Già da sabato 8 luglio la Regione Veneto ha dichiarato lo stato di allarme climatico per disagio fisico per le giornate del 10 e dell’11 luglio 2023 a causa del caldo intenso: è solo la prima ondata di calore di questa estate. Questo stato di allarme ha riguardato tutte le zone della regione: costiera, pianeggiante, pedemontana e montana ed è stato comunicato come di dovere a tutti i dipartimenti interessati, dalle ULSS alla protezione civile.
Alte temperature associate all’umidità elevate, condizioni costanti in estate nella regione – spiega una nota sindacale – sono sorgenti di rischio che possono provocare danni seri alla salute ed esistono specifiche leggi e regole che devono essere messe in pratica quando si presentano certe temperature. Anche negli anni passati ci sono stati disagi e proteste: e il sito dell’Ulss 7 Pedemontana ricorda che “Il rischio da calore è un’emergenza estiva, ma non è una emergenza imprevedibile perché rappresenta una realtà che si ripete ogni estate; in Italia negli ultimi decenni si registra un costante aumento delle temperature estive e, secondo le previsioni, sarà sempre più probabile osservare condizioni estreme (ondate di calore). Anche gli infortuni sul lavoro possono essere correlati alle ondate di calore. Le elevate temperature possono causare malori o ridurre la capacità di attenzione del lavoratore e quindi aumentare il rischio di infortuni. Durante le ondate di calore i tipi di infortunio e le modalità di infortunio più frequenti sono: incidenti di trasporto, scivolamenti e cadute, contatto con oggetti o attrezzature, ferite, lacerazioni e amputazioni”.
Sui campi e in edilizia
L’Ulss 9 scaligera informa anche su altri settori:
Rischio da colpo di calore in edilizia e agricoltura: misure di prevenzione. Con l’arrivo e la permanenza del caldo e dell’elevata umidità dell’aria si ripropone l’emergenza calore, pericolo insidioso spesso trascurato nel settore agricolo ed edile. Tali condizioni, anche in provincia di Verona determinano infortuni gravissimi e mortali.
Sul sito ci sono le schede informative e i consigli per gestire la situazione:
ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO: programmare i lavori con maggior fatica fisica in orari con
temperature più favorevoli, preferendo l’orario mattutino e preserale; programmare il lavoro nelle serre
in modo che, nelle ore più soleggiate e calde, i lavoratori non sostino in modo continuativo all’interno
della serra.
ZONE OMBREGGIATE: devono essere garantite zone ombreggiate, anche attraverso la
predisposizione di tende, ombrelloni, gazebo o vele ombreggianti.
PAUSE: prevedere pause durante il turno lavorativo, con durata variabile in rapporto alle condizioni
climatiche e allo sforzo fisico richiesto dal lavoro. Le pause devono avere durata di almeno 15’ ogni
ora, quando ci sono temperature ≥30°C.
AREE DI RISTORO: garantire che le pause vengano fruite in un luogo il più possibile fresco o
comunque in aree ombreggiate
Attenzione sempre ai segnali di allarme:
- cute calda e arrossata
- sete intensa
- sensazione di debolezza
- crampi muscolari
- nausea e vomito
- vertigini
- convulsioni
- stato confusionale fino alla perdita di coscienza
Il sindacato
“Giustamente la Regione Veneto ha dichiarato lo stato di allarme climatico per disagio fisico viste le altissime temperature previste in questi giorni. L’elaborazione dell’ARPA Piemonte, che qui alleghiamo, ci dicono che la combinazione dell’alta temperatura e la persistente umidità dell’aria, sono un fattore di pericolo e di grande disagio. È bene ricordare che sono ancora tantissimi i luoghi di lavoro in cui purtroppo non sono previste misure particolari di contrasto a questi fenomeni sempre più frequenti e intensi, effetto dei cambiamenti climatici in atto. Per questo occorre rivendicare (anche nella predisposizione del Documento Valutazione dei Rischi dove ancora questo non si è fatto), misure che vanno dall’adeguato rifornimento di acqua fresca, all’istituzione di ulteriori pause e la predisposizione di luoghi di ristoro adeguati, il cambiamento dell’orario di lavoro in fasce orarie più fresche, fino ad arrivare anche all’interruzione e alla sospensione del lavoro dove le misure precedenti non abbiano raggiunto il risultato sperato e dove il microclima metta in pericolo la loro sicurezza. L’alta temperatura è un fattore di rischio molto importante per la salute delle lavoratrici e dei lavoratori e come tale deve essere trattato dalle aziende che hanno responsabilità della loro sicurezza” spiega il segretario generale della Fiom del Veneto Antonio Silvestri.
Il rischio derivante dalla combinazione umidità temperatura può anche essere calcolato utilizzando l’indice Humidex sul sito di Arpa Piemonte.
Humidex è uno degli indici utilizzati per valutare il benessere climatico dell’uomo in relazione all’umidità ed alla temperatura. I primi studi sono stati effettuati nel 1965 in Canada, ma solo successivamente, alcuni meteorologi canadesi, hanno individuato una scala che cerca, considerando la temperatura dell’aria e l’umidità relativa, di calcolare un singolo valore in grado di descrivere il disagio, per l’uomo, che si verifica in giorni umidi e caldi. Tale indice si basa su di una semplice relazione empirica che prende in considerazione la temperatura dell’aria e la tensione di vapore. Facendo un esempio pratico con una temperatura di 35° e un’umidità del 50%, come quelle percepite oggi a Padova, l’indice Humidex segna 45° e quindi “Pericolo. Grande disagio. Evitare sforzi. Cercare un luogo fresco ed in ombra. Probabili crampi o spossatezza da calore. Possibile colpo di calore in seguito a prolungata esposizione al sole e/o attività fisica”
Schematicamente sono stabiliti 5 livelli di rischio con le rispettive azioni da realizzare per garantire il benessere psicofisico del lavoratore. Tali valori si applicano anche per lavorazioni all’aperto.
Si parla di #LavoroaNordest. Potrebbero interessarti anche:
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