Tecnologia veneta – e un crowdfunding – per tracciare i pomodori di Pachino Igp

La tecnologia blockchain – una sorta di registro digitale per tenere conto di ogni passaggio – per tracciare il pomodoro Pachino dal campo al supermercato, e combattere così le contraffazioni e le sofisticazioni alimentari, garantendo sostenibilità ambientale e sociale.

È il contenuto dell’accordo che la Pmi innovativa EZ Lab, attraverso il suo partner locale TechNrgy srl, ha stretto nei giorni scorsi con il Consorzio di tutela del Pomodoro di Pachino IGP. I produttori del celebre frutto rosso siciliano possono ora utilizzare AgriOpenData, piattaforma digitale proprietaria sviluppata da EZ Lab, per registrare in modo immutabile tutte le informazioni della filiera, a tutela di un’eccellenza del Made in Italy tra le «vittime eccellenti» della contraffazione. Tutti dati che ora diventano a portata di smartphone: il consumatore, visualizzando un QR Code stampato sulla confezione, accede alla «carta d’identità» del prodotto, dal campo dove quei pomodori sono stati raccolti allo stabilimento in cui sono stati confezionati, risalendo l’intera catena della distribuzione.

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EZ Lab è nata nel 2014 da Massimo Morbiato, vulcanico imprenditore del settore informatico: nel 2016, a Smau, è stata selezionata assieme ad altre due realtà fra le oltre 200 startup presenti all’evento di riferimento nei settori innovazione e digitale nel quale aveva presentato in anteprima AgriOpenData, innovativa piattaforma al servizio dell’agrifood che utilizza la tecnologia blockchain – alla base del funzionamento degli scambi dei Bitcoin – per tracciare in modo sicuro il percorso della filiera agroalimentare – una questione più che aperta dopo le ripetute notizie di false certificazioni ai danni di prodotti italiani.

Ora un nuovo traguardo: dopo l’accordo con i produttori di un ortaggio simbolo dell’agricoltura italiana, la startup lancia una campagna di equity crowdfunding sulla piattaforma Mamacrowd per rafforzarsi e crescere ancora in vista di nuovi obiettivi. La campagna, al via dal 18 febbraio per una durata di 60 giorni, ha un obiettivo di raccolta di 500mila euro. Risorse che saranno investite in due direzioni: da un lato verso il consolidamento del posizionamento già raggiunto in ambito agrifood, dall’altro per l’avvio di joint venture e partnership con aziende di nuovi settori come energia, supply-chain, logistica, legaltech, Insurtech, smart cities, manifatturiero, arte e anticontraffazione.

Il progetto coinvolge un team multidisciplinare di manager, ricercatori e tecnici tra cui agronomi, informatici, esperti di blockchain e di comunicazione e marketing. La partecipazione è aperta a tutti, con un investimento minimo fissato in circa 250 euro che dà diritto a una detrazione fiscale pari al 30%.

«La tecnologia blockchain è la chiave d’accesso per garantire la fiducia nelle transazioni economiche tra gli operatori – afferma Massimo Morbiato, ceo e fondatore di EZ Lab -. Noi siamo tra i primi ad averla applicata con successo all’economia reale, con una particolare specializzazione nel settore agrifood. L’accordo con il Consorzio di tutela del Pomodoro di Pachino IGP è l’ultimo di una lunga serie, che inizia nel 2016 quando abbiamo realizzato il primo caso al mondo di tracciabilità nella filiera vitivinicola, dal campo alla bottiglia, creando un registro blockchain per il vino della Cantina Volpone. Il nostro mestiere è creare fiducia: ora chiediamo fiducia agli investitori per portare questo know-how unico al servizio di altri ambiti produttivi».

ezlab_team_01Oggi EZ Lab è tra i leader di mercato in termini di fatturato in Italia e in Europa, ed è l’unica azienda italiana ad aver raggiunto il break-even con soli progetti blockchain nel settore food. Il fatturato, pari a 250mila euro nel 2018, deriva infatti al 100% da progetti blockchain e si prevede una sua crescita esponenziale nei prossimi 5 anni, raggiungendo il 7 milioni di euro nel 2025.

Le prospettive di crescita del settore sono molto promettenti: il World Economic Forum ha stimato che entro il 2025 il 10% del Pil mondiale sarà prodotto da attività e servizi che saranno erogati e distribuiti attraverso le tecnologie blockchain; il Fondo Italiano Innovazione, con una dotazione di 1 miliardo di euro, vede questa tecnologia tra le sue priorità; il Fondo dell’Unione Europea per la blockchain e l’intelligenza artificiale prevede una dotazione di 2 miliardi di euro nei prossimi tre anni solo per investimenti equity.

EZ Lab, Pmi innovativa fondata a Padova nel 2014, ha realizzato circa 40 progetti di tracciabilità con la blockchain su filiere come vino, birra, formaggio Asiago, riso, soia e zucca. È impegnata nella sperimentazione della blockchain applicata alla tecnologia 5G a L’Aquila, grazie ad un progetto con Wind/3 e Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. È business partner di IBM Food Trust, la piattaforma blockchain di IBM per il settore retail. Premiata a Smau nel 2016 per la migliore innovazione tecnologica con AgriOpenData, nel 2017 EZ Lab è stata selezionata, unica azienda europea, dall’incubatore Thrive in California, specializzato nel settore foodtech, e da allora ha una sede a San Francisco. Nel 2019 ha aperto una sede anche a Reims, in Francia, nella zona dello Champagne.

La blockchain – letteralmente «catena di blocchi» – è un grande registro digitale, una banca dati condivisa a cui si possono aggiungere dati e a cui tutti possono accedere, ma che non è modificabile e la cui sicurezza è garantita da crittografia. Grazie ad essa, nel settore agrifood, è possibile effettuare operazioni sicure e automatiche lungo l’intera filiera produttiva, permettendo di aumentare la produzione di qualità, migliorando la sostenibilità ambientale e garantendo trasparenza e sicurezza al consumatore finale. Per maggiori informazioni sulla campagna di equity crowdfunding questa è la pagina.