La mappa delle zone dove il cellulare non prende: da segnalare qui

Seren del Grappa, Tramonti di Sotto, Brenzone sul Garda, Frisanco (Pordenone), Preone (Udine), Rossa Val Sesia (Vicenza: dal bivio di Balmuccia tutta la zona di rossa, Boccioleto è completamente assente il segnale), Roverè Veronese (Località Conca dei Parpari – Località Dosso Alto – Localita’ Camposilvano Frazione San Francesco – Contrada Masenel Contrada Piane – Località Vazzo, Localita’ Monte Capriolo Frazione San Rocco (solo Wind e Tim).

Sono solo alcune delle segnalazioni a NordEst che erano entrate nella prima mappatura dell’Italia della telefonia mobile senza segnale, voluta da Uncem – l’Unione dei comuni montani – nel 2019. Allora erano arrivate 1.450 emali di cittadini. E’ il momento di aggiorarla.

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E tutti possono contribuire. Si parte da quella analisi partita dal basso che ha permesso all’Unione nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani di comporre un elenco con 1.220 Comuni e relativi borghi, frazioni, strade, pezzi di territorio dove telefonare, mandare un messaggio, navigare in internet con il proprio smartphone è impossibile o quasi.

Una mappa partecipata

“Uncem – spiega l’ente – è al lavoro da un decennio per ridurre il divario digitale tra aree urbane e rurali. Divario che mette in crisi pubblica amministrazione, il lavoro dei Comuni, centinaia di migliaia di cittadini, le imprese. E che sorprende i turisti, costretti a rincorrere il segnale. Solo grazie al recente Piano nazionale per la Banda ultralarga, con 3 miliardi di euro che verranno investiti in infrastrutture sino al 2021 sulle reti dati, si stanno facendo passi avanti. Così grazie al piano per il 5G anche in 120 piccoli Comuni italiani, come previsto da AgCom a integrazione della copertura nelle aree urbane. Senza reti, 3G, 4G, wi.fi e altre, viene favorito spopolamento e desertificazione commerciale“.

Intere aree del Paese senza segnale telefonico per il proprio smartphone. Dove telefonare, mandare un messaggio, navigare su internet è impossibile. Con gravi rischi anche per la sicurezza pubblica. Dove non ci sono tacche, e si vaga in cerca di segnale.

Reti per tutti

“Vogliamo continuare ad agire su una grande emergenza del Paese – spiega il presidente Uncem Marco Bussone – che, con la tv che non si vede e le zone montane senza banda ultralarga, è la prima emergenza da colmare. Un problema di tutta l’Italia, non solo delle aree interne e montane, la telefonia mobile e le troppe zone dell’Italia senza copertura. Se l’Italia vuole essere tutta connessa, smart e intelligente, a prova di futuro, le infrastrutture di rete devono essere per tutti”.
Dopo la prima mappatura presentata a ottobre 2019 Uncem sta lavorando efficacemente – anche grazie ad Anfov e AssTel – con gli operatori di telefonia e proprietari delle reti, delle torri (TIM, Vodafone, WindTre, InWit) ma anche operatori per internet senza fili (in primis EOLO e BBBell).
A seguito della prima mappatura sono stati risolti una serie di problemi segnalati a Uncem da sindaci e cittadini. Le imprese hanno pianificato investimenti che si stanno concretizzando. Nella legge di bilancio 2020 sono stati previsti 1,5 milioni per nuovi tralicci, che ancora devono essere spesi. Ma il segnale è comunque positivo. Anche le Regioni hanno programmato investimenti e altri dovranno essere previsti nei POR FESR e grazie al PNRR. Dove non arrivano le imprese private- è la tesi dell’associazione – deve intervenire lo Stato con investimenti pubblici. nessuno però deve voltarsi dall’altra parte. Il digital divide parte dalle reti mobili ed è un problema serio. Eppure, Uncem ha recentemente scritto al Ministro Colao che gli oltre 8 miliardi per contrastare il digital divide con nuove reti, previsti dal PNRR, non possono andare solo alle aree urbane.
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“Una cosa è certa – prosegue il presidente Uncem – non possiamo intervenire, come Paese, solo lungo le linee dell’alta velocità AC/AV, dove il segnale manca. Serve un piano nazionale per coprire tutte le aree montane. Tutta l’Italia, anche quella più interna, remota, rurale, impervia”.
Uncem lo vuole fare con Mise, Ministero della Digitalizzazione, Ministero delle Autonomie, Regioni, con tutte le Istituzioni nazionali dalla parte degli Enti locali: “Con le imprese che aspettando di vedere i dati di questa mappatura. Il Governo e il Parlamento siamo certi saranno con noi in questa analisi e nel dare risposte a Sindaci, Amministrazioni locali, cittadini. La transizione ecologica non si può fare senza transizione digitale, per tutti. Senza lasciare indietro alcuno”.
“Grazie al contributo di tutti, compilando il form a questo link, possiamo dotarci di elenco aggiornato di quei pezzi di Paese, di quelle comunità che non riescono a telefonare, mandare messaggi e navigare, nelle zone alpine e appenniniche”, è l’appello di Uncem. “Ce lo hanno chiesto le imprese e volentieri lo componiamo, con l’aiuto di tutti: “Se il Piano banda ultralarga sta marciando troppo troppo lentamente, ed è gravissimo, il piano per la telefonia mobile è altrettanto importante“.

Senza segnale

Tutti possono contribuire alla mappatura. Evidenziando i problemi nel proprio Comune, con uno o più operatori della telefonia mobile, o in altri Comuni, dove ci si reca in vacanza, per un’escursione, per un viaggio, o semplicemente si passa in auto o a piedi. E il segnale va giù. Per rispondere, compilando il form, c’è tempo sino al 20 novembre 2021.
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