Tremila persone, in Trentino, coinvolte in un’operazione unica in Italia per dimensioni e importanza della spesa: 60 milioni, per lavori socialmente utili. Di questi, 48 milioni vanno al cosiddetto Progettone: tre milioni in più dell’anno scorso nonostante la spending review, 1.400 lavoratori raggiunti (erano 1.200 nel 2013) di cui 1.153 hanno un contratto a tempo indeterminato. Provengono dalle liste di mobilità nazionale o ex mobilità regionale, con un’età minima di 53 anni per gli uomini e 49 per le donne. Perché un’età minima? Perché così si accompagnano alla pensione, in modo produttivo, persone che sono state espulse dal mercato del lavoro ordinario e faticherebbero a inserirsi nuovamente.
«Non un lusso né una spesa passiva», ha sottolineato l’assessore al Lavoro Alessandro Olivi. E anche il territorio ne avrà beneficio: le tipologie di intervento previste per questi occupati vanno dal recupero e valorizzazione di zone di interesse ambientale al ripristino di arre vicine a fiumi, torrenti e laghi, dalle bonifiche di cave dismesse e discariche abbandonate alla realizzazione di piste ciclabili. E ancora: manutenzione mirata a prevenire calamità nei dintorni di centri abitati, arredo a verde di scarpate e svincoli stradali, spaziando dal risparmio energetico all’agricoltura alle reti idriche.
Non a caso la struttura provinciale a cui fa riferimento il “Progettone” (nella foto la la presentazione alle terme di Levico) oggi si chiama “Servizio per il sostegno occupazionale e la valorizzazione ambientale”, che, con altro nome, era attivo fin dalle crisi aziendali della fine degli anni ’80-primi anni ’90: praticamente uno degli strumenti principali con cui la Provincia dà attuazione alle proprie politiche del lavoro. Oltre 550 dei lavoratori ammessi saranno impiegati in lavori di ripristino e valorizzazione ambientale, mentre i rimanenti 850 presteranno la loro attività in attività culturali, turistiche o in servizi alla persona. Complessivamente sono quasi 200 i cantieri aperti per la manutenzione del territorio, in ognuno dei quali lavora una squadra tipo di cinque addetti.
I lavori interessano 121 Comuni, con il coinvolgimento di tutte le Comunità di valle trentine. Le opere di ripristino ambientale e le attività specialistiche sono invece eseguite da ditte locali, generando un ulteriore indotto sul territorio. Tra i progetti principali la gestione e manutenzione di 450 chilometri di piste ciclopedonali, e delle 250 aree di sosta lungo le strade provinciali. Squadre di lavoratori vengono occupate anche per gli allestimenti degli spazi espositivi di iniziative importanti, quali il Festival dell’Economia e la rassegna cinematografica dedicata alla Montagna. In occasione del Centenario della Prima Guerra Mondiale, le squadre del “Progettone” porteranno a termine il recupero di 22 tra manufatti e percorsi nelle aree che ospitarono lo scontro bellico, in particolare il Sentiero della Pace con i suoi 400 chilometri di sviluppo.
Per quanto riguarda invece i tempi di occupazione, 830 lavoratori sono impiegati per dodici mesi in attività Inps (supporto all’attività di custodia sorveglianza in strutture museali, centri educativi e culturali, servizi sussidiari alle attività delle biblioteche e alle attività culturali ad esse correlate, servizi di cura e vigilanza in parchi pubblici. I lavoratori impiegati in attività Scau (cantieristica), invece, sono 382 impiegati per 10 mesi e mezzo, 18 impiegati per nove mesi e mezzo e 170 impiegati per sei mesi.
Al Progettone si affiancano gli “Interventi 19 e 20.2” dell’Agenzia del lavoro trentina, con uno stanziamento di 12 milioni: sono misure di accompagnamento all’occupabilità per lavoratori deboli per il mercato del lavoro perché disoccupati di lunga durata, “anziani” con più di 50 anni, invalidi ai sensi della L. 68/99 o segnalati dai servizi sociali perché in difficoltà occupazionale. In questo caso, l’Agenzia favorisce l’instaurazione di rapporti di lavoro a tempo determinato attraverso la concessione a Comuni, Consorzi tra Comuni, Comunità di Valle e A.P.S.P. di contributi economici per attivare lavori di pubblica utilità.
L’investimento complessivo per il 2014 sale così a 60 milioni di euro, per una platea di oltre 3mila lavoratori trentini.