50 anni di fedeltà a Jesolo (e allo stesso albergo, l’hotel Cavalieri Palace), per la famiglia Marinoff, di Stoccarda (Germania). I coniugi Klaus e Perfidia Marinoff vennero per la prima volta in città nel 1973 e, da allora, non hanno più saltato un solo anno. Neppure in piena pandemia.
La loro storia, la loro voglia di vacanza, ma anche il loro amore nei confronti di Jesolo balzò agli onori della cronaca nel 2020, perché furono i primi turisti tedeschi a giungere qui, naturalmente sempre all’hotel Cavalieri Palace, appena vennero tolti i limiti di spostamento dalla Germania. Di loro ne parlarono in molti e in qualche modo furono il simbolo della ripresa. Così come l’albergo divenne per tutti “l’hotel dei tedeschi”, esso stesso emblema di un turismo che rialzava la testa, al punto che il governatore del Veneto, Luca Zaia, volle organizzare qua la prima conferenza stampa all’aperto (fuori dalla sede della Protezione Civile), annunciando una collaborazione con Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna per iniziative di promozione turistica.
Per questo la città ha voluto premiarli.
Grazie all’organizzazione del titolare dell’hotel, Antonio Vigolo, si è vissuto un momento di festa. Il sindaco ha consegnato ai coniugi Marinoff una targa con la dicitura: “Grazie per il vostro affetto verso la nostra città. Una gioia condivisa che ha abbracciato mezzo secolo. E grazie per essere stati testimoni e ambasciatori della rinascita”. Oltre a qualcosa che simboleggiasse la vacanza, dei teli mare griffati “Jesolo”. Il presidente dell’Associazione Jesolana Albergatori, Pierfrancesco Contarini, ha donato vino, naturalmente veneto, e il presidente del Consorzio JesoloVenice, Luigi Pasqualinotto, un libro storico-fotografico.
“La città è divenuta grande e continua ad esserlo – ha detto il sindaco Christofer De Zotti – grazie all’amore per i nostri turisti e dei nostri turisti, soprattutto stranieri. Questa fidelizzazione dimostra il grande valore e la capacità di fare impresa e ospitalità dei nostri imprenditori. E questo fa crescere la città”.
“Avere clienti che da 50 anni arrivano nella nostra località è fondamentale – il commento del presidente Aja, Pierfrancesco Contarini – ed è quello che ogni albergatore vorrebbe avere. Cosa serve per essere imprenditori dell’accoglienza? Capacità di unire queste due cose: la professionalità, che si può acquisire a scuola, così come facendo esperienza; ma anche la capacità insita, caratteriale che i grandi albergatori hanno, di sapere vendere la località, di sapere acquisire il cliente, coccolandolo, così come il cliente desidera”.
“La prima volta che siamo venuti – ricorda il signor Marinoff – era il 1973, consigliati dal fratello, che era già stato qua. E ci siamo tornati sempre perché amanti del buon cibo e del buon vino. Abbiamo amato fin da subito questa città, dove ci sentiamo a casa. Cosa ci spinse quella volta in pandemia? La voglia di tornare. Ricordo che prendemmo figli e nipoti e arrivammo qua. Da casa amici e conoscenti ci chiamavo per chiederci com’era la situazione e noi gli spiegavamo che non c’era alcun rischio, che potevano venire senza problemi. L’amore per Jesolo è stato più forte di ogni ostacolo”.
I coniugi Marinoff (87 lui, 88 lei) sono a Jesolo con i figli Caroline e Patrick ed i nipoti Maximilian, Tristan e Janick.
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