Come vietare la caccia nei propri terreni (corsa a ostacoli con la burocrazia)

L’8 marzo scorso è stata approvata la delibera della Giunta regionale del Veneto n. 226 con la quale sono stati aperti i termini per la presentazione delle domande per chiedere il divieto di caccia nei propri terreni.

I termini per la presentazione delle domande partono dal 12 marzo 2022 e terminano il 10 maggio 2022.

Va detto che la procedura non è esente da critiche: a cominciare da quella di Andrea Zanoni, Consigliere regionale del Partito Democratico, che più sotto spiega come fare: “Dopo 15 anni torna il diritto di poter vietare la caccia sui propri terreni ma, come prevedibile, le procedure della Regione mirano a complicare la vita ai proprietari”.

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In sostanza il proprietario dovrà iscriversi all’Anagrafe del settore agricoltura con l’apertura di un fascicolo presso l’Avepa, dopo essersi procurato lo Spid, rivolgendosi a un Centro autorizzato di assistenza agricola o agli sportelli della stessa Avepa. Quindi dovrà presentare la domanda in via telematica compilando il modulo della domanda dell’applicativo ‘Venat’. “Era scontato che invece di semplificare, come assicurato in aula dall’assessore Corazzari al momento dell’approvazione del Piano faunistico venatorio, l’iter venisse complicato ai massimi livelli, al contrario di quanto accade ad esempio per le procedure per gli appostamenti fissi e allevamenti a fini venatori. A dimostrazione di come la lobby delle doppiette detti legge in Veneto; del resto il relatore del Piano era il presidente di Federcaccia. Comunque invito tutti ad armarsi di pazienza e non scoraggiarsi per poter esercitare un diritto garantito per legge, ci sono due mesi di tempo. E proprio questo diritto – sottolinea Zanoni – è uno dei motivi per il quale lo scorso 2 febbraio ho presentato un dettagliato esposto al Governo chiedendo di impugnare il piano faunistico venatorio per incostituzionalità. Il limite dell’1% della superficie totale regionale dei terreni su cui vietare la caccia è ingiustificato: non si può concedere un diritto, sancito da norme nazionali, un tanto al chilo”.

“L’esposto – ricorda in conclusione Zanoni – riguarda anche la percentuale di territorio tutelato, inferiore a quelle previste per legge, i valichi montani non protetti, le oasi naturali fatte in mare aperto o negli aeroporti militari e un’altra decina di questioni”.

Critica anche la Consigliera regionale di Europa Verde Cristina Guarda che parla di “una montagna di carte sotto cui devono perire i cittadini che intendono sottrarre i propri fondi dall’attività venatoria. E’ incredibile come in Veneto sia più facile mettere in piedi un cantiere piuttosto che esercitare un sacrosanto diritto previsto da una legge nazionale, oltre che dal nuovo Piano Faunistico Venatorio approvato appena due mesi fa.  Va ricordato che i cittadini hanno atteso l’opportunità di sottrarsi alle scorrerie di chi caccia per ben 15 anni, duranti i quali l’attuale maggioranza ha saputo partorire una procedura che sembra voler semplicemente scoraggiare i cittadini”.

 

Come fare

A dare chiarimenti è lo stesso consigliere Zanoni: “L’articolo 6 del Regolamento di Attuazione del Piano Faunistico Venatorio regionale 2022-2027, prevede che il proprietario o conduttore di un fondo che vuole vietarvi la caccia può presentare una richiesta alla Regione del Veneto, la quale ha delegato per la ricezione l’Agenzia Veneta per i Pagamenti ovvero l’AVEPA.

Con questa delibera vengono purtroppo previsti alcuni passaggi burocratici piuttosto pesanti, per prima cosa il richiedente, deve essere preventivamente iscritto all’Anagrafe del settore primario; perciò, deve aprire un fascicolo aziendale presso AVEPA anche se di mestiere non fa l’agricoltore.

Per aprire questo fascicolo non serve la partita IVA e ci si deve rivolgere alle associazioni di categoria che svolgono le pratiche agricole come: Coldiretti, Acli, Confagricoltura, Confagri, ecc. o direttamente all’AVEPA.

Per compilare la domanda poi ci sono due strade: A) Ci si rivolge alle associazioni di categoria succitate che svolgono le pratiche agricole che dietro pagamento caricano la domanda sul portale di AVEPA; B) ci si carica la domanda direttamente previo possesso di SPID tramite il portale dell’AVEPA mediante la procedura telematica prevista dal modulo informatico VENAT.

Nell’Allegato A della delibera, costituito da 19 pagine, scaricabile qui: http://bur.regione.veneto.it/BurvServices/pubblica/DettaglioDgr.aspx?id=472143 troverete tutti i dati necessari alla compilazione della domanda.

Nel caso vogliate caricarvi la domanda in proprio dovete prima leggere il manuale dell’applicativo telematico VENAT di AVEPA che trovate su questo link: https://www.avepa.it/manuali-procedure-psr-2014-2020 , è l’ultimo manuale della lista costituito da 34 pagine.

Nell’allegato A troverete i riferimenti e-mail e telefonici degli uffici della Regione Veneto e di Avepa ai quali potervi rivolgere per ulteriori informazioni.

Si tratta comunque di una procedura burocratizzata agli estremi, una cosa inaccettabile, dato che in altre regioni per queste pratiche basta mandare una raccomandata con allegato l’estratto mappale del terreno per il quale si chiede il divieto di caccia.

Invito tutti gli interessati ad attivarsi perché dovete sapere che sono ben 15 anni che non arrivava questa opportunità per i cittadini che possiedono dei terreni, sono sicuro che chi è interessato vincerà la burocrazia della Regione del Veneto”, conclude Zanoni.