Nasce in Veneto – che conta il distretto delle calzature di lusso della Riviera del Brenta, ma anche delle calzature sportive nel Trevigiano e un altro polo nel Veronese – Un progetto che ha lo scopo di creare una vera e propria academy nazionale in grado di innalzare la professionalità della categoria dei calzolai attraverso percorsi formativi di vario livello.
Si parte dal mettere a disposizione dei calzolai in attività una serie di corsi che potrebbero introdurre nuove lavorazioni all’interno delle loro botteghe o migliorare alcuni procedimenti già conosciuti, ma l’ambizione – che unisce cinque partner: Confartigianato Imprese Veneto, gruppo di mestiere dei calzolai, associazione Calzolai 2.0 Paride Geroli, Politecnico calzaturiero e Istituto Veneto per il lavoro – è quella di realizzare una vera e propria Scuola di formazione nazionale per i Calzolai: «Centinaia sono infatti i giovani e meno giovani che ogni anno, si rivolgono ad associazioni e singoli artigiani per chiedere dove imparare il mestiere della riparazione – spiegano gli organizzatori – . Richieste che restano insoddisfatte per assenza di una scuola. Non c’è infatti attualmente una barriera professionale all’entrata del settore, ma molti si rendono conto della difficoltà di approcciare un mestiere che richiede una grande competenza e manualità. Senza dimenticare che un intervento “errato” può creare danni alla postura del proprietario della calzatura. È un sogno nel cassetto della categoria che potrebbe diventare presto realtà».
Erroneamente si guarda al calzolaio come a un mestiere in estinzione: «In realtà aggiornamento e innovazione sono oggi le chiavi di successo per un mestiere pronto alle sfide del futuro a cui guardano anche moltissimi giovani che non trovano però una scuola seria dove imparare il mestiere. Il boom delle sneakers, le scarpe da ginnastica per il tempo libero, l’usa e getta, la mancanza di remunerazione, sono in realtà i punti di forza del rilancio dei calzolai. La categoria sta vivendo una “seconda giovinezza”, a patto però, di avere il coraggio e le capacità reinventarsi».
Oggi ci sono centinaia di botteghe – soprattutto nel Centro Nord – che prosperano facendo lavori completamente diversi rispetto al passato in cui ci concentravamo principalmente su mezze suole e sopratacchi. Negli ultimi anni le richieste maggiori dei clienti hanno a che fare con il cambio dei fondi esterni che stanno sotto le scarpe, oggi perfettamente sostituibili grazie alle apposite presse in commercio se ci si è aggiornati per usarle correttamente, tinture e puliture, sostituzione di cerniere su capi in pelle, sino alla riparazione di valigie.
Per non parlare del fiorente mercato della personalizzazione: dalle suole colorate alle borchie – che sempre di più vengono richieste su scarpe nuove appena acquistate – sino alla messa a modello di calzature. Una fetta importante del lavoro riguarda anche la calzatura su misura: non quella classica da uomo e donna che necessita di competenze che solo una parte della categoria ha, ma modelli premontati, dalle clarks ai sandali gioiello passando per le ballerine.
Sono quasi 3.900 le imprese di calzolaio iscritte all’albo delle Camere di Commercio in Italia. Gli oltre 460 iscritti a Calzolai 2.0 – l’Associazione italiana ufficiale dei calzolai, aderente a Confartigianato nazionale, nata allo scopo di creare una rappresentanza nazionale di tutta la categoria – sfatano anche il luogo comune di un mestiere di vecchi. I soci sono per l’8,7% over 60; il 37,9% (50 – 60), il 30,9% (40 – 49) e ben il 22,5% sotto i 40 anni. Dieci sono under 30 e una quarantina sono le donne associate. In Veneto il dato è rimasto quasi costante nell’ultimo decennio, con un patrimonio di 334 aziende.