Dopo la serra delle fragole di Sofia, 22 anni, capace di raddoppiare la produzione (a proposito: conoscete tutte le opportunità del Psr, il programma di sviluppo rurale, in Veneto? Ha fatto nascere colture di piante tropicali in provincia di Padova) un’altra storia di giovane impresa verde.
“Tutto è possibile se ci credi, se ti impegni davvero. Io ho cambiato vita, mi sono rimessa a studiare, frequento corsi e leggo tantissimi libri, per imparare il mestiere che è stato di mio padre e farlo al meglio“. Elisa Zorzi, 33 anni, di Villafranca (Verona) ha una laurea in Scienze politiche, un master in proprietà industriale e lotta alla contraffazione; ha lasciato una carriera nel campo della proprietà industriale, con esperienze di lavoro a Bruxelles, per amore della campagna che suo padre Giuseppe aveva con amore coltivato fino a due anni fa. Poi, una mattina, è venuto a mancare ed Elisa, figlia unica, non ha avuto dubbi: ha messo da parte la giacca dell’ufficio e ha comprato gli stivali di gomma. Ed è salita sul trattore.
Il padre era un dottore agronomo che produceva piante di pesche e kiwi, vivaista di riferimento per tutti gli agricoltori del Villafranchese e non solo. Lei è partita da lì, ma per reinventare l’azienda. Così ha iniziato a piantare lo zafferano, annoverato tra le spezie più costose al mondo, originario dell’Asia minore, che trova sempre più spazio in cucina non solo nel famoso risotto alla milanese, ma anche nelle ricette di chef stellati come Gualtiero Marchesi. Lo zafferano trova anche ampio impiego nella nutraceutica: gli estratti di Crocus sativus, il fiore da cui viene ricavato lo zafferano, sono ricchissimi di sostanze preziose per l’organismo come antiossidanti, carotenoidi e vitamine. In particolare lo zafferano viene utilizzato in fitoterapia come un antidepressivo naturale, per alleviare stress, ansia, e in generale i disturbi dell’umore.
Elisa, che è entrata a far parte anche del Consiglio dei giovani di Confagricoltura Verona, in due anni ha capovolto totalmente la sua vita: “Mio nonno era agricoltore, e così mio papà, che però ha cercato di tenermi lontano da un lavoro che è fatto di fatica e sacrificio – racconta -. Così io mi sono laureata in Scienze politiche e poi ho fatto la specializzazione in politiche dell’Unione Europea, andando a fare esperienza anche a Bruxelles al Consiglio Ue e quindi a Roma al Dipartimento delle Politiche comunitarie. Poi ho fatto il master in proprietà industriale e lotta alla contraffazione, e ho subito trovato lavoro in uno studio di consulenza a Verona. Lì sono rimasta per cinque anni, finché, improvvisamente, è venuto a mancare papà. Non me la sono sentita di vedere tutto il suo lavoro andare in fumo e ho deciso di licenziarmi per prendere le redini dell’azienda, non solo a Villafranca ma anche in Turchia, dove papà da 20 anni produceva nettarine, nella zona di Efeso”.
A darle un grande supporto è stata la mamma Antonia, che già affiancava il marito nella conduzione dell’azienda agricola. Elisa così ha non solo iniziato a occuparsi dei campi, ma ha anche deciso di diversificare la produzione per dare nuovo slancio all’attività. E si è orientata verso lo zafferano, una coltura che sta riscontrando molto interesse sul mercato e che ha un ciclo breve, così che si possono vedere i risultati già nel primo anno. “I fiori sono viola, bellissimi. Gli stimmi sono rosso fuoco. Mi sono appassionata. Ho studiato, ho fatto corsi, sperimentazioni e coltivazioni pilota prima di iniziare – spiega -. In due anni ho allestito una piantagione di zafferano di 2.000 metri. Ho messo in piedi un laboratorio Ppl, cioè di Piccole produzioni locali, per lavorare il prodotto e confezionarlo. Infine ho sviluppato un packaging molto sfizioso. Il tutto firmato con il mio marchio, Zorzaff, che è la combinazione del mio cognome con zafferano. Sta avendo molto successo con aziende, ristoranti, botteghe e privati”.
Perfino nelle fasi della raccolta in molti, per curiosità, andavano da Elisa per vedere dal vivo le fasi della “sfioratura” di una coltura così poco conosciuta nella zona. La coltivazione dello zafferano parte ad agosto, con la piantagione dei bulbo-tuberi. A ottobre la fioritura e la raccolta, che durano circa un mese. “Tutte le mattine durante la fioritura, all’alba, vado a raccogliere i fiori quando sono ancora chiusi, poi li porto in laboratorio – dice -. Stacco i tre stimmi rossi che, adeguatamente essiccati, costituiscono la famosa spezia. È un lavoro pazzesco sia per la raccolta che la sfioratura, che si può fare solo a mano. Ci vogliono quasi 200 fiori per fare un grammo di zafferano. Tutte le fasi dalla raccolta all’essiccazione sono molto delicate e cruciali per la buona riuscita del prodotto finale”. Questo spiega l’alto costo del prodotto: un grammo di stimmi sul mercato può costare come un grammo di oro! E’ anche vero che si tratta di un prodotto con una altissima resa, bastano infatti pochissimi stimmi per creare piatti squisiti e particolari.
Lo zafferano di Elisa ha avuto il suo momento di gloria al Vinitaly, dove è stato utilizzato nello show cooking dei cuochi della riseria La Pila per preparare il risotto agli ospiti dello stand di Confagricoltura. Che hanno molto gradito il profumo delizioso della spezia. Lei è soddisfatta e vuole continuare su questa strada: “In Italia siamo pochi produttori, quasi tutti in Abruzzo e Sardegna. C’è ancora spazio per crescere e far crescere l’oro rosso sul nostro territorio, anche se continuerò a portare avanti l’azienda di famiglia nel segno della tradizione”.
Zorzaff è anche social: ha una pagina Facebook e tramite questa è possibile contattare la giovane produttrice (e acquistare il prodotto).