Carcere e formazione, inclusione e opportunità.
Lo scorso aprile è partita la collaborazione tra l’Associazione degli industriali bellunesi e la Casa circondariale del capoluogo all’interno del Progetto per il Sociale. Dopo un seminario rivolto alle aziende associate – incentrato sulle opportunità di una tale sinergia che si è svolto nei mesi scorsi –è stato avviato un vero e proprio percorso di formazione, per dare ai detenuti partecipanti la possibilità di apprendere alcune nozioni base per inserirsi nel mondo del lavoro una volta terminato il periodo della pena detentiva.
E ora ill ciclo formativo è giunto al termine con la consegna degli attestati di partecipazione. Una iniziativa sperimentale – nata dalla collaborazione tra Confindustria Belluno Dolomiti e l’Istituto penitenziario del capoluogo – che si inserisce all’interno del grande Progetto per il Sociale avviato negli ultimi anni dall’Associazione degli industriali proprio per favorire l’inclusività in azienda a tutti i livelli.
Gli attestati sono stati consegnati da Flavio Mares in foto), consigliere delegato al Sociale di Confindustria, alla direttrice della casa circondariale Tiziana Paolini e al capo area educativa Lina Battipaglia. È stato un percorso importante dove si sono abbattute tante barriere, non solo materiali”, afferma Mares. “Ogni persona può avere una seconda opportunità e diventare una risorsa per la comunità. È una questione sia etica che economica”.
Il progetto formativo è stato suddiviso in due momenti. Nel primo i corsisti hanno imparato a predisporre il proprio curriculum vitae e a sostenere un colloquio di lavoro; in questo sono stati supportati dai rappresentanti di tre importanti aziende del territorio come Ceramica Dolomite Spa, Epta Spa e Sest Spa – Lu-Ve Group. Il secondo momento invece è stato dedicato ai temi della sicurezza a cura di Certottica Group tramite i formatori della sua nuova business unit ABLE Education – Centro Sviluppo Competenze Belluno Dolomiti”.
I partecipanti sono stati suddivisi in gruppi per consentire lo svolgimento della didattica nel massimo rispetto delle normative e dei regolamenti penitenziari.
È stato un confronto diretto e arricchente, dove si sono messe al centro competenze e aspettative, al di là di ogni pregiudizio”, prosegue Mares. “Per questo, con la direttrice Paolini e la dottoressa Battipaglia – che ringrazio per la grande disponibilità – abbiamo condiviso la necessità di riproporre nuove iniziative di dialogo e scambio anche in futuro. La convinzione è che la nostra montagna debba diventare un laboratorio di inclusione dove nessuno viene lasciato indietro. Ringrazio anche le aziende partecipanti: hanno dimostrato umanità e lungimiranza”.
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