Alitalia informa (domenica 8 marzo) che, a seguito del Decreto del Presidente del Consiglio (Dpcm) odierno con le nuove misure di contenimento della diffusione del Coronavirus (COVID-19), ha predisposto un piano di ridimensionamento dei voli da e per gli aeroporti di Milano (Linate e Malpensa) e Venezia, che si aggiunge alle razionalizzazioni già effettuate nei giorni scorsi per il calo dei passeggeri dovuto alle misure restrittive e alla minore propensione agli spostamenti.
Nel periodo indicato dal Decreto, quindi fino al 3 aprile, la Compagnia effettuerà le seguenti modifiche: da Milano Linate verranno operati, da domani, solo collegamenti nazionali, con una riduzione di frequenze sulle rotte servite, mentre le destinazioni internazionali saranno raggiungibili con i voli via Roma Fiumicino; da Milano Malpensa, con decorrenza 9 marzo, sarà sospesa l’attività dopo l’arrivo del volo da New York AZ605, con atterraggio previsto alle 10.40; infine, da Venezia la compagnia continuerà ad operare con un numero minore di frequenze i collegamenti da/per Roma.
I passeggeri coinvolti nelle cancellazioni potranno modificare gratuitamente le loro prenotazioni sui voli confermati o richiederne rimborso secondo le modalità indicate sul sito alitalia.com.
Il caso Trieste
Solo due giorni fa, il governatore del Friuli Venezia Giulia si era espresso sulla “decisione di Alitalia di tagliare il volo da Trieste Airport a Roma delle 7.00 e quello da Fiumicino a Trieste Airport delle 21.35, rendendo di fatto praticamente impossibile effettuare un viaggio a Roma in giornata. Rimangono infatti in vigore quello delle 11.10 (da Ts a Roma) e delle 17.30 (da Roma a Ts). Un taglio dannoso e illogico, che rischia di penalizzare pesantemente il Friuli Venezia Giulia nei collegamenti aerei con la Capitale, e tanto più inaccettabile nel momento in cui viene operato da una compagnia cui lo Stato non ha mai fatto mancare generosi contributi. Pur essendovi la consapevolezza per il momento di difficoltà che il Paese sta attraversando, va detto che se una riduzione del numero dei voli deve esserci, non può essere quella che impedisce, a chi parte per Roma dalla nostra regione, il ritorno in giornata in tempi ragionevoli”.
Come ha sottolineato il massimo vertice della Regione, molti dei viaggiatori che si imbarcano da Ronchi dei Legionari per Roma lo fanno per motivi di lavoro e hanno l’esigenza di ottimizzare il proprio tempo, senza essere costretti a un pernottamento che per altro andrebbe a incidere sensibilmente sul costo della trasferta.
L’Amministrazione regionale “si oppone pertanto con forza a una decisione che danneggia il Friuli Venezia Giulia e incide pesantemente sulla vita di chi, per lavorare, non può prescindere dall’usare l’aereo”.