Un bambino ricoverato in ospedale perde la quotidianità alla quale è abituato, i propri punti di riferimento, è confuso e disorientato. Il gioco ha un ruolo fondamentale nella riduzione dello stress, e anche del dolore. Un gruppo di 17 studenti scelti fra le classi terze e quarte del Liceo scientifico Enrico Fermi di Padova ha collaborato con l’azienda ospedaliera della città – reparto di Pediatria – e ha realizzato la programmazione di un robot, battezzato Baby Goldrake, pensato per preparare i giovani pazienti, rilassare i più piccoli prima di un intervento medico o infermieristico, favorire uno stato d’animo più sereno che faciliti anche le terapie, e portare il gioco in corsia. Un caso inedito di alternanza scuola lavoro presentato a Verona, alla fiera Job & Orienta.
Qualche rimedio c’è già: la clown terapia ad esempio, portata dai volontari in ospedale per qualche sera alla settimana: i dati dicono però che i genitori sono presenti solo per una parte del tempo con i bambini, anche a causa del fatto che il 14% dei piccoli ospedalizzati resta ricoverato per oltre un mese, e gli adulti semplicemente non possono smettere di lavorare. In questo modo il 75% del tempo è trascorso in solitudine.
Il robot degli studenti può essere programmato con letture specifiche e approfondimenti, e può svolgere giochi che distraggono il bambino e facilitano il lavoro dei medici. Davanto al pubblico della fiera veronese, i ragazzi – Giovanni Desiderati e Giorgia De Fazio – hanno acceso il robot Nao, gli hanno fatto eseguire dei movimenti di ginnastica e – fra le risate del pubblico – anche le flessioni. Un bracciale al polso dell’operatore può trasmettere comandi e movimenti al robot, e c’è anche un sensore di onde cerebrali per percepire lo stress e aiutare il piccolo paziente nel rilassamento.
Per gli studenti è il frutto del lavoro a scuola, coordinati dalla prof Carla Gobbo, e delle mattinate in Pediatria, per capire quali fossero i problemi e le principali esigenze.
“Un’idea nata due anni fa – racconta Giovanni – con la partecipazione a una gara organizzata da una ditta francese che produce robot. Consisteva nel preparare alcuni giochi per bambini. Da lì abbiamo pensato che il progetto potesse avere una seconda utilità oltre al divertimento, e cioè aiutare i bambini in ospedale”. Il risultato dell’alternzanza scuola lavoro? In questo caso, vedere degli occhi illuminarsi.
L’ultima riforma della scuola ha reso l’alternanza una pratica strutturale, introducendone l’obbligatorietà per tutti gli studenti delle classi terze, quarte e quinte delle scuole secondarie di II grado: istituti tecnici, professionali e licei (il coinvolgimento di questi ultimi rappresenta un caso unico in Europa). I finanziamenti per attivare i percorsi sono saliti a 100 milioni di euro all’anno. Nell’anno scolastico 2015/16, il primo post riforma, sono stati oltre 652mila gli studenti in alternanza (+139% rispetto all’anno precedente).