Un appello rivolto alle aziende che ancora – qualcuna invece si è già mossa – non hanno preso posizione sul nodo aumento per i metalmeccanici.
Con il cedolino paga di giugno i lavoratori metalmeccanici – anche del Friuli Venezia Giulia – riceveranno gli aumenti retributivi previsti dai CCNL di categoria per un valore al livello C3 (ex 5° livello) di € 123,4, con valori che vanno tra i 100 e i 135 euro tra i livelli più utilizzati.
L’aumento è frutto di tutto ciò che è accaduto lo scorso anno e che ha portato ad una crescita importante dell’inflazione con un dato a consuntivo per l’anno 2022 del + 6,6% (fonte ISTAT).
Questo incremento economico – spiega Pasquale Stasio, segretario FIM-CISL Friuli VG – arriva in un momento estremamente difficile per le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici, che hanno visto nell’ultimo anno ridurre drasticamente il loro potere d’acquisto con una perdita su base annua di circa una mensilità.
L’effetto benefico per i metalmeccanici, legato al Contratto Nazionale, rischia però di essere vanificato in virtù della scelta delle aziende che, per contenere l’aumento del costo del personale all’interno dei loro bilanci, starebbero pensando in molti casi di applicare l’assorbimento dei superminimi individuali, ove assorbibili.
“Per questo motivo noi della FIM-CISL, insieme alle nostre RSU, abbiamo iniziato nelle ultime settimane una “campagna di sensibilizzazione” nei confronti delle aziende, con richieste formali di non assorbimento” fa sapere con una nota il sindacato.
Lo stesso sindacato “non può ostacolare giuridicamente queste eventuali scelte, perché il superminimo individuale è un elemento retributivo che non fa parte della contrattazione collettiva, né nazionale né di secondo livello, e che le aziende contrattano singolarmente con i propri dipendenti quasi sempre per valorizzarne la professionalità”. E conclude: “Noi della FIM crediamo però che non sia corretto sterilizzare la boccata di ossigeno in arrivo dalla contrattazione collettiva in virtù di accordi individuali, non vanno mischiate le cose, soprattutto in uno scenario in cui le retribuzioni delle lavoratrici e dei lavoratori italiani risultano essere tra le più basse d’Europa. Registriamo positivamente che al momento qualche azienda ha già risposto positivamente alla nostra richiesta, ma ancora molte ne mancano“.
La difesa del potere d’acquisto delle retribuzioni “è un aspetto indispensabile per dare dignità al lavoro e può, inoltre, portare giovamento a tutta l’economia non solo alle persone che ne beneficiano”.
Si parla di #LavoroaNordest. Potrebbero interessarti anche:
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