In Friuli, a San Daniele, la seconda Comunità di energia rinnovabile d’Italia

La nuova Cer (Comunità di energia rinnovabile) Collinare del Friuli – San Daniele è la seconda in Italia dopo quella di Magliano Alpi in Piemonte. La sua realizzazione (qui l’atto costitutivo) nasce all’interno di un progetto che prevede l’attivazione di alcune decine di Cer entro il prossimo triennio. La prima Cer sarà avviata sfruttando l’impianto fotovoltaico da 55 chilowatt presente presso la scuola primaria di San Daniele.

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Nelle Comunità di energia rinnovabile l’energia viene prodotta attraverso l’uso di fonti rinnovabili e il fulcro dell’innovazione risiede proprio nel mettere al centro degli interessi la tutela dell’ambiente, il risparmio energetico e la cittadinanza attiva. I cittadini e le piccole aziende interessate, nel rispetto dei vincoli previsti dalla normativa, potranno aderire alle Cer, usufruendo dell’energia pulita prodotta.

Il Comune funge da referente per la Comunità energetica ed è anche il prosumer, ovvero colui che l’energia la produce, la consuma e la condivide con gli altri partecipanti alla Cer. Tutti i soci sono collegati alla stessa cabina secondaria di trasformazione. L’energia autoprodotta e autoconsumata viene incentivata economicamente dal Gestore dei servizi energetici (Gse). Il consumo energetico viene monitorato attraverso piattaforme digitali che acquisiscono i dati da dispositivi elettronici (meter) che registrano il consumo effettivo di energia rendendo disponibile al referente della Cer (il Comune di San Daniele) le informazioni circa i flussi energetici e la quota di autoconsumo dei membri. Diventare socio di una comunità energetica non sarà per nulla dispendioso poiché il costo, simbolico, sarà pari a 25 euro. A ogni soggetto aderente al progetto verrà installato un sistema di monitoraggio che permetterà una maggiore consapevolezza delle proprie abitudini di consumo, auspicando così ancsunhe in un miglioramento di queste.

Nel 2022 l’esperienza che la Comunità collinare del Friuli – prima comunità energetica rinnovabile (Cer) del Friuli Venezia Giulia e seconda in Italia – avrà acquisito nell’ottimizzare la produzione e il consumo di energia potrà essere messa a disposizione di tutti i Comuni della regione. È quanto hanno assicurato i vertici della Comunità collinare del Friuli (Ccf), che interessa il territorio dei 15 Comuni con una popolazione complessiva di 50mila abitanti, al convegno che ha illustrato gli obiettivi del progetto Recocer, alla presenza degli assessori regionali alle Finanze e alle Autonomie locali.

 

Il finanziamento assegnato dalla Regione per creare la regia coordinata dei processi di costituzione di comunità energetiche rinnovabili è di 5,4 milioni di euro. La Regione ha sostenuto il progetto – è stato sottolineato – con un impatto finanziario importante per la sua concretezza e per le importanti partnership che ha saputo avviare assieme al sostegno del Governo: “Laborioso, innovativo, lungimirante, si tratta di un progetto che si inserisce nel quadro degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza in un momento di discontinuità che deve diventare l’occasione per consolidare buone pratiche sostenibili tra i cittadini”.

Gli obiettivi sono stati illustrati nel dettaglio con il contributo di numerosi relatori istituzionali e tecnici, tra cui per l’Energy center del Politecnico di Torino – partner della Comunità collinare per il progetto – il referente del rettore Romano Borchiellini e il responsabile Business&Finance innovation Sergio Olivero, nonché l’amministratore delegato di Rse-Ricerca Sistema energetico Maurizio Delfanti.

Il progetto mira alla creazione di valore attraverso l’innovazione nel modo di generare, consumare e gestire l’energia; alla riduzione delle bollette elettriche utilizzando energia autoprodotta da fonti rinnovabili; alla condivisione di standard di progettazione, installazione e gestione di impianti; allo sviluppo di filiere locali con creazione di posti di lavoro; all’acquisizione coordinata di beni e servizi per generare economie di scala.

I primi risultati che sono stati raccolti nel territorio di Magliano Alpi sono confortanti: nei cinque mesi dopo l’avvio della comunità energetica la richiesta per l’installazione di pannelli fotovoltaici è, per esempio, triplicata.