a biomassa legnosa con scarti delle potature. Laura, la sorella agronoma di Alessia, ha studiato infine un impianto di compostaggio con cui l’azienda usa gli scarti per concimare. L’impresa è inoltre dotata di un trattore satellitare, guidabile da remoto, che consente di seguire sempre la stessa traiettoria senza danneggiare le piantine.

Le due sorelle hanno il dna del padre Francesco, che ha fondato l’azienda agricola nel 1977 e ha saputo in poco tempo imporsi sul mercato grazie a idee nuove e vincenti. “Mio padre, fondatore dlel’azienda insieme a mia mamma Annamaria, è stato tra i primi a trasformare i prodotti agricoli, prevalentemente insalate, in quarta gamma – racconta Alessia Barduca, che ha 35 anni -. Dai 2 ettari e mezzo del nonno, oggi siamo arrivati a 50 ettari di coltivazioni, con un fatturato annuo di 4 milioni, esportando in tutta Europa. Produciamo anche altri ortaggi e cereali, ma l’insalata di quarta gamma è il core business: seguiamo tutta la filiera, dal campo all’impacchettamento, con packaging ecologico, fino ai banchi del supermercato. Tutto biologico. Perfino i frigoriferi funzionano con i nuovi gas ecologici”.

Alessia, che ha studiato Beni culturali, ha lavorato per dieci anni nel turismo: “Poi ho sentito il richiamo della terra e sono rientrata nell’azienda di famiglia. Anche mio fratello Fabio, che ha solo 18 anni, sta seguendo le nostre orme”.

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