Questo post viene scritto la mattina di mercoledì 22 ottobre. Parla di un giovane startupper che ha vinto un percorso di incubazione messo in palio dal premio Gaetano Marzotto, grazie a un progetto unico: costruire e vendere stampanti 3D a basso prezzo, per renderle un fenomeno davvero di massa. Tanto è giovane che, di mattina, va a scuola: perciò a raccontare l’impresa di Cesare Cacitti, 15 anni, studente di Dueville (Vicenza), è la madre Lidia.
La biografia del vincitore dice che «usando pezzi trovati in casa o recuperati poco lontano, Cesare ha costruito da solo la sua prima stampante 3D. Tempo di realizzazione: sette mesi». All’epoca aveva 13 anni, l’età in cui un teenager normodotato non mette insieme neanche una pasta in bianco, senza accurate istruzioni.
CHIODI E MARTELLO (VERI)
«Fin da piccolo ha avuto la passione di costruire e sperimentare, e noi lo abbiamo incoraggiato» racconta Lidia Zocche, mamma di Cesare. Più Piccolo chimico che mattoncini da assemblare, e a tre anni «aveva già un tavolo da falegname, con chiodi e martello veri, non giocattoli». Quando qualche dito faceva le spese della passione per il fai da te, «lui non diceva nulla, me ne accorgevo io dal colore delle unghie. Poi, facendo pratica, i bambini imparano, non si fanno male».
A sette anni, per un compleanno, è arrivato il kit di elettronica che «gli ha aperto un mondo», racconta la mamma: il suo negozio preferito è diventato la ferramenta del paese, ancora si ricordano del bambino che comprava di tutto. E a casa arrivavano le telefonate della biblioteca; Cesare deve avere sbagliato, ha chiesto un tomo di informatica, che cosa se ne fa un bambino?
I NO CHE AIUTANO A CRESCERE
Il bambino, a 8 anni, aveva visto un documentario sulla stampa 3D, allora agli albori. A 12 anni «ha iniziato a chiederci di avere una stampante, abbiamo detto no. È andata avanti così per un anno, io avrei anche ceduto per togliermi l’assillo, mio marito gli ripeteva che non serviva a nulla. Allora lui ha detto: e se prendessi il kit per costruirmela?». Vada per il kit.
Qualche componente è arrivato dall’Inghilterra, altri dalla Cina. Il pensatoio era la camera, ma la stampante è nata nel soggiorno di casa: il primo oggetto è stato un cubo, «ce lo ha mostrato una sera quando siamo rientrati, poi ha iniziato a cimentarsi con vasi e oggetti sempre più particolari», ricorda Lidia. Oggi il bagno vicino alla stanza di Cesare è diventato laboratorio, l’idea è stampare parte dei pezzi necessari al progetto di stampante 3D da montare in casa.
L’IDEA: STAMPANTI LOW COST
Il progetto di Cesare punta a permettere a chiunque, con un investimento di poche centinaia di euro, di avere a casa la propria stampante 3D. Un prodotto che permetterà, racconta il giovane startupper, «di mettere disposizione di un esteso pubblico le conoscenze di base del funzionamento di strumenti di produzione che possano operare con piccoli lotti di produzione o pezzi unici».
Oggi le stampanti tridimensionali sono strumenti costosi, proprio come le prime stampanti “tradizionali” su carta. La fascia bassa di prezzo va dai 400 ai 1.000 euro. Il 15enne vicentino intende mettere in produzione stampanti a basso prezzo, attorno ai 300 euro, in modo che possano essere facilmente acquistabili da giovani, appassionati, scuole.
INFORMATICA E PIANOFORTE
A proposito di scuola: molte menti geniali sono state poco valorizzate dall’insegnamento tradizionale. Cesare non è fra queste: «Ha scelto il liceo scientifico, Scienze applicate, è quello che fa per lui. L’inglese lo ha imparato cercando quello che gli interessava, scienze e fisica anche… Certo non ha molto tempo libero, spesso sono gli amici a venire da lui, ma trova il tempo per altre passioni: nuotare, suonare il pianoforte». Lidia, una cosa in cui sia negato c’è? (pausa lunghetta, nessun suggerimento va a buon fine, se serve si prepara anche da mangiare da solo…) «Ecco, il disegno a mano libera, quello non è proprio il suo forte».
Il premio “dall’idea all’impresa”, riservato ai giovani fino a 35 anni, consiste in un riconoscimento in denaro di 50mila euro destinati ad un unico vincitore e in 22 periodi di residenza all’interno di incubatori e acceleratori di impresa – Boox, Cesena Lab, Consorzio Arca, Digital Magics, FabriQ, Fondazione Filarete, H-Farm, I3P, Impact Hub, Industrio Ventures, Innovation Factory, JCube, LUISS Enlabs, M31, Nana Bianca, Polihub, Progetto Manifattura, Seedlab, Talent Garden, The Net Value, Trento Rise e Vega – con programmi mirati per trasformare le idee in impresa.