Il Consiglio comunale di Ferrara di Monte Baldo (Verona) ha approvato lo statuto del Consorzio Forestale del Baldo Valdadige. Si tratta del primo atto per l’avvio di un nuovo ente consortile che si occuperà della gestione delle proprietà forestali pubbliche nel territorio veronese, comprese tra il Monte Baldo e la limitrofa Val d’Adige.
A partecipare al Consorzio, come soci fondatori, sono stati chiamati anche i comuni di Brentino Belluno, Brenzone, Dolcè, Caprino Veronese, Malcesine e San Zeno di Montagna; oltre a Veneto Agricoltura che – è tra le attività che la Giunta regionale ha indicato all’Agenzia regionale -, in questa fase farà da coordinatore del progetto d’accordo con la Regione, anche partecipandovi con le foreste demaniali regionali veronesi del Monte Baldo e della Val d’Adige.
A regime, il Consorzio Forestale del Baldo-Valdadige potrà gestire un complesso di oltre 9mila ettari di territorio, con la possibilità di una futura adesione da parte dei proprietari privati che ad oggi, soprattutto per la limitata dimensione degli appezzamenti e per le difficoltà logistiche, non trovano convenienza in una gestione attiva del bosco.
Tra i compiti del Consorzio, la valutazione delle possibilità di utilizzo del materiale legnoso per filiere energetiche e reti di ultima generazione, al servizio di aree non metanizzate quali piccole contrade o realtà pubbliche ad elevata domanda di energia esistenti nei comuni aderenti al futuro Consorzio. Oltre alla risorsa forestale sarà compito di quest’ultimo valorizzare anche altri prodotti della montagna, promuovendo percorsi di certificazione ambientale e di qualità e puntando su un ampio ventaglio di servizi ecosistemici e ricreativi nei quali l’area perilacustre del Baldo-Val d’Adige già eccelle.
Si tratta del primo esempio sul territorio regionale di una forma di gestione che nasce dall’esigenza di unire proprietà forestali spezzettate, al fine di razionalizzare e valorizzare economicamente al meglio queste realtà territoriali, sia sul fronte della difesa idrogeologica, della biodiversità e della sostenibilità ambientale, sia su quella della competitività economica in un mercato difficile e critico nel nostro Paese come quello del legno.
I finanziamenti
E proprio a fine dicembre Uncem, l’unione di comuni, comunità ed enti montani, ha definito “di importanza strategica il finanziamento erogato dal ministero MIPAAF per la costituzione di forme associative o consortili di gestione delle aree silvo-pastorali. 803 mila euro andranno a cinque raggruppamenti nelle regioni del centro-nord, mentre 3,9 milioni di euro andranno a raggruppamenti delle regioni del mezzogiorno. Uncem auspica che altri bandi possano essere programmati nei prossimi anni, anche grazie ai 30 milioni di euro di finanziamenti per le filiere forestali previsti dalla legge di bilancio 2022, volti ad attuare la Strategia forestale nazionale.
Uncem e il presidente Marco Bussone ringraziano Alessandra Stefani, alla guida della Direzione generale dell’economia montana e delle foreste, per il coordinamento del bando sull’associazionismo forestale, finora una delle più forti carenze nel sistema italiano. “A fronte di 11,8 milioni di ettari di foreste, un terzo della superficie nazionale, l’associazionismo tra privati e anche tra sistema pubblico continua a essere carente, poco intrapreso, visto non come una vera e strategica necessità, quale invece è – conferma Bussone – Ecco che questo bando ha aperto un percorso virtuoso e lo testimoniano il numero di domande arrivate. L’Italia è un Paese forestale che per troppo tempo ha ignorato di esserlo. Deve agire di conseguenza. Troppo poco è stato inserito per le foreste nel PNRR. E molto dovrà essere fatto con le leggi di bilancio e con i PSR delle Regioni. Programmi di sviluppo rurale che, come richiamato dall’Europa, non sono certo solo agricoltura, bensì montagna, agricoltura e foreste. Investiamo bene nel prossimo settennato le risorse dei PSR per rigenerare le foreste italiane e per filiere forestali reali, durature, economicamente efficaci. L’associazionismo e la certificazione forestale sono i primi passi. Il sostegno del MIPAAF con 5 milioni di euro è un buon primo passo, al quale devono seguirne molti altri, politici, istituzionali, senza timidezza e senza considerare le foreste seconde al sistema agricolo nazionale”.