Sono stati riconosciuti per legge come “custodi del territorio”, e ora chiedono di esercitare quel ruolo con azioni concrete per fronteggiare il dissesto idrogeologico. I vignaioli affrontano il tema anche alla luce degli eventi delle ultime settimane, anche nelle aree del Prosecco.
Il ruolo
Il Parlamento ha di recente approvato una legge che riconosce all’agricoltore il ruolo di “custode dell’ambiente e del territorio”. FIVI – Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti – ha incentivato e sostenuto quel provvedimento, che di fatto conferisce ulteriore dignità anche alla figura del vignaiolo. Per voce del suo presidente nazionale, Lorenzo Cesconi, FIVI ha dunque sollecitato le Regioni ad adottare il testo attraverso un processo partecipativo di tutti gli attori del mondo agricolo, in modo che la figura dell’agricoltore “custode del territorio” non rimanga solo un’enunciazione formale ma possa realizzarsi concretamente.
Sullo stesso solco interviene la Delegazione FIVI di Treviso – che riunisce oltre 60 aziende agricole con più di 650 ettari complessivi di vigneto – portando il tema nello specifico delle caratteristiche della Marca Trevigiana, territorio che soffre di fragilità idrogeologica e nel quale smottamenti e frane sono numerosi e diffusi con particolare riferimento a quello collinare ricadente nell’area della Denominazione del Conegliano Valdobbiadene DOCG e dei Colli Asolani; in questo senso, la manutenzione e la messa in sicurezza delle aree richiede una seria progettazione e adeguate risorse finanziarie.
Il territorio
La provincia trevigiana è caratterizzata da colline, tra cui quelle del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene patrimonio dell’umanità UNESCO; un’area celeberrima per il suo paesaggio e per i suoi vigneti, ma la bellezza dei panorami non rende manifesto il rischio, purtroppo frequente ed esteso, di frane che si è recentemente tradotto in crescente emergenza, in primis, per il settore vitivinicolo. Quanti si trovano a lavorare in zone “eroiche” sono costretti ad affrontare un pericolo incombente, e non solo nei periodi di piogge persistenti, mettendo a repentaglio le loro colture e la loro incolumità.
Le frane sono fenomeni naturali che possono essere scatenate da una serie di fattori, tra cui intense precipitazioni, erosione del terreno, cambiamenti climatici. Tuttavia, le pratiche agricole e la mancanza di infrastrutture adeguate stanno esacerbando il problema, con conseguenti seri danni ambientali e, naturalmente, economici.
La proposta
Per i piccoli vignaioli si tratta di una vera e propria sfida; molti di loro non hanno le risorse finanziarie per investire in misure di prevenzione delle frane, come terrazzamenti, barriere di contenimento o sistemi di drenaggio. Inoltre, la natura frammentata della proprietà fondiaria rende difficile coordinare gli sforzi di protezione del territorio. In questo contesto diventa allora fondamentale l’intervento delle Istituzioni e della comunità nel suo insieme.
È necessario un approccio collaborativo che coinvolga tutti gli attori interessati: oltre ai vignaioli, i viticoltori che conferiscono le uve in cantina o a privati, le amministrazioni locali e regionale, gli esperti in materia ambientale e le organizzazioni agricole. Solo lavorando insieme sarà possibile affrontare efficacemente questa emergenza e proteggere il prezioso patrimonio vitivinicolo della provincia di Treviso.
“È urgente – afferma Massimo Collavo, delegato FIVI Treviso – che le Istituzioni prendano coscienza della situazione e agiscano con tempestività. I piccoli viticoltori sono il cuore dell’agricoltura trevigiana e senza il loro sostegno rischiamo di perdere non solo il nostro paesaggio ma anche la nostra identità culturale. Chiediamo un impegno concreto per garantire un futuro sostenibile al settore vitivinicolo”.
“Smottamenti e frane nei vigneti – aggiunge il vice delegato Maurizio Favrel – sono una minaccia seria per tutti noi, oggi promossi nel ruolo di sentinelle del territorio. Tuttavia alle parole è importante far seguire i fatti, che devono necessariamente tradursi in azioni concrete e coordinate, precedute da un preciso piano di programmazione strategica sulle aree maggiormente a rischio”.
In sintesi è imperativo promuovere la collaborazione tra tutte le parti interessate – Regione, Consorzi di Tutela, Associazioni sindacali di categoria – e destinare a questi interventi adeguate risorse economiche, per proteggere il territorio, l’incolumità di chi lo vive e lo lavora, e per preservare la ricchezza naturalistica e culturale della provincia di Treviso.
L’evento
L’argomento sarà anche al centro di un convegno tecnico che si svolgerà sabato 4 maggio 2024 alle ore 10:00 Presso l’Auditorium Santo Stefano di Farra di Soligo (TV) dal titolo “Emergenza frane nel territorio trevigiano. Azioni concrete per fronteggiare il dissesto idrogeologico. Dalle parole ai fatti”. Il convegno, che vedrà la partecipazione di docenti universitari, tecnici esperti, amministratori regionali e locali, si inserisce nel cartellone dell’ormai tradizionale evento primaverile della Delegazione FIVI Treviso, che quest’anno si chiamerà Vignaioli in Tour e ospiterà non solo i vignaioli trevigiani ma anche tanti colleghi da diversi territori italiani.
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