Bolzano e la delocalizzazione, vincente, del campionato di hockey

C’è uno sloveno che segna il gol decisivo per una squadra italiana che vince il campionato austriaco. Sembra l’inizio di una barzelletta, e invece alla Volksgarten Arena di Salisburgo, il Bolzano ha effettivamente vinto il campionato di hockey: non quello italiano, quello austriaco. Per la precisione, a "prevalenza austriaca", perché la Coppa dell’Ebel è aperta alla partecipazione di alcuni Paesi europei. Ma nessuna formazione non austriaca aveva mai vinto, finora.



Spettatori_HCB_Salzburg_6_4_2014_Foto_Max_Pattis-HCBLa delocalizzazione dell’hockey era stata decisa per la stagione 2013/2014: in Italia il club altoatesino era già la squadra con il maggior numero di scudetti vinti, occorreva misurarsi con altri competitor (e la metafora sport-economia – vista da qui, dove molte aziende guardano con fastidio alle regole più chiare e alle maggiori opportunità dei rivali distanti pochi chilometri – non è così banale).

L’impresa del Bolzano – in terra vicina, ma straniera – è stata entusiasmante, tanto da far guadagnare a questo sport tifosi che mai si erano sognati finora di dissertare di puck e bastoni.
Venerdì sera la sconfitta in casa, al Palaonda, contro il Salisburgo: dopo due match point non sfruttati, pareva finita lì. Invece ieri, domenica, è arrivata una vittoria quasi insperata contro il team dei Red Bull, società che ha investito un budget molto più elevato della squadra italiana. Quanto più elevato? Diciamo che il budget dei Red Bull arriva agli 8 milioni di euro, quello del Bolzano è meno di un quarto, e si aggira attorno agli 1,8 milioni. Di fatto il Salisburgo è la squadra più ricca della lega, il Bolzano è una delle ultime tre (su 12) per disponibilità. Come a dire: Davide contro Golia.

TUTTI CONTRO – Anche le squadre entrano in crisi, e poi – a volte – ripartono. La società è stata rifondata nel 2000, con il nuovo nome di Hockey Club Bolzano. Ci sono voluti otto anni prima di ritornare a un successo, anni nei quali, dal punto di vista sportivo, le volpi bolzanine hanno pagato la concorrenza dei Milano Vipers.

GEPA_full_6412_GEPA-13041468002La scelta di delocalizzare il campionato, manco a dirlo, aveva sollevato in patria proteste e minacce di ricorsi: perfino i rivali erano sul piede di guerra. Sarebbe un po’ come immaginare la Juventus vincitrice della Premier League inglese o l’Mps Siena vincere il campionato spagnolo di basket. Paradossi sportivi, ma non azzardi: in passato si è già ipotizzato un "supercampionato" di calcio in grado di moltiplicare il giro d’affari dei maggiori club.

I CONTI TORNANO – Alla lega austriaca il Bolzano aveva guardato più volte in passato, prima di essere ammesso. Un campionato prestigioso, capace di garantire maggior livello e visibilità rispetto a quello italiano, anche in termini di ritorno: alla squadra servivano nuovi sponsor. E sono arrivati: il marchio Alto Adige/Südtirol ha – ovviamente – fame di visibilità nel mondo austriaco e mittel-europeo. Non a caso il presidente della Provincia Arno Kompatscher ha detto che «la squadra e la società hanno rappresentato nella maniera migliore possibile il marchio che portano sulle maglie».
Un innesto importante dal punto di vista economico ha riguardato la Feldschlösschen, birra svizzera del gruppo Carlsberg che per la prima volta ha portato il proprio marchio fuori dai confini elvetici.

BOOM DI SPETTATORI – Alla fine, oltre al trofeo, il Bolzano può contare su un bilancio positivo su molti fronti.
In Italia, nelle ultime stagioni, si arrivava a stento a una media di mille spettatori a partita. Quest’anno, durante la regular season (la fase prima dei play-off) ci si è stabilizzati vicino a quota 2.500 spettatori di media. Poi, nelle semifinali e in finale, un vero e proprio boom: 4.166 per gara1 contro il Villach, 5.366 per gara3 contro il Villach, in gara2 e gara4 di finale contro il Salisburgo doppio sold-out da 7.200 spettatori con maxischermi piazzati in tutta la città. Nelle due gare di finale contro il Salisburgo, il Bolzano ha incassato quasi 300mila euro.

Pance_Ziga_HCB_Salzburg_6_4_2014_PattisQuanto ai diritti televisivi, quelli della Ebel appartengono all’emittente austriaca Servus TV, che fa parte del gruppo Red Bull. Ogni società riceve una quota dei diritti TV che si aggira attorno ai 70mila euro. La Ebel è una lega "privata", gestita da un management sostenuto finanziariamente dai soci (ovvero le società). In prospettiva vi sono ulteriori possibilità di allargamento del campionato (ma non prima di due-tre stagioni) ad altre squadre ungheresi, ceche, slovacche, e anche italiane. Val Pusteria, Milano e Asiago si sono già dette interessate.

(nelle foto il pubblico e lo sloveno Ziga Pance, autore del gol-partita nell'ultima partita di finale)

SPIGOLATURE – La notizia dello scudetto altoatesino vale da cinque a zero righe sui principali quotidiani italiani di oggi (non sportivi). Su twitter, la notizia invece rimbalza in tutte le lingue, dallo sloveno allo spagnolo: Bolzano in paradiso, nella storia, fortissimi, impresa storica. E qualcuno ironizza: campioni d’Austria? Mi sono perso qualcosa con i movimenti secessionisti?

(Mille grazie al collega Michele Bolognini, grande penna dell’hockey)