“Siamo pronti a fare la nostra parte per permettere agli oltre 70mila studenti pendolari delle superiori del Veneto – ricordiamo che in via prudenziale la Regione ha chiesto alle scuole di attestarsi sulla percentuale del 50 per cento, nelle prime 3 settimane di febbraio – di rientrare a scuola in sicurezza lunedì 1 di febbraio, ovvero da quando gli istituti superiori riprenderanno con la didattica in presenza. Lo affermano Denis Pulita e Giambattista Danieli, rispettivamente Presidenti dei gruppi regionali di mestiere degli Ncc e Taxi della Confartigianato Imprese Veneto.
“La soluzione individuata dalla Regione Veneto di coinvolgere i Bus Operator privati è certamente positiva – affermano i due – come è positiva l’individuazione dei 244 addetti TPL (trasporto pubblico locale) di ausilio all’incarrozzamento sui mezzi (i cosiddetti steward).
A tal proposito – segnalano i due presidenti – sarebbe utile che il Prefetto prendesse una decisione anche sulla proposta – esplicitata via lettera da NCC e Taxi di Confartigianato Imprese Veneto a fine 2020 – sulla disponibilità offerta di mezzi e risorse per intervenire in caso di guasti di bus, impossibilità ad eseguire la corsa programmata per temporanea assenza del personale di guida o di condizioni meteo avverse, ecc. La richiesta di intervento potrebbe venire direttamente dal personale di terra e dagli steward preposti alla regolamentazione del flusso degli studenti, se opportunamente dotati di un apposito applicativo tecnologico da parte del gestore del servizio già oggi nella disponibilità dei vettori. Potrebbero così contattare il più vicino operatore sia esso Taxi o NCC per l’intervento. Attraverso la richiesta telematica del servizio sarebbe anche possibile gestire gli aspetti relativi al pagamento e fatturazione del corrispettivo e non da ultimo garantire il pieno tracciamento dell’utenza”.
“L’utilizzo di quasi 700 bus privati nelle sette province del Veneto – commenta Daniele Rigato, presidente dei Bus Operator di Confartigianato Imprese Veneto – dimostra il buon lavoro svolto. Come categoria lavoriamo a questo progetto di integrazione tra trasporto pubblico e trasporto privato dal settembre scorso anche per dare un aiuto concreto alle nostre imprese, ferme dal primo lock down e quindi da febbraio 2020 e che hanno ancora grossissime difficoltà a lavorare per le difficoltà nella programmazione, di gite organizzate, uscite scolastiche e per il crollo drammatico e totale dell’intero comparto turistico dovuta all’emergenza sanitaria. Una situazione difficile sulla quale i ristori, pochi e irrisori, incidono bene poco”.
“Siamo certi – concludono Rigato Pulita e Danieli – che far tornare in sicurezza gli studenti a scuola sia non solo un obiettivo strategico per la salute e l’istruzione dei ragazzi, ma anche un segnale positivo che questa pandemia può essere debellata. Un messaggio di speranza che porterebbe la gente a riprendere un po’ più velocemente la propria vita con tutto quello che ne deriva di positivo anche per l’economia”.
350 imprese
Sono 350 in Veneto le imprese che si occupano di trasporto di persone su gomma, iscritte nell’Albo Regionale, per un totale di circa 3mila mezzi destinati a scuolabus, minibus e servizi turistici di vario tipo. Di queste circa il 30% sono affiliate CNA Veneto, fa sapere l’associazione di categoria. Un altro comparto che a causa del Covid è praticamente fermo da un anno, con una perdita di fatturato calcolata tra l’80 e il 90%, in alcuni casi, completamente azzerato.
La proposta rivolta alla Regione Veneto e condivisa da parte di CNA Veneto con altre associazioni di categoria, in vista della riapertura delle scuole in presenza, mette a disposizione 700 mezzi a integrazione del servizio di trasporto pubblico degli studenti, all’incirca 100 mezzi per ogni provincia del Veneto, un quantitativo che bene risponderebbe alle esigenze.
«Noi ci mettiamo a disposizione per trovare soluzioni che possano aiutare i nostri comparti e la difficile situazione che stiamo vivendo– commenta il Segretario CNA Veneto Matteo Ribon. La sinergia tra pubblico e privato deve essere una modalità per affrontare la ripartenza».
«Nella situazione attuale – dichiara Massimo Fiorese, portavoce Regionale Trasporto Persone NCC Bus CNA FITA Veneto – un po’ tutte le provincie del Veneto si sono attrezzate per ripartire mettendosi a disposizione per il trasporto integrato. Anzi: si era già partiti per i dieci giorni nei quali le scuole erano state riaperte prima delle ulteriori restrizioni per contenere il virus che hanno riportato alla Didattica a distanza per le scuole superiori. Adesso siamo in attesa di capire cosa accadrà dal 1 febbraio, data nella quale nuovamente le scuole del Veneto dovrebbero essere riaperte. I mezzi sono già stati destinati; l’azienda pubblica ha già provveduto ad assumere temporaneamente del personale di terra per gestire l’afflusso degli utenti sugli autobus. È una importante azione di ripartenza che potrebbe dare una boccata di ossigeno ad un comparto drammaticamente colpito dagli effetti della pandemia».
Non solo le scuole, ma anche qualsiasi forma di trasposto turistico legato a gite, a carico di passeggeri dalle navi da crociera, dalle navette di servizio agli aeroporti, dai trasporti sostitutivi o integrativi alle corse ferroviarie. Tutto fermo da quasi un anno con costi di gestione delle flotte dei mezzi che continuano tuttavia a gravare sulle aziende. Un problema che è accentuato da alcune emergenze: prima tra tutte quella legata ad una mancanza di programmazione certa e di lunga gittata.
«La mancanza di programmazione è costosa – prosegue Fiorese –. Si appronta tutto e poi si riparte, ma per una manciata di giorni. Ogni giorno attendiamo input che poi vengono modificati o disattesi, quali ad esempio le normative sulla percentuale dei posti disponibili sui mezzi che variano non tanto per le dimensioni degli autobus – spesso uguali per dimensioni sia per il trasposto pubblico che per quello turistico – quanto per le normative riportate nelle carte di circolazione, diverse a seconda della destinazione d’uso dei mezzi.»
«Se il panorama è desolante, lo è ancor di più la previsione: purtroppo questa attività è legata solo ad alcune stagioni dell’anno – spiega ancora Fiorese – quali la primavera, l’estate e in parte l’autunno. Per le prossime stagioni non sembra ancora possibile fare programmi, dato che il Covid non pare lasciare la presa. Temiamo che si potrà parlare di una ripartenza non prima della Primavera 2022. Ecco che questa iniziativa che coinvolge pubblico e privato potrebbe ben rappresentare per il nostro settore una ripresa di fatturato del 25-30%, sul quale molte aziende del comparto fanno affidamento».
Intanto ovunque ci si organizza: in Friuli VG una circolare dell’Ufficio scolastico regionale ribadisce la decisione della Regione di riportare il primo febbraio in presenza il 50% degli studenti delle scuole superiori, ma senza vietare eventuali deroghe fino al 75%. E’ previsto anche l’ausilio di personale della Protezione civile per evitare assembramenti.
Una nuova piazza
Intanto, a Jesolo, il piazzale dei bus della cittadella degli istituti si rifà il look. In vista del riavvio delle lezioni in presenza, previsto per lunedì 1 febbraio, è stato deciso un intervento sul piazzale adiacente agli istituti superiori di via Perugia, da sempre al servizio di trasporto pubblico, gestito da Atvo. Un lavoro di squadra, che vede impegnati la Città Metropolitana di Venezia, il comune di San Donà di Piave e la stessa Atvo.
L’intervento ha previsto una complessiva sistemazione delle pensiline, ormai al degrado; lavoro eseguito da Atvo. Il Comune, da parte sua, si è presa in carico la realizzazione della nuova segnaletica orizzontale. Non ultimo l’intervento eseguito dalla Città Metropolitana sul verde che si trova a ridosso del piazzale e che necessitava di una sistemazione adeguata.
Dice il sindaco di San Donà di Piave, Andrea Cereser: “Gli studenti delle scuole superiori sono tra quelli che stanno pagando il tributo più alto in questi mesi di pandemia. Metterli nelle condizioni di tornare quanto prima alla didattica in presenza è l’obiettivo su cui dirigenti e insegnanti, Azienda sanitaria, comune di San Donà e azienda Atvo hanno lavorato in queste settimane con una stretta collaborazione. Grazie a tutte le persone che si stanno impegnando con generosità. Con la nuova viabilità c’è stato sicuramente un aumento della sicurezza. Di prossima realizzazione una nuova rotatoria, in prossimità dell’argine, per agevolare l’immissione su via Roma per chi proviene da via Sabbioni”.
E come anticipato nei giorni scorsi, Atvo ha deciso di affidarsi ad una società di vigilanza privata per il controllo delle aree di maggiore concentrazione di studenti, al fine di evitare gli assembramenti. “In questo momento così particolare e delicato, per la salute quanto per l’economia, è necessario aumentare ulteriormente l’attenzione, per evitare situazioni di assembramento”, sono le parole del presidente di Atvo, Fabio Turchetto. Le “guardie” saranno posizionate nei punti in cui si può creare maggiore assembramento. “Una presenza discreta e non invasiva, per aiutare al rispetto delle regole”.
Ci saranno 10 agenti (non armati) che saranno impiegati con il personale di controllo (altri 10 agenti) di Atvo. Saranno posizionati nelle autostazioni (San Donà, Portogruaro e Jesolo) e nei punti di arrivo agli istituti di San Donà, Portogruaro e Jesolo. Alcune di queste figure di controllo saranno presenti anche a Caorle, Oderzo, Mestre e San Stino
“Parallelamente – continua il direttore di Atvo, Stefano Cerchier – per evitare gli assembramenti ai punti vendita, invitiamo caldamente ad utilizzare i sistemi online per l’acquisto dei biglietti o per il rinnovo degli abbonamenti. Atvo sta mettendo in campo il massimo degli sforzi – conclude Cerchier – e continueremo così, perché il nostro impegno verso la collettività è sempre stato massimo: ma c’è la necessità di una collaborazione da parte di tutti”.