Caseificio Brazzale e le assunzioni over 60: “Una miniera di competenze”

Una miniera d’oro e di competenze. Roberto Brazzale, settima generazione alla guida di  Brazzale – la più antica realtà lattiero casearia italiana, base a Zanè (Vicenza) e produzioni consolidate in Italia, Moravia, Repubblica ceca, ma anche in Cina, per un totale di mille dipendenti – definisce così la fascia degli over 60. Suoi coetanei, sostanzialmente, assunti a tempo indeterminato negli ultimi anni.

Il primo è stato un ex compagno di scuola, ex Partita Iva in tutt’altro settore, altri se ne sono aggiunti, compresa un’amica d’infanzia che aveva chiuso un suo locale durante il Covid: «L’ideologia del welfare ci ha abituati a credere che i sessantenni non abbiano più nulla da dare al lavoro e che sognino solo la pensione. Ciò può essere vero per una parte, come per chi ha svolto lavori usuranti. Sono tuttavia  moltissimi quelli che desiderano continuare a lavorare e vivere pienamente, quando invece sono costretti all’angolo, espulsi dal mercato del lavoro o avviliti da attività proprie in crisi, pronti a nuove occasioni ricchi di competenze e di entusiasmo».

I numeri – quelli dell’Osservatorio regionale Mercato del Lavoro aggiornato a gennaio 2024 – dicono che in Veneto nel 2023 ci sono state 73.880 assunzioni nella fascia dei senior (oltre i 54 anni), in crescita rispetto alle 70.833 del 2022 e alle 59.865 del 2021.

Compagni di scuola

Le assunzioni over 60 in Brazzale sono iniziate con una autocandidatura: «Poco tempo dopo si è proposto il fratello di quell’amico e poi ancora altri – spiega Brazzale – In alcuni casi ho preso io l’iniziativa con persone che conoscevo, e hanno accettato. Quando la voce si è diffusa, le proposte sono arrivate a centinaia. Crediamo che guardare la carta d’identità sia una sciocchezza e che vada rovesciato il paradigma. A 60 anni oggi, a parte condizioni patologiche, se ci si è presi cura di sé si ha la forza dei 40, e c’è tanta voglia di imparare cose nuove e ripartire. In tutto questo non c’è evidentemente alcuna nostra ostilità verso i giovani, respingiamo l’idea di una loro presunta scarsa disponibilità, anzi: facendo convivere diverse generazioni nei reparti lasciamo che accada quello che è sempre successo, con i più anziani ed esperti che trasmettono le proprie competenze ai giovani».

Maternità e paternità

Brazzale, del resto, è una azienda giovane: quasi il 50% degli oltre mille addetti ha meno di 35 anni. Proprio per loro sono nate iniziative specifiche: «Tutto è iniziato quando mi sono accorto della difficoltà in cui si trovava una giovane dipendente. Alla fine è venuta a parlarmi: temevo mi rivelasse una malattia, invece era una gravidanza. Non è accettabile succeda questo, mi sono detto. Oltretutto, avendo l’esperienza del lavoro in un Paese molto civile come la Repubblica Ceca, dove il congedo per maternità può durare 3 anni».

L’azienda ha messo in campo subito uno stipendio premio per ogni dipendente, uomo o donna, che diventasse genitore, per nascita o per adozione: «Abbiamo anche iniziato a mandare loro un telegramma di felicitazioni: si fa con i lutti, ma non per le maternità o paternità: serve un segnale forte in un Paese che è caduto in un disastro demografico».

Infine, a titolo volontario, in Brazzale si può chiedere un anno ulteriore di congedo con una retribuzione di un terzo interamente a carico dell’azienda.

 

Si parla di #LavoroaNordest. Potrebbe interessarti anche:

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