Carnevale finito, la Venezia che si rialza sempre (come la sua squadra)

E’ stato un Carnevale al sapore di Quaresima.

Maschere, a Venezia, quest’anno se ne sono viste decisamente poche, nonostante l’ultima domenica della festa abbia portato in città oltre 25mila persone. Venezia però è città dalle mille risorse, e per rendere omaggio alla tradizione ha trasferito sul web una serie di appuntamenti di Carnevale, con la speranza di poter ritrovare il prossimo anno più maschere che mascherine.

E sul web, in questi giorni, sono finiti anche alcuni figuranti in costume settecentesco, che hanno messo a “dura prova” le creazioni della stilista Antonia Sautter. La tradizionale animatrice del Ballo del Doge ha dovuto vestire dei modelli leggermente “king size” (in altezza) come Gašper Vidmar, Stefano Tonut e Gintare Petronyte, atleti delle formazioni maschile e femminile dell’Umana Reyer.

Un siparietto girato in una nota pasticceria veneziana mostra gli atleti alle prese con le tradizionali “fritole” veneziane, ma soprattutto con un apprezzato scambio di battute in dialetto nel quale irrompe il coach Walter De Raffaele, livornese doc che dimostra di essere a suo agio anche con la lingua del Goldoni.

Un filmato diffuso sui social che è particolarmente piaciuto, nonostante la bruciante sconfitta patita domenica scorsa in Coppa Italia con l’Olimpia Milano. Venezia si rialza, è il messaggio che emerge dal video, che è anche una  dimostrazione di resilienza.

Fra arte e sport

Antonia Sautter è reduce dalla partecipazione all’opening della 46° edizione dei Campionati del Mondo di sci alpino di Cortina, dove la campionessa olimpica Tina Maze ha incantato con un abito della stilista veneziana dedicato alla Regina delle Dolomiti.

dolomitiregina

Per la magia del Carnevale di Venezia, con la squadra di basket Umana Reyer Venezia, sono stati realizzati due video.

Nel primo video Tèmí Fágbénlé e Mitchell Watt, protagonisti della pallacanestro, con allegria e grande simpatia, si sono calati nei panni di un conte veneziano e una splendida regina.

carnevale

La stilista  ha scelto per gli atleti due abiti del suo Atelier: “Per Tèmí Fágbénlé ho voluto la Regina della Notte, un abito importante e prezioso che devo dire lei ha saputo indossare ed interpretare in modo eccellente. Con grande disinvoltura, entrambi si sono lasciati incantare dall’esperienza del travestimento, che permette a ciascuno di noi di entrare nella magia del teatro, permettendoci, per qualche ora di diventare ciò che vogliamo”.

La collaborazione tra il suo mondo artistico e creativo e quello sportivo – spiega la stilista – ha avuto la precisa intenzione di calare il pubblico nello spirito del vero Carnevale, da lei stessa definito come un momento di tradizione, divertimento, leggerezza e svago.

Non solo costumi e alta manifattura: il secondo video è stato girato nella Pasticceria Rosa Salva di Venezia per rendere omaggio anche alla parte gastronomica del Carnevale.

Un vassoio da mezzo miliardo

Mezzo miliardo di euro. A tanto ammonta, all’incirca, il giro d’affari dei Dolci di Carnevale e dei dolci in genere. Un mercato in costante aumento cresciuto quasi del 25% nell’arco di cinque anni. A rilevarlo una indagine condotta da CNA Agroalimentare tra i suoi iscritti di tutta Italia.

I dolci fanno parte della quotidianità nonostante l’orientamento sempre più diffuso nelle famiglie, complice il confinamento e la crisi, di dedicarsi alla cucina. Un Carnevale quello di quest’anno, che a causa del Covid ha comunque segnato il passo in maniera differente a seconda dei territori e dei Paesi, ma con un unico denominatore: i dolci della tradizione.

I galani veneziani – frappole in Liguria, ciarline in Emilia, fiocchetti in Romagna, crostoli in Friuli Venezia Giulia – nelle varie declinazioni, fritte o al forno, secondo le stime di CNA Agroalimentare da sole valgono tra il 40 e il 50% del ricco mercato dei Dolci di Carnevale. 

Ma come è andato questo Carnevale dal punto di vista della pasticceria artigiana veneta? 

«Se è vero che i dolci continuano ad essere apprezzati sulle tavole degli italiani e dei veneti è vero anche che una lieve flessione del comparto si era già registrata prima del Covid – afferma Andrea Tonolo titolare di una storica pasticceria nel miranese –. Ovviamente il Covid è stato una disfatta per il nostro comparto, a causa del lockdown lo scorso anno che di fatto ha costretto a registrare un calo dell’80% del fatturato. Anche se questo Carnevale che si sta per concludere ci ha consentito, almeno nel nostro caso, di respirare una boccata di ossigeno, perché appunto il piacere di acquistare i dolci della tradizione da parte di veneti ha fatto sì che potessimo in parte riprendere la produzione. Ma le difficoltà ci sono, e sono di enorme portata a causa della continua incertezza nella quale gli artigiani del nostro comparto – così come tutto il settore commercio – sono costretti a destreggiarsi: normative che cambiano di giorno in giorno, di ora in ora. Abbiamo ora più che mai necessità di soluzioni e misure certe».  

L’Atelier

Tornando ai costumi, Antonia Sautter è stilista di moda e organizzatrice di eventi a Venezia, creatrice e direttrice artistica de “Il Ballo del Doge”, il ballo in maschera più esclusivo del Carnevale di Venezia (quest’anno saltato causa emergenza sanitaria). Da oltre 25 anni disegna e realizza a mano centinaia di abiti: costumi teatrali, creazioni allegoriche e di fantasia che vengono acquistati e noleggiati in tutto il mondo.

L’Atelier, a pochi passi da Piazza San Marco a Venezia, rappresenta la testimonianza della grande tradizione del costume e costituisce un vero e proprio percorso di scoperta di una Venezia autentica, che vive attraverso l’arte artigianale. Una delle esperienze più apprezzate da chi visita l’Atelier è la “Prova Costume”, un momento indimenticabile per provare l’emozione di indossare un abito di alta manifattura, liberando la propria fantasia e personalità.

L’Atelier Antonia Sautter è aperto, su prenotazione, tutto l’anno.

Alberghi e fiducia

Il Carnevale, in una situazione di confini chiusi tra regioni, non è riuscito a segnare un’inversione di tendenza nella crisi che le imprese del turismo veneziano vivono da mesi.

“I nostri soci, la stragrande maggioranza degli hotel veneziani, ci chiedono di fare chiarezza. Anche questo ultimo fine settimana, da sempre momento di punta per il turismo veneziano, si conclude con tantissimi hotel chiusi – commenta Claudio Scarpa, direttore dell’Associazione Veneziana Albergatori – . E i pochi rimasti aperti, di tutte le categorie, hanno registrato, e per la sola notte di sabato, un’occupazione al massimo del 30%. Il movimento che si è visto nei due giorni era rappresentato, purtroppo, quasi esclusivamente da visitatori giornalieri. Il turismo a Venezia ripartirà con la riapertura dei confini regionali”.