Colloquio di lavoro con stress: Ca’ Foscari spiega i nuovi metodi di selezione

Mezz'ora e più di anticamera per il colloquio di lavoro su appuntamento? Domande velocissime, incalzanti e quasi aggressive? Di punto in bianco l’intervistatore ti parla in inglese?
Tutto normale: l’azienda sta testanto il livello di resistenza allo stress del candidato all’assunzione, e anche la sua motivazione. Il servizio di placement dell’università Ca’ Foscari ha svolto un’indagine sulle nuove modalità di accesso al lavoro. Il 26 novembre all’ateneo si svolge il career day, punto di incontro fra aziende e aspiranti lavoratori. Con qualche consiglio utile a chi sta cercano un posto.

REGGERE LO STRESS – "Stressed interview" ai colloqui: è la metodologia di intervista ai candidati che si va diffondendo fra le aziende. Secondo un’indagine svolta dal servizio Placement dell’ateneo veneziano, il 21% di chi seleziona personale ha ammesso di ricorrere a questa strategia, insieme alle prove individuali o di gruppo su un caso aziendale (32%), a test di personalità (26%), a test di logica (21%) e a colloqui in lingua straniera (21%). A volte tutto insieme.
Dunque lunghe attese, atteggiamenti scortesi o provocatori possono essere fatti apposta per provare le reazioni in situazioni ostili. Conviene saperlo, per non cadere nel tranello. «Occorre mantenere la calma – consiglia Giulia Cinque, una delle operatrici di placement – ricordando che anche la sala d’attesa è un luogo di selezione. Già qui conviene spegnere il cellulare, e non lasciarsi andare a manifestazioni di nervosismo, perché c’è chi passa, osserva e magari riferisce».

LA GIORNATA – Martedì 26 novembre, nell’ateneo veneziano, va in scena il career day per i laureati cafoscarini: alle 11.30 apriranno i Desk aziende, alle 11.45 prenderanno il via le presentazioni aziendali di Pwc, Philip Morris Italia, Gruppo Lvmh e del Placement di Ca’ Foscari che si svolgeranno in Aula Baratto. Fra le aziende presenti multinazionali straniere e grandi aziende con base in regione: Came Cancelli Automatici, cameo, Deloitte, EY – Ernst & Young, Gi Group, Gruppo Calzedonia, Gruppo Coin, Gruppo LVMH, Moncler – Industries, Italia Lavoro, Jobadvisor, KPMG, Lidl Italia, L’Oréal Italia, Luxottica, Mazars, Pam Panorama, Philip Morris Italia, Prometeia, Protiviti, PwC, Reckitt Benckiser, Sace, Umana, Unilever.
Conviene andarci muniti di curriculum.

A PROPOSITO DI CV – Che cosa non deve mancare nel curriculum? Per il 71% delle aziende l’autorizzazione al trattamento dei dati personali, per il 63% le certificazioni linguistiche, per il 51% elenco degli esami sostenuti e descrizione del percorso di studi. Oltre la metà dei selezionatori ha rivelato di leggere sempre la lettera di presentazione. Le domande più frequenti che vengono poste nel corso di un colloquio sono:
66% Quali sono i suoi punti di forza e di debolezza?
63%Perché si è candidato per la nostra azienda?
49% Mi parli del suo percorso universitario

OCCHIO ALL’ERRORE
77% Il candidato non conosce l’azienda
63% Il candidato risponde a monosillabi
43% Il candidato presenta un abbigliamento inadeguato al contesto aziendale.
«Mai dare risposte evasive: è la situazione tipo in cui può partire una raffica di domande ad alta tensione», spiega Giulia Cinque. Andare al colloqui senza conoscere bene l’azienda, poi, è davvero rischioso: «Oggi ci sono i siti internet, i social, documentarsi è facile e spiana la strada al lavoro». E a proposito di social: il 26 novembre è anche la prima volta di Linkedin in una università italiana, proprio a Ca’ Foscari, dove il più importante social network dedicato allo sviluppo dei contatti professionali spiegherà come sfruttare le potenzialità di questo canale per cercare un lavoro 3.0.