Perché nessuno vuole più fare l’autista o il camionista (ci vorrebbe Mastertruck?)

Sono stati considerati eroi nel periodo peggiore della pandemia e con il lockdown, perché con il loro lavoro permettevano i rifornimenti nei supermercati e le consegne dei beni di prima necessità.

“Oggi quella fase è finita, e la figura dell’autista di camion è introvabile: esaurito il serbatoio dell’Est Europa e Balcani, ci spingiamo fino alla Moldavia per assumere”, spiega Luca Ceccarelli, presidente di Ceccarelli Group. A dispetto di un clima di grande incertezza, dovuto prima alla guerra in Ucraina e poi all’aumento dei costi di carburanti e materie prime dall’altro, Ceccarelli Group, azienda leader nel settore di logistica e trasporti,  quartier generale a Udine e sedi anche a Trieste, Padova, Milano e Prato, cresce e chiude l’anno 2022 con 52 milioni di euro di consolidato con un aumento, pur in mesi particolarmente difficili, del 13% (il 2021 si era chiuso a 46 milioni).

Una crescita confermata anche dall’aumento di personale, con 20 nuove assunzioni nel solo 2022, così come dall’impegno al rispetto dell’ambiente, grazie all’introduzione di nuovi mezzi nonostante l’aumento del 25% dei costi di acquisto e le consegne abbiano raggiunto i 18 mesi.

E in tema di attenzione all’ambiente e alla sostenibilità, inoltre, nel 2022 sono stati avviati dei percorsi formativi attraverso master di primarie businness school per formare internamente i futuri Corporate Social Responsibility Manager, a cui spetterà eseguire annualmente il report di sostenibilità aziendale. «Un impegno dovuto – chiarisce Ceccarelli – per affrontare in modo responsabile le sfide del nuovo millennio».

Delle assunzioni fatte, però, solo poche unità sono gli autisti: si tratta perlopiù di personale per uffici e magazzini.  “E’ un mestiere che ha perso capacità di attrazione.

Non si tratta solo di fatica. Certo, è impegnativo, ma può anche essere una fase della propria vita lavorativa: anche nelle cucine non si ha certo una vita facile, ma programmi come Masterchef hanno reso i cuochi figure che piacciono ai giovani. Spesso da noi è capitato che un autista dopo qualche anno passasse ad altri ruoli, ad esempio nei magazzini o in ufficio al traffico”.

Il guadagno che peso ha? “Lo stipendio non è da sottovalutare. Un autista alla prima esperienza parte dai 1.800/2.000 euro, ma se accetta trasferte lunghe e notti fuori casa arriva a oltre 3mila. Può essere un investimento per prendere casa più velocemente”. Che cosa serve davvero per questo mestiere? “Il carattere ha un peso: si è soli molte ore, ad esempio, per qualcuno può essere congeniale, per altri è un problema. Serve pazienza perché a volte le fasi di carico e scarico impongono attese anche lunghe”.

Serve, naturalmente, la patente adatta, “ma molte aziende della logistica si sono mosse per pagarla a chi  lavorerà con loro. Noi stessi stiamo pensando a una academy“, conclude Ceccarelli.

Il nodo patente

La mancanza di autisti nel campo dei trasportatori di merci e delle ditte di autobus rappresenta da tempo una problematica significativa. A più riprese le sezioni di mestiere dei Trasportatori di merci e degli Autonoleggiatori hanno avuto modo di attivarsi per ottenere delle condizioni più attrattive in ambito formativo. Tra i punti più significativi anche un sostegno economico per l’ottenimento di una patente professionale.

Di recente il Ministero per le Infrastrutture e la Mobilità sostenibile ha  deciso l’introduzione di un fondo utile per garantire un supporto di valore ai giovani che intendono ottenere la patente per autista di mezzi pesanti o autobus. “Questo sostegno costituisce uno strumento importante per rendere il mestiere di autista più accessibile ed attrattivo per i giovani” ha affermato il presidente degli Autonoleggiatori lvh.apa Hansjörg Thaler.

Dalle 12 del 13 febbraio,  tutte le ragazze e i ragazzi che intendono conseguire le patenti per l’autotrasporto e la carta di qualificazione del conducente (meglio nota come ”Cqc”) hanno potuto presentare domanda compilando semplicemente il modello disponibile sulla piattaforma dedicata. La misura consente (consentiva?) ai giovani tra i 18 e i 35 anni di richiedere un contributo fino all’80 per cento della spesa sostenuta – fino a un massimo di 2.500 euro – per il conseguimento dei documenti di guida necessari per operare nel settore dell’autotrasporto.

In Italia si stima che manchino almeno 25.000 autisti.

Fondi esauriti

Ma il  Bonus Patente, prima per le autoscuole e poi per gli utenti, attivato sulla  piattaforma del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), è durato davvero poco.

Il totale, per il 2023, di 5,4 milioni di euro, è stato esaurito nell’arco di poche ore con un totale di 1.996 richieste di nuovi giovani autisti abilitati giunte al MIT.

“Il Bonus Patente è una delle misure tanto auspicate dal comparto, perché rappresenta una risposta concreta alle aziende che soffrono la cronica mancanza di personale alla guida. Resta il rammarico di aver visto i fondi esaurirsi in poche ore dall’apertura della fase di presentazione delle domande. Per questo, come Confartigianato auspichiamo, che per il 2023 possa essere rifinanziata – spiega la presidente del Sistema Logistica di Confartigianato Vicenza, Sonia Tessari-  Per un settore che già si trova a fare i conti con pesanti rincari, e una burocrazia che ostacola la competitività rispetto alle aziende straniere, questi incentivi sono ossigeno puro sul fronte dell’emergenza autisti che, come detto, sta mettendo a rischio il futuro del settore. D’altro canto alcuni autisti, consapevoli del fatto di essere tra i pochi in circolazione, non esitano a passare con facilità, a fronte magari di pochi soldi in più, da un’azienda di trasporti a un’altra creando non poche difficoltà di programmazione soprattutto alle piccole imprese artigiane che vogliono invece investire su di loro».

La necessità di operatori, è figlia anche di pandemia, sviluppo dell’e-commerce e mancato ricambio generazionale: ora – secondo l’associazione – la situazione è tale da mettere a rischio l’intero sistema Logistica, trasporti turistici e di business che nel Vicentino conta 1.131 imprese per un totale di 2.566 addetti.

Uno degli ostacoli che blocca l’avvicinamento dei giovani a questa professione è il costo della patente – spiega Sonia Tessari- che, con la carta di qualificazione conducente (nota come CQC), oscilla tra i 4mila e i 5mila euro. Un impegno economico importante che contribuisce a portare i giovani a scegliere professioni diverse dall’autotrasportatore nonostante oggi camion e bus siano tecnologicamente evoluti e tra le competenze valutate ai fini dell’assunzione ci sia anche quella dell’elettronica”.

Per  Christian Da Canal, presidente della Sezione Trasporti di Confindustria Belluno Dolomiti, comunque con il “bonus si rimuove un ostacolo importante, ma non l’unico perché attorno all’autotrasporto ci sono ancora troppi pregiudizi. In realtà, quella dell’autotrasportatore, è una professione in evoluzione, che può dare soddisfazioni lavorative e personali”.

La Sezione ha calcolato in oltre cento i profili necessari alle aziende associate soltanto in provincia di Belluno: “È un gap sul quale dobbiamo intervenire il prima possibile altrimenti rischiamo di fermare le nostre attività, già alle prese con caro-energia e inflazione. Nessuno però vuole lo stop”, rimarca Da Canal, “anche perché il settore gode di una buona salute complessiva, nonostante le tantissime criticità, segno di una solidità di fondo e della presenza di tante aziende serie e radicate sul territorio. Le Olimpiadi inoltre saranno un ulteriore volano per la logistica: i fabbisogni di personale sono destinati a crescere”.

Anche per questo, Da Canal con la sua squadra è impegnato nelle scuole della provincia con iniziative di orientamento. Non solo. Le stesse imprese bellunesi aprono quotidianamente le loro porte a esperienze di stage e alternanza scuola-lavoro. “La nostra priorità è quella di dare un futuro a un comparto strategico per l’intero manifatturiero bellunese. Senza logistica e trasporti si fermano le filiere: in un territorio decentrato come il nostro – fatto di lunghe distanze – l’urgenza è massima”, prosegue Da Canal che lancia alle nuove generazioni un appello: “Alle ragazze e ai ragazzi dico di farsi avanti. Siamo pronti a fare la nostra parte”.