Il Bonus rammendo alla francese, che artigiani e calzolai vorrebbero in Italia

“Non chiamatelo “bonus rammendo, è molto di più”!” Sono parole di Beniamina Zecchin, presidente nazionale e regionale Veneto dei Sarti Stilisti e Ivo Gottardi, presidente regionale del Gruppo Calzolai di Confartigianato (nella foto) che sottolineano: “Il contributo alla riparazione istituito in Francia non solo risponde alla risoluzione Verso un mercato unico più̀ sostenibile per le imprese e i consumatori del 25 novembre 2020 del Parlamento europeo, ma è un fatto culturale che deve essere al più presto replicato nel nostro Paese per riportare al centro la manutenzione e la riparazione dopo anni di fast fashion”.

“Il contributo francese – affermano i due presidenti – è musica per le nostre “mani” di professionisti della riparazione. Il diritto alla riparazione è uno degli asset portanti della strategia europea per una moda più sostenibile  e il nostro Paese, che ha ancora migliaia di attività artigiane operative nei mestieri strategici della sartoria e calzoleria, è pronto a cogliere la sfida. Ma non è solo riparazione. Molta dell’attività dei nostri laboratori oggi si concentra sulla personalizzazione, sull’Upcycling (la rimessa a modello di un tempo) e sulla rigenerazione”.

In regione Veneto operano a fine 2022 oltre 1.200 imprese artigiane tra Sarti (904) e Calzolai (297).

“Il bonus transalpino – proseguono Zecchin e Gottardi – è fondamentale e da replicare anche in Italia per riportare all’attenzione di una clientela “distratta” da anni di fast fashion, l’esistenza delle nostre attività e le straordinarie capacità di intervento che possiamo offrire. le nostre imprese hanno resistito ad un ventennio in cui riparare una calzatura o un abito non solo non era contemplato dai clienti ma diventava anche difficile a causa della scarsa qualità dei prodotti immessi nel mercato. Ora siamo alle porte di una nuova stagione dettata dalla consapevolezza che la moda inquina e ne va ridotto l’impatto. Noi siamo pronti a fare la nostra parte ma servono da un lato norme europee che impongano alle aziende produttrici di progettare e realizzare capi con maggiori criteri di sostenibilità e qualità e dall’altro promuovere la manutenzione e la riparazione, anche con bonus come quello d’oltre Alpe. Il rapporto Italia 2020 di Eurispes stimava già allora che ogni italiano, in un anno, consuma 34 vestiti e ne butta 14 chili. Dati che avvicinano l’Italia ai numeri dello spreco presentati in Francia”.

“Lavoreremo –  concludono i due presidenti- con i rispettivi Gruppi nazionali di Confartigianato affinché si pensi anche nel nostro Paese ad individuare modalità che sostengano coloro che effettuano le manutenzioni e le riparazioni”.

Il bonus francese

Da ottobre, in Francia, arriverà un bonus per incoraggiare le persone a far riparare i propri vestiti e le proprie scarpe anziché gettarli via. L’iniziativa è finalizzata a ridurre le 700.000 tonnellate di vestiti buttati via dai francesi ogni anno, due terzi dei quali finiscono in discarica. Una soluzione dal doppio risvolto: ecologico e di sostegno agli artigiani che effettuano riparazioni. I clienti potranno richiedere 7 euro per la sostituzione di un tacco e 10-25 euro per la riparazione di abiti, attingendo a un fondo di 154 milioni di euro istituito per il periodo 2023-2028.

 

 

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