Un ricercatore padovano ha inventato un tessuto antimicrobico resistente ai lavaggi

Ogni anno la Regione Veneto mette a bando degli assegni di ricerca (finanziati con Fondi Fse, nell’ambito del Programma operativo regionale: qui il bando 2019) con l’obiettivo di sostenere l’occupabilità di giovani ricercatori all’interno del tessuto imprenditoriale veneto, stimolando la collaborazione fra il sistema accademico e univeritario e quello produttivo. Da quella collaborazione, che ha interessato un giovane ricercatore padovano e alcune imprese tessili venete, è nata una idea che poi, nel tempo, è cresciuta.

E oggi è diventata un riconoscimento ufficiale.

La famiglia Piana, azienda fra tra i primi fondatori dell’industria laniera biellese, vanta un’antica tradizione industriale che, a partire dal 1582, si è tramandata ininterrottamente di padre in figlio e si è consolidata nei decenni. Ogni anno in ricordo di Elsa Piana, nonna di Andrea Piana – Ceo di Tintoria Piana U.S. – viene assegnato un riconoscimento, istituito dall’Associazione Tessile e Salute e dalla Tintoria Piana USA, che vuole valorizzare la ricerca nell’ambito delle scienze applicate nel settore tessile in particolare i risultati di ricerche interdisciplinari sulle funzionalizzazioni dei prodotti tessili in relazione al benessere, alla prevenzione, cura e riabilitazione realizzata da ricercatori, residenti in Italia, con età inferiore a 40 anni.

Quest’anno il Premio è andato a Stefano Scapin dell’Università di Padova, che si è confrontato con i progetti di altri ricercatori provenienti da Atenei italiani, quali l’Università di Pisa, il Politecnico di Torino, la Fondazione Policlinico San Matteo di Pavia, il Politecnico di Milano, l’Università di Roma, l’Università di Perugia, l’Università del Piemonte Orientale e la cinese Suzhou University.

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Stefano Scapin ricercatore al Dipartimento di Scienze Chimiche ha proposto alla commissione del Premio un particolare “Cotone antibatterico”. «L’abuso di antibiotici comporta lo sviluppo di una resistenza batterica che preoccupa la sanità pubblica globale. Lo sviluppo di tessuti che prevengono la proliferazione di batteri è di fondamentale importanza per la salute degli operatori sanitari e delle persone immunodepresse a rischio di infezione – spiega – Ho pensato di legare peptidi antimicrobici alla superficie del cotone attraverso un sistema green al fine di creare un tessuto antimicrobico ecocompatibile resistente ai lavaggi. I peptidi antimicrobici fanno parte del sistema immunitario di tutte le specie viventi, quindi possono considerarsi più sicuri di altri agenti microbicidi, agiscono con un meccanismo diverso, e sono quindi efficaci anche contro i batteri resistenti. Il cotone viene funzionalizzato – continua Scapin – attraverso un’ossidazione enzimatica che consuma solamente l’ossigeno atmosferico come agente ossidante. Sia la reazione di ossidazione del cotone che il legame con il peptide avvengono in acqua a temperatura ambiente, rendendo il processo ecologicamente interessante. Il tessuto finale risulta traspirante, resistente ai lavaggi e alla sterilizzazione, biocompatibile e ottenuto attraverso un processo completamente ecologico. Il nostro progetto è stato particolarmente apprezzato dalla commissione – conclude Scapin – in quanto il processo di produzione è completamente ecocompatibile e i materiali di partenza sono biodegradabili. Speriamo che le industrie si preoccupino sempre di più dell’aspetto ecologico e che questo evento in particolare attiri l’attenzione di altri ricercatori verso l’ambito tessile».

stefano-scapin-e-cristina-peggion-press«La nostra ricerca sul cotone antibatterico, iniziata da poco grazie all’interesse di alcune aziende locali, ha cominciato ad essere apprezzata solamente nell’ultimo periodo – afferma Cristina Peggion, supervisor di Stefano Scapin all’Università di Padova (nella foto insieme) -. Questo premio è sicuramente un grande riconoscimento per il lavoro fatto e per le energie fin qui spese, ma soprattutto è un grande incentivo a continuare su questa linea. Siamo fiduciosi che da iniziative di questo tipo possano nascere nuove idee e collaborazioni tra il modo della ricerca e quello dell’industria».

Stefano Scapin è nato nel 1994 a Camposampiero in provincia di Padova ed è ricercatore al Dipartimento di Scienze Chimiche dell’Università degli Studi di Padova. Sempre a Padova si è laureato nella magistrale di Chimica Industriale con 110 e lode e tesi sulla sintesi peptidica su fase solida. Ottiene successivamente un assegno di ricerca, in collaborazione con l’azienda I.R.A. Istituto Ricerche Applicate S.r.l. della durata di un anno, nel campo della sintesi di peptidi per applicazioni ad uso cosmetico, farmaceutico, medical device, integratore alimentare e dermatologico al Dipartimento patavino sotto la supervisione della Professoressa Cristina Peggion. Il “Premio Elsa Piana” ammonta a 15mila euro.