A Treviso ha aperto una casa per accogliere i papà separati o divorziati

Apre a Treviso la prima “Casa per i Papà” una struttura dedicata all’accoglienza temporanea dei padri separati o divorziati, in un ambiente adatto ad ospitare i figli, favorendo il rapporto genitoriale.
Il progetto vede capofila Volontarinsieme – CSV Treviso e la partecipazione dell’associazione “Dire Fare”, “Associazione Figli e Genitori Separati”, “Associazione Casa San Cassiano”, “San Vincenzo consiglio centrale di Treviso” e “Comunità di S. Egidio” e gode del patrocinio del Comune di Treviso e il supporto dell’ISRAA, che ha messo a disposizione del CSV un appartamento di sua proprietà, ad un prezzo molto agevolato.

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“In questo momento storico, una delle nuove e spesso latenti emergenze è data proprio dalla situazione dei padri separati che, in seguito alla fine del matrimonio, si ritrovano a vivere improvvisamente in povertà economica e relazionale. Si stima che, nel 10% dei casi di separazione con figli, i padri si trovino in potenziale situazione di marginalità”, spiega l’organizzazione. Ecco che “Una casa per i Papà” è un progetto pensato per offrire ai padri un sostegno temporaneo all’esigenza di un’abitazione a costo accessibile, in un ambiente dignitoso e adatto ad accogliere e ospitare i figli.
Contemporaneamente, il progetto mira a offrire un supporto nella ricerca di una possibilità lavorativa stabile laddove ci fosse la necessità, un accompagnamento alla gestione delle finanze e alla ricerca di una soluzione abitativa definitiva.

casa-papa-1Nella casa si potranno ospitare fino a tre padri, in camere letto organizzate per accogliere periodicamente i figli, due bagni ad uso comune e un ampio soggiorno per i momenti di convivialità. L’ospitalità ai padri prevede un periodo iniziale di 9 mesi, prorogabile fino al massimo fino a un anno.

  • La rete progettuale stabilisce i seguenti requisiti di ammissione, che saranno valutati da un’apposita commissione:
  • ultima residenza in provincia di Treviso
  • padre separato o divorziato o componente di coppia di fatto con almeno un figlio minore residente nella provincia di Treviso, privo di abitazione o con necessità di rilascio dell’alloggio familiare a seguito di sentenza dell’autorità giudiziaria;
  • non avere proprietà o usufrutto di un’abitazione (diversa da quella in cui abitano i figli);
  • essere privo di qualsivoglia soluzione abitativa nella provincia di Treviso;
  • non avere un reddito tale da permettere il sostegno di un affitto a prezzo di mercato;
  • non aver riportato sentenze penali;
  • non venire da percorsi di dipendenze.

L’assegnazione della stanza comporta per i beneficiari la sottoscrizione di un contratto d’uso modale, che prevede la corresponsione da parte dell’assegnatario, di un contributo mensile per l’uso esclusivo della camera e l’uso promiscuo del bagno e degli altri spazi, per i consumi energetici (luce, acqua, gas e rifiuti) e per l’utilizzo degli arredi e delle attrezzature messi a disposizione.

“Il progetto nasce da un percorso condiviso, che ha portato all’emersione di marginalità nuove e, purtroppo, in costante aumento – sottolinea Alberto Franceschini, presidente di Volontarinsieme – CSV Treviso – Questo progetto di accoglienza, permette una sistemazione transitoria di quei padri che, nella fase di separazione, si trovano in difficoltà abitative ed economiche. Contemporaneamente, la rete progettuale vuole accompagnare queste persone nel percorso verso l’autonomia, favorendo e supportando inoltre la responsabilità genitoriale sui figli minorenni, affidati alla figura materna o in regime di affido condiviso. La rete proponente si è già attivata per ampliare i soggetti del territorio che possono essere antenne preziose per promuovere questa nuova possibilità e intercettare possibili beneficiari” conclude Franceschini.

Anche a Vicenza è stata realizzata una casa per i papà separati. Invece a Venezia con una raccolta fondi collettiva – crowdfunding – è stato sostenuto un progetto che ha messo insieme il lavoro e il rapporto fra detenuti e figli. “Da detenuti a ponteggisti” è una integrazione di un altro progetto (raccontato qui) già finanziato dalla Regione Veneto, “Lavorare per i propri figli”: obiettivo il restauro dell’ex chiostro del Carcere maschile di S.M. Maggiore, da utilizzare per svolgere i colloqui tra i detenuti padri e i loro figli, anche all’aperto.

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