La polemica di Pasqua: più facile fare la spesa che visitare i parenti?


«In tempi di lotta alla pandemia da Covid-19 si apprende, non senza stupore, della possibilità che alcune insegne commerciali, in ragione di una legislazione permissiva e senza alcun limite, intendano operare l’attività di vendita anche nelle giornate di Pasqua, Pasquetta, del 25 Aprile e del 1° Maggio. Una situazione paradossale: con l’Italia in zona rossa, nelle giornate festive di questo periodo sarà più facile andare a fare la spesa che visitare parenti e congiunti. Confidiamo, dunque, nel buon senso della Regione Fvg e perché venga decretata la chiusura degli esercizi commerciali».

foto via Pixabay

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A dare voce alla polemica di Pasqua è Adriano Giacomazzi, segretario della Fisascat Cisl Fvg, secondo cui il paradosso di tale decisione diventa ancor più insopportabile se si tiene conto che i vari appelli al Governo centrale, da parte di associazioni imprenditoriali e sindacati, a vaccinare con precedenza gli operatori del commercio sono caduti nel vuoto e rimasti inascoltati.

«Eppure – commenta Giacomazzi – il contributo delle lavoratrici e dei lavoratori del commercio e della grande distribuzione organizzata è talmente indispensabile da suggerire a taluni gruppi commerciali di tenere aperti negozi, supermercati, ipermercati e punti vendita durante le festività, ma tale contributo viene sminuito nel riconoscimento di una priorità nell’ambito del Piano vaccinale anti Covid-19 disposto dal Governo».

«Chiedere a chi lavora nel commercio di assicurare un presidio anche quando non tutti i servizi pubblici essenziali garantiscono la loro operatività – incalza il segretario della Fisascat Cisl Fvg – non è solo paradossale ma, addirittura offensivo per chi lavora». La preoccupazione per il comparto resta, dunque, altissima. Lo scorso 15 marzo – si legge nella nota della categoria cislina – i segretari regionali di Filcams Fisascat Uiltucs, assieme alle confederazioni Cisl, Cisl, Uil, hanno inviato un documento per chiedere attenzione al settore del commercio e delle attività del turismo, ponendo particolare attenzione sulle aperture festive delle attività commerciali di generi alimentari in zona rossa le quali, a differenza della primavera 2020, non hanno obblighi di presidi di controllo agli accessi, i clienti non hanno obblighi di limitazione a un singolo componente per nucleo famigliare, evidenziando che i supermercati potrebbero diventare il passatempo in presenza della impossibilità di spostarsi.

E’ stato chiesto un ragionamento sulla priorità di accesso ai vaccini ai dipendenti delle attività ritenute essenziali i quali sono esposti al passaggio di decine e decine di clienti tutti i giorni, clienti non sempre rispettosi nell’utilizzo delle mascherine o nel rispetto delle distanze, dipendenti che molto spesso se fanno notare il mancato rispetto delle regole vengono poi ripresi dai superiori, quasi a sottolineare che l’incasso ha priorità su tutto.

«Ad oggi – conclude Giacomazzi – non è arrivata risposta ufficiale da parte di presidenza e assessorato preposto. Pasquetta in zona rossa con i supermercati aperti sarebbe davvero incomprensibile, verrebbe da dire priva di buon senso. Ci affidiamo anche alla responsabilità sociale dei clienti auspicando che il Lunedì dell’Angelo evitino di rifugiarsi nei supermercati come escamotage alle restrizioni mirate, al fine di preservare la salute di tutti, anche dei dipendenti dei supermercati».