Secondo i dati, tra i detenuti che non svolgono programmi di reinserimento la recidiva sfiora il 90%, mentre si riduce alla soglia del 10% tra chi affronta un percorso di rieducazione.
E si moltiplicano le iniziative di lavoro e riabilitazione, anche a Nordest.
Saranno alcuni detenuti della Casa di Reclusione di Padova a tinteggiare, durante l’estate, le aule scolastiche dell’Istituto Fermi di Padova. L’iniziativa si ripete per la seconda volta dopo gli ottimi risultati conseguiti lo scorso anno all’Istituto Belzoni. Il progetto è elaborato dall’associazione onlus “Gruppo Operatori Carcerari Volontari” di Padova (Ocv) ed è stato approvato anche dalla Provincia proprietaria dell’immobile dove ha sede il Fermi, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo che ha stanziato un finanziamento e dalla direzione della Casa di Reclusione. Il protocollo d’intesa operativo è stato firmato dal presidente della Provincia di Padova Fabio Bui, dal direttore della Casa di Reclusione Claudio Mazzeo, dal dirigente scolastico dell’Istituto Fermi Alberta Angelini e dal presidente del gruppo “Operatori Carcerari Volontari” Ludovica Tassi.
“Siamo particolarmente felici di ripetere questo progetto– ha spiegato il presidente Bui – perché il messaggio che arriverà agli studenti stessi, oltre che ai cittadini, offre molti spunti di speranza e di riflessione. Il nostro ordinamento parte dal presupposto che sia giusto dare una chance di riscatto a chi, pur avendo commesso degli errori, ha dimostrato di averli compresi e di voler cambiare strada e noi come Provincia ne condividiamo in pieno gli obiettivi. Senza contare che le scuole sono un bene pubblico e sono il luogo dove i nostri figli apprendono soprattutto valori e insegnamenti umani. Sapere che le loro aule sono state ridipinte dai carcerati è un modo per capire che l’essere umano viene prima di ogni altra cosa, che sempre ci si può rendere utili per la collettività e a che a tutti va sempre data una opportunità”.
I lavori si svolgeranno dal 2 luglio al 9 agosto e dal 19 al 23 agosto.
“E’ un progetto importante – ha spiegato il direttore Mazzeo – perché è l’inizio di un percorso per avviare i detenuti ai lavori di pubblica utilità. Credo sia la strada giusta perché in questo modo i carcerati si sentono parte della collettività e in qualche modo riscattano anche gli errori che hanno commesso. Questo è un inizio e speriamo davvero di poter firmare altri protocolli per allargare il numero dei detenuti coinvolti nei lavori pubblici”.
Anche il dirigente scolastico Angelini ha sottolineato il messaggio positivo che viene dato agli studenti. “Quando ricominceranno le lezioni a settembre – ha detto – troveranno un ambiente sicuramente migliore e soprattutto potranno conoscere una dimensione diversa grazie alle storie umane dei carcerati che avranno dipinto le aule”.
L’Associazione Onlus Ocv e la Casa di Reclusione di Padova individuano e promuovono azioni rivolte a persone detenute per offrire, mediante lavoro all’esterno, occasioni di formazione professionale e di esperienza lavorativa utili al reinserimento sociale a fine della pena. In questo modo l’intento è quello di ridurre le possibilità di recidiva.
La Casa di Reclusione di Padova individuerà quindi due o tre detenuti da ammettere al lavoro all’esterno che si recheranno autonomamente al Fermi dalle 8 alle 14, da lunedì al venerdì esclusi sabato e festivi. La direzione fornirà inoltre le attrezzature necessarie e i dispositivi di sicurezza, vigilando sul controllo delle persone e dell’esecuzione dei lavori. Anche la Provincia di Padova monitorerà la corretta realizzazione dell’intervento. L’Istituto accoglierà i detenuti nel primo giorno di lavoro e seguirà tutte le procedure interne necessarie. L’associazione Ocv di Padova si occuperà di tutti gli aspetti assicurativi e di acquisto dei materiali rendicontando la spesa alla Fondazione Cassa di Risparmio.
Guardate quante sono le iniziative su questo tema: qualche anno fa, sempre a Padova, è stato organizzato un corso per Addetti all’igiene ambientale” all’interno di alcuni cantieri, con detenuti assunti per 4 mesi a tempo determinato. Una “semplice” sostituzione per ferie, che ha consentito a 10 detenuti di uscire dalle mura del carcere e di imparare un mestiere, avere un’occupazione, percepire uno stipendio: un vero percorso di rieducazione e recupero della persona, sul piano della sicurezza sociale e dell’indipendenza economica.
A Venezia, invece, hanno sfilato i vestiti disegnati e realizzati dalle detenute del carcere femminile.
Ma quanto vale il Pil del carcere? Fra biciclette e panettoni, ve lo raccontiamo qui.