Novantanove persone su cento, davanti al caos che regna nel garage di casa, abbassano la serranda ripromettendosi di mettere ordine, prima o poi. La centesima si chiama Ermanno Zanella, altoatesino 25enne, ex studente della facoltà di design ed arti all’università di Bolzano dove si è laureato circa cinque mesi fa.
«L’idea è nata in maniera molto semplice – racconta – Studiando design, un giorno ho deciso di sfruttare le officine dell’ateneo per provare a fare un paio di occhiali in legno per me. Dopo una ricerca in cantina, nella speranza di trovare del materiale da poter utilizzare, mi sono accorto che il locale era pieno di sci e snowboard. Ho ragionato sulla fattibilità del prodotto, ho discusso con i gestore delle officine della facoltà di design, e grazie al collaudato sistema di procedere per tentativi ed errori sono riuscito a realizzare i primi prototipi».
Prototipi che avevano bisogno di sempre maggiore materia prima: «Momentaneamente mi aggancio ad amici snowboarder freestyler, i quali rompono più di una tavola all’anno», spiega, ma le ambizioni sono ben altre: «Questo tipo di soluzione può bastare per le prime fasi, ma in futuro abbiamo in progetto di agganciarci ai noleggi, e alle industrie produttrici di equipaggiamento invernale, sfruttando i loro scarti industriali».
Ermanno parla al plurale: l’idea di impresa che ha in mente richiede soci, e mezzi, ma soprattutto un partner disponibile a capire le potenzialità del progetto e mettere in produzione eyewear made from recycled ski and snowboards: «I nostri occhiali da sole vengono ritagliati ed estratti da vecchi sci e tavole da snowboard. Il risultato finale è un prodotto sostenibile, leggero, unico ed inimitabile. All’inizio ci lavoravamo in università, con le macchine offerte dall’ateneo, poi mi sono autocostruito una fresa a controllo numerico con la quale ho realizzato i primi prototipi».
Tanto che sul sito c’è già la possibilità di prenotare gli occhiali, mentre su Instagram gli occhiali 100% Made in Italy/Alps possono già contare su oltre un migliaio di follower.
E qualcosa si muove anche con la ricerca di un azienda disponibile ad assumere il ruolo di partner industriale: Si il punto di incontro fra l’idea e il prodotto potrebbe essere la Meccatronicore, altra startup (questa volta trentina) che produce stampanti 3d e frese.
«Non è facile trovare qualcuno disposto a scommettere su una piccola startup di neolaureati, a investire un po’ di tempo nella ricerca e il perfezionamento per l’industrializzazione del prodotto. Noi però ci crediamo».
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