A due passi da robot e stampanti 3D nasce l’orto dell’inclusione

L’inclusione sociale “si coltiva” a pochi metri da stampanti 3D, braccia robotiche e microscopi laser. Succede in Polo Meccatronica, su un terreno incolto di 7mila metri quadrati, nella parte nord-ovest dell’hub 4.0 di Trentino Sviluppo a Rovereto.

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Si chiama “Mi coltivo” l’orto biologico della cooperativa sociale Villa Maria di Calliano.  Per Trentino Sviluppo si tratta di un’occasione per curare i propri spazi verdi comuni in un modo nuovo, sostituendo il classico appalto di servizi con un progetto sperimentale di utilità sociale.

Professionalizzazione, passione, affetto e senso di appartenenza. Sono questi – oltre a zappe, carriole, decespugliatori e sementi – gli ingredienti base del progetto “Mi Coltivo” che proprio oggi, mercoledì 24 marzo, arriva in Polo Meccatronica.

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Grazie ad una partnership con la cooperativa sociale Villa Maria di Calliano – ideatrice dell’iniziativa – l’hub hi-tech di Trentino Sviluppo avrà infatti il suo orto biologico, ricavato dalla rigenerazione di un terreno incolto di circa 7 mila metri quadrati tra il laboratorio ProM Facility, lo stabilimento Bonfiglioli e via Unione.

Proprio sul confine tra il terreno agricolo e il quartiere di San Giorgio, verrà piantumato un parco di aceri e faggi, liberamente fruibile dai cittadini. Anche l’orto – interamente sbarrierato per favorire l’accesso di chi ha difficoltà motorie, completo di prato e tettoia ad uso relax o area didattica – sarà aperto al pubblico e potrà essere utilizzato dalle imprese del polo per le attività di formazione e team building.

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Al suo interno lavoreranno, ogni mattina dal lunedì al venerdì, 14 persone con disabilità o fragilità tra i 21 e i 45 anni, secondo il modello già collaudato da Villa Maria all’orto sociale di Mori. Ad accompagnarli nel percorso saranno gli educatori della cooperativa – un perito agrario sociale e una psicologa – due ragazzi in Servizio Civile Universale Provinciale e un folto gruppo di volontari sociali e volontari agricoli specializzati.

«La ciclicità della natura e i suoi ritmi scanditi – spiegano gli educatori referenti del progetto Maurizio Passerini e Valentina Brentari – ci permettono di proporre ai ragazzi mansioni sempre diverse a seconda della stagione e anche di scorporare ogni lavoro in più sottocompiti in modo da permettere a tutti, anche a chi ha una mobilità particolarmente ridotta, di rendersi utile e avere soddisfazione».

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Ultimate entro la fine di marzo le operazioni di preparazione e concimazione del terreno, verranno piantate le cipolle e poi ancora patate, zucchine, pomodori, insalata e altri ortaggi a ciclo breve.

«In realtà – spiega il perito agrario e volontario Emilio Dalponte – abbiamo suddiviso la superficie coltivabile in quattro orti, due polivalenti, uno per le patate e uno dove pianteremo leguminose per il sovescio, ovvero piante pensate per migliorare la struttura del terreno e farlo diventare a sua volta, l’anno prossimo, un ottimo orto polivalente». L’orto sociale resterà attivo da marzo a novembre. Il 60% dei prodotti raccolti andrà alle 10 comunità alloggio della Cooperativa Sociale Villa Maria, mentre il restante 40% sarà destinato al mercato esterno, anch’esso gestito dai ragazzi con l’aiuto degli educatori.