Casa Pordenone a Buenos Aires i legami con i suoi emigranti nel mondo

Nel cuore di Buenos Aires, capitale dell’Argentina, c’è una casa intitolata alla Provincia di Pordenone: i recenti lavori di ristrutturazione (sostenuti da Fondazione Friuli) avvenuti in via Campo Salles numero 2250 sono l”occasione per raccontare la storia di questa villa nel quartiere di Nuñez, proprio ora che l’Efasce (l’Ente friulano assistenza sociale e culturale emigranti)  dell’Argentina, che qui ha sede, ha compiuto 40 anni dalla fondazione.

Nel 1982 l’allora presidente di Efasce Pordenone don Emilio Alfier mandò il consigliere Piero Biasin in missione in Argentina per costituire il Segretariato. Qui ad accoglierlo ci fu Giuseppe Perin di Caneva che indicò nell’ingegnere Davide Scian (originario di Cordenons, scomparso nel 2005) la persona adatta, che divenne il primo presidente argentino (e successivamente dell’intero Sudamerica). A quel punto fu impellente la necessità di trovare una sede all’Efasce Argentina e – raccogliendo i fondi tra gli emigranti – nel 1988 si potè acquistare questa dimora.

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L’atto di compravendita della sede è stato fatto a nome del presidente Davide Scian, Odolino Boer (deceduto anch’egli) e Pietro Poletto, che anticiparono i soldi per l’acquisto in quanto l’Ente non era ancora riconosciuto. L’acquisto della casa è testimoniato da una foto d’epoca in cui si vedono Pietro Poletto, Davide Scian, Assunta Poletto e Ida Formaggin. In seguito il passaggio di proprietà avvenne con il riconoscimento dell’Ente e l’Atto di donazione all’Efasce Argentina.

La Provincia di Pordenone, a cui fu intitolata, si assunse gli oneri relativi alla gestione e con un contributo del Comune di Pordenone e del Mobilificio Presotto di Maron, la Casa venne ampliata per ricavare un salone capace di accogliere 100 persone. Inaugurarono la casa con Scian il presidente dell’Efasce Riccardo Tomè e il senatore Bruno Giust. Con loro una decina di sindaci della Provincia, Mario Del Bosco e don Emilio Alfier. Successivamente, visitarono negli anni successivi durante i loro mandati i presidenti della Provincia di Pordenone Alberto Rossi ed Elio De Anna.

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Ora come detto, grazie alla Fondazione Friuli, è stata intrapresa una profonda opera di ristrutturazione che ha interessato la facciata e il cortile d’ingresso, il portico e il giardino, salone e tetto. Non appena la situazione sanitaria lo permetterà, Efasce Argentina celebrerà con un evento i 40 anni della sua fondazione proprio nella Casa della Provincia di Pordenone.

“Siamo vicini – ha commentato il presidente di Efasce Pordenone Gino Gregoris – ai nostri corregionali d’Argentina in questo momento celebrativo della loro storia. Confidiamo di rivederci il prima possibile, quando la situazione sanitaria lo renderà possibile: ma nell’attesa plaudiamo a questi lavori, sostenuti da Fondazione Friuli, così importanti alla sede che è un centro fondamentale della cultura della Regione del Friuli Venezia Giulia non solo a Buenos Aires ma in tutta l’Argentina”.

I legami

Sono forti e mantenuti con cura i legami fra Pordenone e i suoi emigranti.

Lo scorso dicembre all’EXPO di Dubai si è tenuto “Connected for a new start – Connessi per un nuovo inizio”, l’evento organizzato dall’Efasce che nella città degli Emirati Arabi Uniti ha incontrato i corregionali del Friuli Venezia Giulia aprendo nel contempo il nuovo Segretariato a loro dedicato, il quale sarà punto di riferimento nel rapporto con la terra d’origine (i Segretariati sono gli organi di rappresentanza dei corregionali che aderiscono a Efasce nelle varie parti del mondo).

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Al Dubai Exhibition Center di EXPO si è svolto il meeting – grazie al sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e della Fondazione Friuli – incentrato su idee, stimoli e “best practice” che possano fungere da motore di sviluppo per il Friuli Venezia Giulia. Con l’occasione è stato ricordato anche un progetto made in Pordenone che ha avuto successo negli Emirati Arabi Uniti, ovvero quello della Cimolai, azienda dalla fama internazionale che ha costruito la “piazza” centrale dell’EXPO.

“Un’esperienza davvero preziosa – ha commentato il presidente Gregoris al termine – che ci ha permesso di rinsaldare i legami con i nostri corregionali in una zona di recente, ma sempre più intensa emigrazione. Si è trattata della prima trasferta ufficiale dell’Efasce dopo l’emergenza sanitaria e siamo felici di aver potuto portare anche noi un pezzo di Friuli Venezia Giulia ai nostri amici, con cui i contatti ora saranno ancora più stretti tramite il nuovo Segretariato”.

Non solo: la trasferta ha permesso la realizzazione di una serie di videointerviste in cui i corregionali raccontano le proprie esperienze di vita e lavoro nel Golfo Persico. Approfondimenti video pubblicati sui canali Facebook, Instagram e YouTube “EFASCE Pordenonesi nel mondo”.

I giovani

Nonostante le limitazioni ai viaggi dovute all’emergenza coronavirus l’Efasce (Ente friulano assistenza sociale culturale emigranti) di Pordenone ha continuato a mantenere vivo il legame con i corregionali all’estero. Con la pandemia l’attività si è spostata online, che nel primo lockdown ha dato vita al progetto “4 chiacchiere con…”  in diretta sulla pagina Facebook , sul canale YouTube e LinkedIn “Pordenonesi nel mondo”.

In ogni puntata il dialogo è principalmente con esponenti della “nuova emigrazione”, ovvero chi è partito negli ultimi 10-15 anni (oltre 5mila persone). Fra loro Marco Vendrame, musicista, cantautore e insegnante che vive a Saint Cloud in Minnesota, le sorelle musiciste Valeria e Tiziana Pozzo che si sono trasferite a Londra, e da Berlino Daniela Gatto, originaria di Casarsa della Delizia, traduttrice medico-scientifica. A Parigi ha messo su casa la coppia Federica Coran e Luca Nardo originari di Prata di Pordenone, che nella capitale francese lavora negli uffici di due compagnie internazionali, lei nel settore del car sharing e lui in quello degli alimenti per animali da compagnia.

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Ancora, Claudio Mucignat, classe 1983, di Cordenons, che vive a Zurigo dove lavora come Ricercatore al Centro Ricerca Svizzera per la scienza dei materiali. «Da queste interviste – ha detto il presidente Efasce Gino Gregoris – emerge un quadro di grande intraprendenza e mobilità lavorativa, alla ricerca delle migliori condizioni professionali e per la realizzazione della propria vita personale e famigliare. In diversi casi la partenza di un corregionale è seguita da quella del partner, con la nascita dei figli all’estero. Ma, a differenza del passato, rimane anche uno stretto contatto con la terra d’origine, frequentata anche più volte l’anno, con anche alcuni casi di pendolarismo settimanale o mensile, e con visite dei parenti nel proprio Paese estero. Ripartenza, futuro e innovazione sono le tre parole chiave che chiediamo di commentare agli intervistati ottenendo idee per il Friuli Venezia Giulia del prossimo futuro. Dagli incontri online a quelli del Corso di lingua italiana e cultura regionale  – per i discendenti di seconda generazione e oltre – sono diversi gli ambiti in cui ci siamo attivati, con un programma che in questo 2021 vedrà aggiungersi altre attività innovative. Il tutto sempre coniugando l’attenzione nei confronti dell’emigrazione del XIX secolo e ai flussi migratori del secolo successivo con le nuove forme di emigrazione».

Nel 2019 Efasce ha dato incarico al sociologo Paolo Tomasin di analizzare i dati della recente emigrazione: nel periodo 2009-2019 sono espatriati dalla provincia di Pordenone 5.541 italiani (con un picco nel 2014: 570). Nel totale il 48,46%, pari a 2.685 persone, è in età compresa tra i 18 e i 39 anni. Dall’elaborazione di Tomasin si evince che queste sono le ragioni per l’espatrio nell’ultimo decennio: il 48% è legato al mercato del lavoro; 33% ragioni personali o preferenze professionali, e c’è un 13% in cui i datori di lavoro stranieri si sono mossi prima contattando i professionisti friulani. Principali mete: nell’ordine Regno Unito, Germania, Francia, Svizzera, Brasile, Spagna, Usa, Irlanda, Australia, Austria.