C’è tempo fino al 20 agosto 2023 per richiedere una visita in una delle «piccole comunità accoglienti» che aderiscono al progetto Vieni a vivere in montagna.
Una idea innovativa, che stravolge le logiche delle case date in regalo o a un euro simbolico a chi le richiede, perché punta a dare valore alle comunità che si mettono in gioco. Sono sette i comuni della montagna friulana che aderiscono: Comeglians, Resia, Resiutta, Savogna, Stregna, Tramonti di Sotto e Tramonti di Sopra. Il progetto guarda a quanti intendano mettersi in gioco per diventare “Nuovi abitanti dell’arco alpino friulano”, alla luce di quelli che possono essere i suoi punti di forza: la qualità ambientale e di vita, per chi dopo la pandemia ha scelto di lasciare le città e lavorare da remoto, ma anche l’altitudine, al riparo dalle ondate di calore.
La regia è della Cooperativa Cramars, soggetto ideatore e attuatore, con Fondazione Friuli soggetto finanziatore e Uncem Nazionale partner del progetto.
Sette comuni
Loro, le sette amministrazioni comunali, svolgono un ruolo di primo piano: in questi mesi hanno mappato le proprie case libere – con informazioni dettagliate: a chi sono adatte? per quante persone? – ma anche opportunità di studio e di lavoro.
Un patrimonio di informazioni su servizi, opportunità, contatti e chiavi di accesso per mostrare e dare valore a ciò che di più forte c’è in queste zone montane, ovvero la rete di relazioni: «In sostanza si vogliono offrire i vantaggi delle aree rurali laddove esiste ancora un senso di comunità, senza i difetti: cioè senza l’isolamento», si legge nella presentazione. E ora i sette paesi sono pronti ad accogliere i candidati facendo da ciceroni, insieme alle associazioni locali.
I candidati “montanari” possono chiedere di visitare una o più delle località ospitanti, dove saranno accolti dal sindaco per conoscere il contesto. Le visite saranno programmate nei weekend dal 27 agosto a fine settembre, e ci sono già qualche centinaio di contatti.
Tutto questo un momento di generale spopolamento delle zone rurali, specialmente montane, che devono sapersi riprogrammare in chiave futura, intercettando la richiesta di spazi aperti, salubrità e stili di vita più naturali che emerge dalle aree urbane.
I sindaci
«Essere attrattivi significa essere disponibili ad ascoltare i bisogni di chi arriva e di chi già è qui e far star bene tutti. In montagna la solidarietà ha un valore radicato, che si fa fatica a spiegare a chi non la vive – spiega Anna Micelli, sindaca di Resia – Siamo contenti della risposta che sta avendo il progetto, che non intende svendere un territorio alla disperata ricerca di presenze, ma invece vuole costruire insieme un cammino con l’obiettivo di ripopolare la montagna di persone, pensieri, azioni e progetti».
Una terra di confine, quella dell’arco alpino friulano, che intende cogliere l’opportunità di divenire un ponte, per persone e progettualità: “Ci teniamo che il progetto vada a buon fine perché aumentando i residenti riusciamo poi a migliorare i servizi per tutti, compresi quanti già vivono sul territorio”, spiega Rosetta Facchin, sindaca Tramonti di Sotto.
“Crediamo in questo progetto – dice Luca Posterga, sindaco di Stregna – che è molto interessante, anche perché avvicina domanda a offerta con dinamiche innovative: proponendo un territorio e la propria comunità oltre che parlare semplicemente di immobili”.
“Il calo demografico c’è, ma non è un motivo per piangersi addosso – puntualizza Flavio De Antoni, sindaco di Comeglians – e Vieni a vivere in montagna è un bell’esempio che può essere pilota anche per altre realtà delle nostre vallate, c’è bisogno di persone che siano motivate a far parte di una comunità”.
“Chi decide di partecipare al progetto deve crederci e impegnarsi – spiega Francesco Nesich, sindaco Resiutta – noi ci stiamo impegnando da un po’ per far conoscere il territorio e se qualche famiglia nuova arrivasse sarebbe linfa vitale, al pari di chi possa portare nuove professionalità. Il progetto è innovativo perché avvia collaborazione nel dare e nell’avere, al di fuori da facili dinamiche di svendite di case a un euro”.
“Savogna crede molto in questo progetto – Tatiana Bragaglini, sindaca di Savogna – perché è un’opportunità da cogliere. I Risultati possono essere più o meno soddisfacenti ma resta l’obiettivo e l’azione svolta per far conoscere il territorio e integrare chi vi si approccia con il tessuto sociale. Non è un’agenzia immobiliare ma una comunità che spiega chi è e si propone per un’interazione”.
“È una iniziativa importante perché porta la speranza di rivitalizzare i paesi – conclude Giacomo Urban, Sindaco di Tramonti di Sopra – e c’è tanta gente che vuole uno stile di vita diverso dalla città. Il progetto penso potrà far si che ci sia qualcuno che possa veramente dare linfa alla valle”.
Montagna controcorrente
Il certosino lavoro di tessitura di rapporti comunitari, svolto per anni nelle valli alpine friulane dalla Cooperativa Cramars approda così, grazie al sostegno di fondazione Friuli e del protagonismo di sette amministrazioni comunali a questa proposta straordinaria, perché etimologicamente fuori da ciò che si ritiene consueto quando si pensa alla montagna come area interna impoverita: sette comunità accoglienti, a cominciare da sindaci e giunte comunali di Comeglians, Resia, Resiutta, Savogna, Stregna, Tramonti di Sotto e Tramonti di Sopra, le locali associazioni, enti, aziende e ciceroni locali che si mettono in gioco per offrire a chi vorrà andare a vivere in montagna una rete di informazioni su servizi, opportunità, contatti e chiavi di accesso per dare ciò che di più forte c’è in queste zone montane, ovvero la rete di relazioni. In una frase: si offrono i vantaggi delle aree rurali laddove esiste ancora un senso di comunità, senza i difetti: cioè senza l’isolamento.
Le candidature
Come ci si può candidare per diventare “Nuovi abitanti della montagna”? È necessario visitare il sito del progetto, scegliere una delle sette località disponibili, e quindi inviare una proposta di partecipazione motivando la scelta, raccontando la provenienza geografica, la composizione del nucleo famigliare, la tipologia di servizio richiesto alla “Comunità Accogliente”, e quindi inviare il tutto entro il 20 agosto 2023 ad uno dei seguenti indirizzi e-mail: angelapuppini@coopcramars.it oppure vannitreu@coopcramars.it. Entro il 15 settembre 2023, verrà fissato l’incontro con la Comunità Accogliente di riferimento.
Il cambiamento climatico, con l’innalzamento delle temperature medie, divenute spesso insopportabili in città e la conseguente maggiore appetibilità delle zone montane; la cresciuta consapevolezza dell’importanza di disporre di spazi meno densamente abitati e più salubri, in seguito alla pandemia; la diffusione di modalità alternative di lavoro, come lo smart working; il peso maggiore che si attribuisce al benessere, accessibile sulla porta di casa in montagna, dove pratiche come il “forest bathing” con passeggiate all’aria aperta sono pratica quotidiana, stanno rilanciando la montagna non solo come meta turistica, ma ambita per la vita. Se poi la montagna è quella friulana, integra, solo sfiorata dal turismo di massa, si capisce come il progetto “vieni a vivere e lavorare in montagna” possa ribaltare in “bello, ma… ci vivrei!”, l’abusato stereotipo: bello, ma non ci vivrei.
Stile di vita
“Il progetto”, si legge nel portale dedicato “è pensato per tutte quelle persone che ricercano uno stile di vita all’insegna della qualità, a stretto contatto con la natura, lontano dai grossi centri urbani e basato sull’appartenenza ad una piccola comunità accogliente. Le aree che partecipano al progetto possiedono infatti una comunità viva, disponibile, organizzata e soprattutto ospitale. Questi territori, e la comunità che li compone, si impegnano infatti ad accompagnare i nuovi abitanti nel processo di integrazione nella comunità locale con un percorso già stabilito ed in grado di creare delle relazioni stabili. Coloro che faranno richiesta per trasferirsi in una di queste aree, verranno affiancati da persone del luogo (ciceroni) che li aiuteranno a conoscere il territorio e le possibilità che offre”.
Per candidarsi a visionare una comunità e un alloggio è necessario rispondere alla “Call” specifica, rintracciabile nella sezione dedicata ai documenti e contatti. Alla scadenza della Call si potrà essere invitati a “provare a vivere” nel territorio di riferimento. Nel periodo di prova i partecipanti verranno affiancati dai “Ciceroni” ed assieme esploreranno il territorio e ciò che offre.
Al contempo resta possibile, per i rappresentanti di altre aree montane, candidarle a diventare “territorio accogliente” nei confronti di potenziali nuovi abitanti, attraverso la sezione “candida un territorio” sul sito vieniavivereinmontagna.it. Quello in corso, infatti, è un progetto pilota, aperto a tutti i comuni montani che vorranno aderire e che nel suo complesso intende immaginare nuove traiettorie di innovazione sociale per riabitare la montagna. Uno strumento che si affianchi a quanto le istituzioni, sia comunali che regionali, già mettono in campo in tema di politiche per la montagna, e che faciliti un approccio responsabile alle Terre Alte, dove il sogno di chi vuole diventare montanaro si traduca nella sua voglia di mettersi in gioco, nel confronto con la comunità di destinazione.
Si parla di #StorieaNordest. Potrebbero interessarti anche:
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