Una volontaria di 93 anni nelle corsie di ospedale (e Padova è capitale del volontariato)

Quella nella foto è la signora Minia (al centro), 93 anni,  durante la festa nel reparto di Oncologia dell’Ospedale Madre Teresa di Calcutta di Monselice.

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Quando aveva 74 anni, Minia Moro si è ammalata di cancro al seno. E’ stata curata, ha conosciuto l’associazione “Riprogettare la Vita”, è guarita, ha deciso di dedicarsi agli altri. Ed è diventata volontaria all’interno della stessa onlus che l’aveva sostenuta in quei momenti difficili, e volontaria lo è ancora, a vent’anni di distanza: oggi Minia, residente a Este, classe 1926, di anni ne ha 93 anni (“ne faccio 94 il 22 settembre”), fa parte del Consiglio Direttivo dell’associazione, partecipa attivamente agli incontri di informazione e sensibilizzazione organizzati sul territorio, si muove tra Este, Montagnana, Megliadino San Fidenzio, Saletto, guida la macchina (“mi hanno rinnovato la patente per due anni”), fa volantinaggio in bicicletta.

“La prevenzione è fondamentale, lo dico sempre: bisogna sollecitare alla prevenzione”.

Unica femmina di otto fratelli, ex tennista ed ex sciatrice – mamma toscana dell’Isola d’Elba, papà di Noventa Vicentina – la malattia ha segnato la sua famiglia. “Cinque miei fratelli sono morti di tumore, anch’io ho conosciuto il cancro ma l’ho vinto e da allora ho deciso di fare qualcosa di concreto”, spiega la novantatrenne con piglio deciso. L’associazione “Riprogettare la vita”, che quasi quattro lustri fa le ha spalancato le porte, se la tiene stretta, e lei ricambia mettendoci tutta se stessa. “L’associazionismo fa bene”, ripete senza mai tirarsi indietro tanto che alla festa in occasione del Natale organizzata all’Ospedale Madre Teresa di Calcutta di Monselice nel reparto di Oncologia diretto dalla dottoressa Rita Chiari, Minia Moro era in prima fila, accanto alla presidente dell’associazione Sabrina Rizzo, infermiera nello stesso reparto. E non si è fatta pregare, lanciandosi nelle danze. “Quello che è scritto è scritto in cielo, io posso solo fare la mia parte…”. Una parte decisamente importante, tassello di un puzzle composto, a livello provinciale padovano, da 6,4mila realtà del terzo settore.

“L’impegno, la grinta e l’energia della signora Minia li abbiamo voluti prendere ad esempio – spiega il Direttore Generale dell’Ulss 6 Euganea, Domenico Scibetta – per dare simbolicamente il benvenuto a questo 2020, anno in cui Padova sarà la Capitale Europea del Volontariato: essere volontario significa dedicarsi a un “lavoro artigiano” che richiede passione, cura, disponibilità, gratuità, capacità di mettersi in ascolto, di sintonizzarsi sulle frequenze di chi abbiamo di fronte, di costruire un ponte tra noi e l’altro. A qualsiasi età”.

Padova capitale del volontariato

Lo scorso 9 dicembre 2019, nel corso della cerimonia di chiusura dell’anno da capitale europea del volontariato, a Košice, in Slovacchia, è avvenuto il passaggio di consegne con Padova.

L’assegnazione del titolo di Capitale europea del volontariato 2020 alla città di Padova è stato ufficializzato da Gabriella Civico, direttrice del Centro europeo del volontariato insieme al sindaco di Kosice, Jaroslav Polaček. Un’investitura prestigiosa che in passato è stata assegnata a metropoli come Londra e Barcellona, che certifica la solidità del terzo settore nel NordEst e in particolare nella provincia di Padova, dove si contano 6.466 associazioni di volontariato capaci di mobilitare oltre 12 milioni di euro nel solo 2019, per attività che vanno dal welfare alla protezione ambientale, dallo sport al sociale.

Cristina Piva, assessora al volontariato del comune di Padova, delegata dal Sindaco, nel ricevere il testimone ha affermato: “È un grande onore per noi essere qui stasera per celebrare i volontari di tutta Europa, persone che si impegnano per migliorare la vita di altre persone. Le storie davvero molto significative di impegno e di dedizione che abbiamo fino ad ora ascoltato esprimono bene tutta la ricchezza e la vivacità del volontariato. Solidarietà, gratuità, generosità, impegno: sono queste le parole chiave valide qui a Kosice come in Italia, come nella comune dimensione europea e in ogni parte del mondo. È ai giovani che ci rivolgiamo in particolare perché vogliamo dire loro che costruire una società più equa e solidale è possibile. Questo un obiettivo che si può raggiungere compiutamente solo con il contributo di tutti. L’anno della Capitale Europea del Volontariato rappresenta per Padova una importante opportunità. Vogliamo far diventare Padova una città-laboratorio capace di attrarre idee, attivare progetti e avviare processi ed esperienze duraturi nel tempo, stimolando un’azione collaborativa con le altre componenti sociali che favoriscano ricadute positive sull’Italia e sull’Europa. Vogliamo che la città diventi ancor più un luogo di incontro di persone e esperienze, occasione di confronto tra informazioni, conoscenze, esperienze, proposte e visioni. Speriamo di ravvivare nei cittadini la consapevolezza che non sono solo individui ma sono persone al centro di una rete sociale e far nascere un nuovo processo che possa risvegliare in loro il desiderio di impegnarsi anche al di fuori di sé, per creare e prendersi cura di qualcosa di più grande, a partire delle idee, affinché poi possano crescere e svilupparsi e il volontariato sarà il comune denominatore che andrà a legare tutte le componenti della città. Il nostro programma è impostato su un lavoro triennale partito nel 2019 visto come anno di avvicinamento, che vedrà il suo apice nel 2020 e si concluderà nel 2021 con la valutazione di quanto fatto e lasciato in eredità alla città. Stiamo lavorando alla costruzione di una nuova “grammatica di comunità” con iniziative e attività ispirate dai principi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, il programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 paesi membri dell’Organizzazione delle Nazioni Unite”.

L’evento ha visto l’intervento del sindaco di Košice, Jaroslav Polaček, di Zuzana Vinklerová, direttrice del Centro Nazionale del Volontariato e di Karla Wursterová, direttrice generale alla Cooperazione della Repubblica Slovacca.

Insieme a Cristina Piva, la delegazione padovana a Kosice era composta da: Niccolò Gennaro, direttore del CSV Padova, Ilaria Ferraro referente del CSV Padova per l’Europa e da Guido Barbieri, consigliere della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e consigliere del CSV Padova.