Oggi, 18 novembre, in quel Veneto parallelo dall’altra parte del mondo, è una giornata storica: il Talian, la lingua oriunda nata da una somma di dialetti perlopiù veneti, viene riconosciuta ufficialmente dalla repubblica federale, la prima lingua certificata come “patrimonio culturale immateriale” del Paese sudamericano.
La celebrazione si tiene a Serafina Corrêa, dove nel 1987 il prefetto Sérgio Antônio Massolini aveva promosso il dialetto veneto a lingua ufficiale (non senza polemiche per la ferita alla “sovranità nazionale”).
E proprio la lingua, con la tradizione, gli usi, i costumi, la musica, è il filo conduttore che unisce chi partì – in pochi decenni, tra il 1870 e il 1950, si parla più di un milione di persone, moltissimi giovani, padri ma anche intere famiglie, per l’80% da Veneto, Friuli VG, Trentino Alto Adige – con i discendenti che, oggi, tornano per studiare valori identitari all’università o per visitare i luoghi da cui partirono i nonni (come Raul Randon, che al paese dell’antenato ha regalato una nuova casa degli alpini, e già che c’era ha affidato più di una commessa ad aziende venete).
Nella tanto sognata “Mèrica”
Cercavano opportunità di una vita migliore: portavano con sé abitudini, canzoni, nomi e anche la nostalgia per la patria lontana, nella quale in molti non tornarono mai neanche in visita. Per questo oggi nel Sud del mondo si trovano città dal nome “nostrano”, come Nova Bassano, Nova Padova o Nova Veneza e cognomi quali Girardi e Marostica.
«Cari Amici Taliani del Brasile e Itália – scrive orgoglioso Paulo José Massolini , presidente della Fibra, federazione delle associazioni italo-brasiliane – TVA Vicenza ze drio far una importante transmission sora la LÉNGUA TALIAN in 18 11.2014 (Martidi) ore 20:30h italiana e ore 17:30h Brasiliana. El stesso programa sarà transmitio in 20.11.2014 (Zòbia) intel medìsimo oràrio. Sarà online. Par veder questa belìssima transmission bisogna trovar el sito www.tvavicenza.it. Un strucon».
Per sentire parlare Talian
E per rendersi conto di quanto sia fratello del vicentino, del trevigiano, del bellunese – basta cliccare interviste come questa su Youtube.
«A quei tempi si partiva e non si tornava mai indietro: ecco perché il ricordo restava così vivo» racconta Giorgia Miazzo, padovana, laureata in laureata in Scienze del linguaggio e perfezionatasi nelle università brasiliane UFSC di Santa Catarina e UERJ di Rio de Janeiro. Dai sui viaggi sono nati “Cantando in Talian” e “Scoprendo il Talian”, voluti per dare un metodo didattico alla trasmissione del Talian, e – ora che siamo alla sesta generazione – mettere al riparo la lingua, oggi parlata da quasi due milioni di persone, dai rischi della globalizzazione. Secondo le statistiche oggi in Brasile ci sono circa 25 milioni di discendenti di italiani: «Ho voluto raccontare la loro vita, i viaggi in nave, e il Veneto che hanno creato lì, dove invece della cuccagna hanno trovato tante difficoltà: tanto di cappello a quello che hanno saputo fare», racconta Giorgia, che venerdì 21 novembre 2014 alle 20.30 presenterà i due cofanetti a Montecchio Maggiore, Vicenza.
140 anni dopo
E sei generazioni dopo, il Talian è una lingua viva, certo contaminata dal portoghese, ma nell’isolamento di chi era arrivato si è sostanzialmente cristallizzata e mantenuta. Si scrive, ha una sua grammatica, un’ortografia, i giornali hanno pagine dedicate e un centinaio di radio trasmettono trasmissioni nell’idioma parlato non solo dagli anziani, ma anche dai ventenni che imparano dai nonni e vogliono tenere vivo il legame con la terra a 13mila chilometri di distanza da cui provengono. Anche se non sono mai stati qui.
«Parlare di un Veneto parallelo significa fare quasi 24 ore di viaggio per ritrovarsi fra persone che parlano la tua stessa lingua, la polenta in tavola, le carte da briscola. Ci si sente in una casa autentica che forse, qui stiamo perdendo».
Qui sotto, due pagine tratte dal libro “Cantando il Talian”, per esercitarsi un po’.