L’edicola di Walter Mutti era un chiosco ormai storico in Fondamenta delle Zattere, punto di riferimento per Veneziani e turisti, che lui e la sua famiglia hanno rilevato circa 25 anni fa.
Nella notte tra il 12 e il 13 novembre a causa dell’acqua alta straordinaria, in una notte da incubo con mareggiata e venti a 100 km/h, Walter ha rischiato la vita per salvare il salvabile, ma l’acqua ha spazzato via il chiosco e tutto il suo contenuto. Lui stesso ha raccontato su twitter, dove scrive come @walteredicola: “Io sto bene son riuscito ad uscire giusto giusto sono a pezzi. La pavimentazione deve aver ceduto. Non ho più l’edicola è volata in canale. Non c’è più nulla”. E qualche ora dopo: “Mi son svegliato e sto piangendo”.
Ora una raccolta fondi su GoFundMe punta a raccogliere 20mila euro per aiutare l’edicola a rinascere: in poche ore la raccolta ha superato un quarto della cifra, con donazioni anche dall’estero.
“Sono un forte sostenitore delle edicole, che per anni sono state importanti per la comunità, ormai minacciate dalla crisi e dal mondo digitale – scrive l’organizzatore del crowdfunding, Carlo Gardan -. Mi sono preso l’impegno personale di organizzare questa raccolta fondi, informando Walter che è impegnato nella gestione delle pratiche burocratiche causate da questa sventura che ha colpito anche altre attività economiche di famiglia. Sosteniamo i Veneziani e il loro lavoro. Venezia non è solo palazzi e canali. Anche un piccolo contributo è gradito”.
La solidarietà nei disastri è, per fortuna, sempre presente. Da segnalare anche quella di molti tassisti che, con il trasporto pubblico in tilt e molti pontili fuori uso, hanno offerto passaggi gratuiti a chi doveva muoversi. Fra loro Jacopo Codori, che ha affidato ai social questo messaggio: “Se a qualche veneziano serve un passaggio metto a disposizione la mia barca gratis contatti il 3496888876 condividere x piacere il più possibile. Hanno aderito anche altri tassisti, chiamate sempre quel numero se avete necessità”.
La storia recente del Veneto ha visto disastri naturali e ondate di solidarietà: nelle ore successive alla tempesta Vaia, ad esempio, è stata lanciata la campagna #comprabellunese a favore dei piccoli produttori di formaggi, miele e altri generi non solo alimentari. In seguito è stato messo a punto un vero catalogo solidale degli agricoltori dolomitici.
C’è stata anche una azienda che ha donato nuove motoseghe ai volontari impegnati a ripulire i boschi e ultimamente il legno degli schianti è stato usato da una startup per una molletta hi tech che segnala quando i cibi sono in scadenza. E a un anno dalla tempesta sono 16.500 gli alberi adottati in crowdfunding da cittadini, Istituzioni e privati di tutta Italia perché vengano piantati tra Veneto, Trentino e Friuli, nelle aree colpite da Vaia negli ultimi giorni dell’ottobre 2018.