Le proposte dell’occhialeria per ripartire: detrazioni al 50% e buoni spesa

Era stato un buon anno, il 2019, per l’occhialeria: una buona performance sui mercati internazionali, con una crescita tendenziale in valore dell’export complessivo del 5,8% e con Stati Uniti e Germania capofila. Poi il coronavirus ha cambiato tutto: «Il nostro è un mercato sostenuto al 90% dalle esportazioni, che ha subito una battuta d’arresto inaspettata a causa del dilagare della pandemia da Covid-19, non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Abbiamo dovuto arginare questa situazione con lucidità e tempestività guardando al presente, per risolvere le criticità contingenti, e al futuro, per rimettere in moto la macchina», spiega Giovanni Vitaloni, presidente Anfao, Associazione Nazionale Fabbricanti Articoli Ottici.

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Per le aziende, la prima richiesta portata ai tavoli ministeriali sono i provvedimenti urgenti di sostegno, in termini di liquidità, di riconoscimento di rimborsi per le fiere all’estero e in Italia, lo snellimento delle procedure di accesso alle misure, la proroga della cassa integrazione e lo studio di un piano di internazionalizzazione alternativo.

Dopo l’annullamento di Mido 2020, la più importante manifestazione nel settore dell’eyewear a livello mondiale, l’Associazione «è stata impegnata con Fiera Milano per minimizzare le spese già sostenute e avviare una politica di rimborso verso gli espositori al fine di ottenere il risultato più soddisfacente possibile, compatibilmente con le condizioni contrattuali. Anfao sta lavorando affinché la prossima edizione di Mido rappresenti uno dei punti cardine del rilancio».

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Intanto, dal 2 marzo è attiva la piattaforma virtuale MIDO4U dedicata alle aziende espositrici, e in particolare alle Pmi. Con oltre 350 brand e più di 10mila prodotti si mettono in contatto 640 buyer direttamente con le aziende: «Non sostituisce sicuramente la fiera reale, che consente l’incontro tra persone e lo scambio tra professionisti, ma offre una modalità di interazione concreta e accessibile, anche se solo virtuale, per garantire la possibilità di continuare a tessere relazioni commerciali in un momento come questo».

Un altro fronte è quello delle aziende che hanno convertito la produzione ai dispositivi di protezione individuali richiesti dal sistema sanitario, primi fra tutti gli occhiali protettivi: la richiesta è che le gare di acquisto pubbliche vengano svincolate dal limite del prezzo al 31/12/2019 (che si riferisce a produzioni asiatiche), in modo da agevolare il prodotto italiano. L’aumento del costo di vendita generato verrebbe controbilanciato da un minor ricorso alla cassa integrazione, e le spese per la certificazione di questi Dpi dovrebbero diventare deducibili.

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In campo per l’occhialeria è anche Commissione Difesa Vista Onlus, di cui fanno parte tutte le Associazioni rappresentative della filiera della visione, dai medici oculisti agli ottici, dai produttori di occhiali e lenti oftalmiche a quelli di lenti a contatto: il timore è che , che, in questo momento di emergenza sanitaria e di crisi economica, la questione della correzione visiva rischi di essere sottovalutata. Sulla scorta di quanto è stato fatto con i buoni spesa distribuiti dai comuni, la proposta di un buono spesa da utilizzare presso i centri ottici specializzati sul territorio per l’acquisto di occhiali da vista o lenti a contatto a fronte di una accertata ametropia. Una misura emergenziale che potrebbe essere correlata al reddito misurato con l’indicatore Isee e con valenza da giugno a dicembre 2020. L’ipotesi è quella di concedere un voucher per l’acquisto di occhiali da vista o lenti a contatto dell’importo di 50 euro a persona. In questo modo sarebbe possibile incrementare il traffico anche nei punti vendita di ottica (oltre 9mila sul territorio italiano) che hanno visto l’azzeramento dei consumi. CDV onlus ha anche individuato una possibile misura più strutturale; assegnare al dispositivo medico, occhiale da vista o lente a contatto, una maggiore detrazione fiscale, rispetto all’attuale 19%, come avviene in molti Paesi europei. Una misura straordinaria, che consentirebbe la detrazione fiscale del 50% a partire dal 2021.