Tumore al seno, ricercatori veneti e catalani creano un test rivoluzionario

Il primo test genomico che consente di definire il miglior trattamento nelle pazienti con tumore della mammella in stadio iniziale che presentano iperespressione di una proteina (HER2), una neoplasia particolarmente difficile da trattare, sviluppato e brevettato dai due scienziati veneti e dai loro team insieme ai colleghi catalani.

“La ricerca si conferma ancora una volta uno dei grandi volani dell’eccellenza della sanità veneta, insieme alla cura e all’assistenza. I nostri ricercatori sono in grado, infatti, di fare squadra con i colleghi dei centri specializzati più importanti del mondo e porre la loro firma su risultati che sono vere tappe di progresso. Mi congratulo per il nuovo traguardo raggiunto, congiuntamente a colleghi dell’ateneo di Barcellona, dal professor Pierfranco Conte dell’Università di Padova, dalla professoressa Valentina Guarneri dello IOV e da tutti i loro collaboratori”. Così il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, esprime le sue felicitazioni per il risultato.

“Il Veneto da anni è concentrato con grande impegno in una attività di prevenzione e cura del tumore al seno che ha trovato nell’istituzione e diffusione territoriale delle Breast Unit una delle forme di massima attenzione verso le pazienti con percorsi di cura adeguati e multi professionali – prosegue il presidente -. Questa nuova tappa scientifica, sostenuta da studi rilevanti che hanno meritato la pubblicazione sulle maggiori riviste scientifiche internazionali, dimostra che questo lavoro conta anche su un tessuto di ricerca di eccellenza che consente alla nostra sanità di essere protagonista nel guardare al futuro con le cure più innovative e in una sfida per la continua evoluzione del progresso terapeutico. Ringrazio tutti i protagonisti di questo brevetto per il contributo che hanno saputo dare a beneficio di tante donne”.

La prevenzione

Lo scorso settembre la Giunta regionale del Veneto, su proposta dell’assessore alla Sanità e ai Servizi sociali, ha approvato la delibera con cui i “test genomici per patologia mammaria neoplastica in stadio precoce istologicamente diagnosticata” vengono inseriti nel nomenclatore tariffario regionale della specialistica ambulatoriale (l’elenco delle prestazioni erogabili dalle strutture sanitarie pubbliche). Il provvedimento fissa che siano eseguiti a carico del Servizio Sanitario Regionale, con erogabilità “R”, ossia eseguiti soltanto presso i centri specialistici riconosciuti dalla Regione.

</span></figure><em>foto via Pixabay</em>

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“Così in Veneto si apre la strada a una importante novità nella prevenzione e cura dei tumori – ha sottolineato l’assessore alla Sanità -. Fino ad oggi, infatti, non era previsto che questo esame potesse essere garantito senza oneri a carico del cittadino. I test genomici sono indicati in quei casi incerti, quando è necessario valutare l’effettiva utilità della chemioterapia adiuvante post-operatoria, in aggiunta alla ormonoterapia, per pazienti affetti da carcinoma mammario in fase iniziale con recettori ormonali positivi e con determinati valori del fattore di crescita epidermico. Più numerose a beneficiare di questo test sono le donne, ma non solo; quando sussistono i presupposti clinici, è stato stabilito che verrà assicurato con le stesse modalità indipendentemente dall’appartenenza di genere”.

“I test genomici – prosegue l’assessore – sono un altro importante tassello delle attività riguardanti il percorso diagnostico, terapeutico ed assistenziale della mammella che la nostra Regione ha organizzato nell’ambito della Rete Oncologica Veneta con un modello organizzativo specifico integrato per la prevenzione, la diagnosi precoce e il trattamento del carcinoma. Già dal 2017, infatti, sono stati individuati e organizzati 21 Centri di Senologia, ciascuno dotato di gruppo oncologico. La prescrizione del test deve essere effettuata dall’equipe multidisciplinare di quello tra questi centri di riferimento che ha in carico la paziente per l’indicazione, l’esecuzione e il follow up dell’eventuale chemioterapia adiuvante, tenuto conto delle preferenze espresse dalla paziente, che sarà opportunamente informata”.

Le storie

Spesso lo IOV racconta le storie delle proprie pazienti. Pochi giorni fa quella della cantante Donatella Rettore: “Sono stata salvata dallo IOV in piena pandemia – ha racconta la cantante veneta, una carriera che copre quasi cinque decenni -, adesso sono trascorsi due anni esatti, due anni lunghissimi ma anche bellissimi. Io ero tranquilla, mi sottoponevo a controlli periodici, ma quella volta la mia ginecologa, visitandomi, mi disse: “Non mi piace il sassolino che hai qui”. Mi sono fatta fare l’impegnativa per una ecografia e una mammografia, invece mi hanno fatto subito un ago aspirato: nel giro di pochissimi giorni sono stata ricoverata e sottoposta a intervento chirurgico. Avevo un chicco di riso, piccolo ma molto scatenato e cattivo. Tanto che l’esame istologico non è risultato buono, e sono dovuta tornare in sala operatoria”.

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Donatella Rettore è stata operata dal dr. Gianfranco Mora, direttore dell’Unità operativa complessa di Chirurgia Senologica 2, sede IOV di Castelfranco Veneto: “Medici e infermieri sono stati tutti dolci e carinissimi, persone di grande competenza e grande amore per gli esseri umani”.

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E poi c’è Barbara, artigiana del gioiello, 51 anni: la scoperta a un controllo annuale di routine. “Se avessi detto “non ho voglia” di fare la mammografia (eravamo in piena estate in pieno Covid) con l’autopalpazione non me ne sarei accorta”. Il suo viaggio è scandito da plurimi interventi, chemioterapie, pianti, incontri. fino all’ultima fase: “Il 12 aprile 2021 inizio la chemio di mantenimento, durerà nove mesi. E il #pazzopazzoviaggio continua con mille pensieri in testa, di salute, di lavoro. Il 27 maggio 2021 rientro in sala operatoria. Non ci voleva, e crollo di nuovo … Ne esco con una nuova operazione, nuovi punti”. Poi la strada del viaggio si fa più piana, e nasce un gioiello particolare.

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“A ottobre ricomincio a creare e nasce il mio bracciale “Promemoria” che vuole essere un “ricordati delle cose belle, semplici della vita”, e soprattutto “ricordati di fare prevenzione”. Il 10 gennaio 2022 l’ultima chemio.  “L’11 gennaio 2022 inizia la mia rinascita. Questa è solo la mia storia, ma nel tempo mi sono confrontata con tante donne, ho ascoltato, ho parlato, ci siamo donate forza”. Il 17 gennaio Barbara ha compiuto 51 anni. E conclude: “Di questo #pazzopazzoviaggio mi tengo stretta la voglia di vivere, i pianti liberatori, le risate fortissime, le guerre personali ed il fatto che nessuno dovrebbe permettersi di sottovalutare, usare, parlare a nome di un ammalato che sta impiegando tutte le energie per ritrovare il proprio equilibrio. Viva la vita!”.