Prima l’ordinanza firmata dal sindaco Valerio Zoggia, con il nulla osta della prefettura, per limitare il consumo di alcolici e superalcolici nelle aree pubbliche, ora una richiesta di aiuto affidata a una lettera congiunta (Aja-Confcommercio) indirizzata a Ministro dell’Interno, Prefetto e Questore di Venezia, per chiedere rinforzi.
Oggetto: prevenzione e repressione criminalità a Jesolo. “Le associazioni di categoria scriventi – si legge – preso atto delle difficoltà che sta vivendo la città di Jesolo, vista anche l’ordinanza del sindaco n.09 del 10 giugno 2021 che vieta il consumo di alcolici nei luoghi pubblici già delle 16.00 delle venerdì, chiedono con forza conferma dell’invio di sufficienti forze di polizia atte a garantire il rispetto della normativa e dell’ordine pubblico, anche e soprattutto con riferimento allo spaccio di stupefacenti sul lungomare nelle ore serali. Al fine di garantire la serenità e l’incolumità di tutti i turisti presenti, nonché l’indispensabile esercizio delle attività economiche, profondamente danneggiate dalla presenza, spesso indisturbata, di spacciatori, ladri d’auto e di appartamenti ed esponenti della piccola criminalità. Riteniamo che, mai come in un momento difficile e delicato come quello stiamo vivendo, ognuno debba fare la sua parte: noi come imprenditori ci impegniamo a ridurre l’attività delle nostre aziende ma, al contempo, pretendiamo che l’autorità provveda, per quanto di competenza, a garantire l’ordine pubblico ed il rispetto delle norme che, da sole, ben poco possono servire.
Non è il clima che si spera per una ripartenza, in una località che molto ha investito per migliorare le strutture e l’accoglienza, dalle spiagge a cinque stelle a quelle dotate di lettini emozionali.
La stessa ordinanza anti alcol non è esente da problematicità, come sottolineano in una dichiarazione congiunta il presidente Confcommercio San Donà-Jesolo, Angelo Faloppa, il delegato comunale Alberto Teso e il presidente Caid (carrettini), Mirco Zanchetto: “Comprendiamo le motivazioni che hanno spinto il sindaco di Jesolo a firmare questa ordinanza, anche in risposta alle richieste del signor Prefetto, nel momento in cui la stagione sta muovendo i primi passi, per porre subito dei rimedi a dei segnali preoccupanti di disordini che si sono verificati in città, con protagonisti gruppi di giovani. Anche se rimane in noi la convinzione che solo con un aumento delle forze dell’ordine e la disposizione di presidi fissi nei punti più critici (come ribadito in più occasioni) si riesca a fare fronte a questa emergenza. Riteniamo, però, particolarmente penalizzante, oltre che negativa da un punto di vista dell’immagine, la decisione di spostare dalle 20 alle 16 l’avvio dell’ordinanza. Questo significa penalizzare fortemente le attività che si trovano lungo l’arenile, oltre che di difficile comprensione per il turista che si troverà a non potere più consumare neppure una birra sotto l’ombrellone. Questa decisione può rappresentare, oltre che un danno economico, un boomerang dal punto di vista dell’immagine, per cui chiediamo al sindaco di rivedere gli orari, almeno per quanto riguarda l’arenile. Di recente il premier Mario Draghi ha evidenziato l’importanza e la centralità del comparto turistico per fare ripartire l’economia dell’intero Paese: ed allora proprio per tutte queste motivazioni si chiede un intervento forte da parte di tutte le istituzioni per l’invio, quanto prima, dei dovuti rinforzi per i vari corpi di polizia”.
E il presidente degli albergatori Aja, Alberto Maschio, in merito all’ordinanza cosiddetta “anti alcolici” del sindaco di Jesolo, fa sapere che “Riteniamo che l’ordinanza, che immaginiamo il sindaco abbia firmato non a cuor leggero, fosse necessaria per dare un segnale forte della città e per ribadire che qui non c’è spazio per chi vuole creare disordini e ubriacarsi, ma solo per quanti vogliano trascorrere una vacanza all’insegna del divertimento e della serenità ma in tranquilla. Jesolo ama spesso confrontarsi con realtà di grandi dimensioni e ugualmente importanti dal punto di vista turistico: ricordo che in quelle realtà, nel mondo, il divieto di consumo di alcolici per strada è permanente, senza distinzione di giorni e orari. Parallelamente, però, chiediamo che le istituzioni lavorino, ognuno per i propri ruoli e competenze, per creare una cultura del sano divertimento tra i giovani, perché non possiamo credere che un problema sociale si possa combattere a colpi di ordinanze. Così com’è necessario, per la stagione balneare appena avviata, che ci sia un aumento della presenza delle forze dell’ordine, soprattutto nei punti più critici della città, come da troppo tempo ci troviamo a dover richiedere”.