L’acceleratore di imprese del Nordest è sbarcato a Boston

Perché Boston? Perché  «è da sottolineare è la presenza già radicata, a Boston e in tutto lo US Northeast, di una comunità di imprenditori di origine italiana e di docenti provenienti dal nostro Paese che qui lavorano con ottimi risultati: due fattori che semplificano il dialogo», ha spiegato il direttore generale Gabriele Paglialonga (nella foto, a Boston) presentando il nuovo Industrio Point, voluto per supportare le startup e le Pmi high-tech nordestine (e in generale italiane) che vogliono fare il grande passo oltreoceano, tenendo conto di un contesto che attrae in particolare investitori del settore robotica e biotech, e può contare sulla vicinanza a istituzioni come Harvard e il MIT.

L’acceleratore e investitore in startup manifatturiere Industrio Ventures, attivo in tutto il Nordest, ha inaugurato domenica 22 maggio l’Industrio Point Boston. «Aprire cuore della Boston che innova e fa ricerca di livello mondiale è un onore. Si tratta della degna conclusione di uno sforzo iniziato nel 2018, quando come Industrio Ventures iniziammo a studiare le opportunità industriali, commerciali, finanziarie e tecnoscientifiche offerte da Boston alle startup e alle PMI manifatturiere nordestine; allo stesso tempo è l’inizio di un percorso, quello che andremo a compiere a Boston e nelle aree limitrofe con le aziende del nostro network e con i nostri partner, per crescere insieme e consolidare quel ponte tra il nordest italiano e lo US Northeast che in questi anni abbiamo saputo costruire – dichiara Gabriele Paglialonga, direttore generale di Industrio Ventures –. Il “ponte” naturalmente è a due corsie. Ecco perché siamo qui per fare scouting anche di startup, dato che noi stessi siamo investitori, e vogliamo dare ai nostri soci la possibilità di lavorare anche con startup bostoniane e, in generale, statunitensi».

Le prime startup

E poiché non si deve mai adagiarsi sugli allori, l’inaugurazione dell’Industrio Point Boston è stata all’insegna della concretezza, coincidendo con un Pitch Day con i partner bostoniani di 42N Advisors, durante il quale un selezionato gruppetto di startup d’eccellenza italiane hanno potuto presentare la loro tecnologia a un pubblico bostoniano di imprenditori, business angels e manager di grande esperienza. Secondo Arrigo Bodda, cofondatore di 42N Advisors, «aiutare società italiane a esplorare opportunità di business negli Stati Uniti è la nostra finalità principale. Grazie al partner Industrio Ventures, entriamo spesso in contatto con realtà molto interessanti e siamo onorati nel consigliare loro strategie e tattiche con l’intento di contribuire allo sviluppo di relazioni imprenditoriali stabili tra l’ecosistema innovativo italiano e quello americano».

Il Pitch day

Tra le startup che hanno partecipato al Pitch Day con 42N Advisors, ci sono state la startup MaCh3D e la startup EYE-TECH.

MaCh3D ha sede a Parma e opera in tutto il nordest, che considera uno dei suoi mercati nazionali primari. Spiega il ceo e co-fondatore Matteo Vettori, che ha un dottorato in Ingegneria Industriale: «E’ una piattaforma tecnologica di Smart Material Testing per un monitoraggio semplice, veloce e senza errori delle proprietà meccaniche dei materiali, spostando l’attività di Material testing fuori dai laboratori direttamente nei reparti di produzione industriale».

Se si chiede a Vettori perché presentare la propria idea a imprenditori, manager e business angels di Boston, risponde: «L’opportunità di presentare la nostra idea a degli imprenditori e manager americani specializzati nell’hi-tech è stata considerata da noi come un banco di prova per la nostra soluzione di fronte a un pubblico sinora mai ingaggiato. Le reazioni sono state molto positive. Senz’altro i feedback ricevuti hanno offerto ottimi spunti di riflessione sia in un’ottica di internazionalizzazione sia soprattutto in un’ottica di raccolta fondi, cioè investitori».

L’AD di EYE-TECH è la ligure-toscana Monica Vatteroni, un dottorato in Fisica. Trentina d’adozione (ha lavorato per anni con aziende private e centri di ricerca in Trentino), si divide tra la Toscana, dove ha sede la startup, e il Nordest, dove la startup è nata e continua a operare. «Facciamo sensori di visione, che sono l’elemento chiave di una telecamera. Il sensore è ciò che acquisisce l’immagine vera e propria, e noi lo realizziamo su silicio, con una tecnologia innovativa e brevettata che ha la caratteristica di aggiustare la propria risposta in base alla scena che sta acquisendo, come fa l’occhio umano. Infatti i nostri occhi sono sempre in grado di dare una risposta corretta perché riescono a modificare il loro comportamento sulla base di ciò che sta guardando. Il nostro sensore può fare questo, al contrario di tutte le altre tecnologie: è molto adatto alle applicazioni di intelligenza artificiale e machine vision».

EYE-TECH ha partecipato al Pitch Day con Industrio Ventures e 42N Advisors perché «ci troviamo in una fase di fundraising al momento, abbiamo bisogno di importanti fondi per sviluppare la nostra tecnologia. Ora, in Italia trovare investitori nel silicio è de facto impossibile, c’è molta più apertura e propensione ad investire nell’hardware a Boston». Boston è dunque vista dalla startup come «una possibile strada di sviluppo e di crescita, soprattutto per quanto riguarda l’iniezione di capitali, quella che ci può davvero permettere di fare il salto». Ancora, «l’Industrio Point a Boston senz’altro aiuterà tante startup del Nordest e del resto d’Italia. Sono convinta che in molti abbiano l’idea di provare a guardare in direzione di Boston, degli Stati Uniti, ma non sappiano come fare. Ecco perché è importante avere un ponte come quello che costruito da Industrio Ventures».