Quello che resta è una realtà fatta di sette centri – composti da minialloggi – per l’ospitalità ad anziani, padri separati e familiari di pazienti ospedalieri fuori sede. E poi un emporio solidale che offre alimentari, mobili e vestiario, perfino farmaci per chi non se li può permettere.
Il tutto gestito da una fondazione che è già impegnata nella realizzazione di un ottavo centro che dovrebbe ospitare anche studenti universitari. E’ l’eredità che lascia don Armando Trevisiol, 94 anni compiuti, scomparso il 9 agosto a Mestre dove per circa 70 anni si è dedicato alle persone più deboli, contando più sulle sue forze – e su quelle dei cittadini dei quali si era guadagnato la fiducia – che sulle istituzioni (anche religiose).
Amava definirsi un prete di campagna, dove effettivamente era nato nel 1929, ma per raggiungere i suoi obiettivi aveva dimostrato di saperci fare con gli affari. E con una finanza decisamente creativa: dall’idea di “vendere” le stelle dipinte sul soffitto della sua chiesa, la parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio a Carpenedo di Mestre, ai “bond paradiso” – taglio unico 50 euro – lanciati nel 2005. I fedeli contribuivano, lui rilasciava una pergamena da presentare direttamente a San Pietro nel momento del trapasso come titolo per entrare nel Regno dei cieli.
Garantiva lui, don Armando, sulla fiducia: quella che si era guadagnato creando attorno a sè una squadra di progettisti, operai, pensionati che hanno dato forma alle sue intuizioni con un modello di privato sociale che di recente ha suscitato la curiosità di enti locali e istituzioni di tutta Italia.
Era stato ordinato sacerdote nel 1954 dal patriarca Angelo Roncalli, il futuro Papa Giovanni XXIII, e si era formato a Mestre alla scuola di monsignor Valentino Vecchi (cui sono intitolati i sette centri residenziali), assieme a un altro prete, don Franco De Pieri, fondatore del Centro don Lorenzo Milani, pietra miliare nella cura delle tossicodipendenze. I due sono sepolti fianco a fianco, nel cimitero di Mestre, vicino alla chiesa che lo stesso don Armando aveva creato dal nulla, naturalmente con le offerte dei fedeli, fino a quando il Patriarcato non lo aveva indotto a passare la mano. Con il risultato che la chiesa adesso è chiusa, mentre all’esterno del suo emporio solidale si fa la coda, anche in pieno agosto, per rimediare un pasto, un vestito e qualche mobile di seconda mano. Miracoli – letteralmente – della finanza creativa.
Il ricordo
“Con don Armando Trevisiol se n’è andato un sacerdote sempre attento ai più deboli, agli ultimi. Sua è stata l’idea di dedicare una ‘casa’ agli anziani e ed è riuscito nell’impresa nel 2005 fondando quello che oggi è un fiore all’occhiello per l’assistenza sul territorio, il centro Don Vecchi, 510 alloggi per anziani in difficoltà. È stato parroco a Mestre, nella parrocchia di Carpenedo, dal 1971 al 2005, diventando un punto di riferimento per la comunità intera”.
Così il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia sulla scomparsa a 94 anni di don Armando Trevisiol.
“Per il suo impegno – ricorda Zaia -, per le tante iniziative di carità e solidarietà, è stato insignito anche del titolo di Cavaliere del Lavoro dal Presidente della Repubblica. Desidero esprimere il mio cordoglio alla famiglia e alla comunità religiosa. Grazie per quanto ha fatto, a Venezia e al Veneto mancherà”.
E il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, lo ricorda così: “La scomparsa di don Armando Trevisiol è un grave lutto per tutta la Città di Venezia. Una morte che mi colpisce e mi addolora e che lascia un vuoto profondo. Don Armando è stato un vero innovatore, che ha dedicato la sua vita agli altri, a insegnare i valori della vita ai giovani, ad aiutare i più deboli, i meno abbienti, gli ultimi e soprattutto gli anziani. I quasi 70 anni di vita sacerdotale, don Armando li ha spesi per il prossimo, come una missione da portare avanti giorno dopo giorno.
Docente di religione, parroco, è stato una figura fondamentale non solo per le qualità umane e di carità, ma anche per quella innata capacità comunicativa che lo ha reso un precursore, nonché per le decine di iniziative che ha saputo trasformare in realtà. Spinto da una forza di volontà e da un coraggio fuori dal comune, nonché da una innata capacità di coinvolgimento, ha vinto sfide che sembravano impossibili e lascia un’eredità importante, tangibile, che abbiamo l’onere di raccogliere e portare avanti.
Con il suo carattere fermo, ma sempre disponibile, don Armando ci consegna i centri per anziani che portano il nome del suo “maestro” Don Vecchi: un’imponente opera, resa possibile dalle donazioni dei fedeli, divisa in più strutture che offrono alloggi protetti per anziani autosufficienti, ma che poi negli anni è cresciuta con altri centri destinati a disabili, separati, preti anziani, operai, impiegati, medici e infermieri di altre città che lavorano a Mestre, nonché ai parenti di pazienti di altre località che sono in cura a Mestre. A don Armando va anche il merito di aver avviato numerose iniziative per i meno abbienti dalla Bottega solidale (spesa gratuita grazie alle offerte di cibi in eccedenza dei negozi) ai Magazzini San Giuseppe (mobili e oggetti per la casa usati gratuiti) fino ai Magazzini San Martino (vestiario usato gratuito).
Don Armando Trevisiol era un prete che dava tutto sé stesso per gli altri. Ci resterà il suo esempio di aver donato molto più di quello che ha ricevuto. L’ultima volta, l’avevo incontrato il giorno del suo compleanno per fargli gli auguri di persona. Anche in quell’occasione non aveva smesso di raccontarmi dei nuovi progetti che stava elaborando, delle nuove sperimentazioni per il futuro dei giovani e delle persone più in difficoltà.
Oggi è il momento del lutto e della preghiera, ma la Città di Venezia troverà poi, d’intesa con la comunità ecclesiale, momenti e occasioni di approfondimento del suo agire, in sua memoria. Don Armando era una vera forza della natura”.
I funerali saranno officiati dal Patriarca di Venezia Francesco Moraglia venerdì 11 agosto alle 9.30 presso la chiesa dei Santi Gervasio e Protasio di Carpenedo (Mestre).
Le foto sono tratte dal numero speciale dell’Incontro, il settimanale da lui fondato nel 2005, dedicato a don Armando.
Si parla di #CronacheaNordest. Potrebbero interessarti anche:
Il giovane casaro e una vecchia latteria di paese da far rinascere in Cadore
Il runner instancabile e il ciclista trapiantato: campioni e colleghi
Una laurea con il massimo dei voti a 88 anni: “Che cosa c’è di speciale?”