Nell’ultimo numero di Topolino, in edicola, il Topo è alle prese con il mistero delle merendine mutevoli che, pur essendo ripiene di cioccolato, diventano alla crema e poi – per colpa di un atomo particolarmente mutevole e dispettoso, al gusto di senape, cartongesso, polistirolo, copertone.
Siamo a Trieste – c’è perfino la bora che soffia nei fumetti: wooosh! – nel centro di ricerca internazionale specializzato nello studio dei materiali attraverso la luce di Sincrotrone. Che esiste davvero.
“Ogni giorno qui effettuiamo decine di analisi, si va dalle radici delle piante alla forma dei virus fino ai microscopici fori nel legno dei violini”, spiega il direttore in giacca a scacchi riprodotto nei disegni di Lorenzo Pastrovicchio. Nella storia di fantasia – le merendine nazionali non sono a rischio! – il disegno della struttura triestina e le informazioni sono fedeli alla realtà, frutto anche della visita fatta nei laboratori dai giovanissimi reporter inviati sul campo da Topolino.
Ogni anno qui fanno tappa mille ricercatori da tutto il mondo, perché la luce di sincrotrone è uno strumento di analisi potente e permette di rivelare i dettagli della struttura e del comportamento di atomi e molecole per diversi ambiti.
Si possono elaborare modelli tridimensionali per valutare l’azione dei nuovi farmaci, studiare materiali innovativi come il grafene,
analizzare la microstruttura di opere antiche (è stato fatto con un violino del 1753) senza danneggiale per valutare i processi di restauro migliori, analizzare e osservare fenomeni con una risoluzione che tocca la scala del nanometro (milionesimo di millimetro).
“La luce consente di rendere visibili i dettagli più microscopici”, spiega il direttore a Topolino, e ha ragione (ma gli scienziati che litigano per tenere le sorprese degli ovetti di cioccolato, quelli, non ci sono). Perfino la mappa della struttura è simile a quella reale. Le fonti di luce a sincrotrone sono due: Elettra, un anello di accumulazione di terza generazione (nel fumetto gli elettroni ci fanno le gare di velocità), e Fermi, un laser di nuova concezione.
Qui ogni anno arrivano le proposte di ricerca da oltre 50 nazioni; vengono valutate sulla base del merito scientifico, ma anche delle potenziali ricadute. E c’è l’impegno a rendere pubblici i risultati ottenuti. Negli anni poi, Elettra ha avviato una intensa attività di trasferimento tecnologico tramite l’Industrial Liaison Office, che offre assistenza ad aziende (anche piccole e medie) e centri di ricerca privati. L’obiettivo complessivo è promuovere la crescita: culturale, sociale ed economica.
Le risposte a molte domande sulla natura profonda dei materiali messe a punto in Elettra Sincrotrone Trieste servono alla scienza, ma anche all’industria: come è fatta una proteina? Fino a che punto è possibile ridurre le dimensioni dei dispositivi elettronici? Quali e quante polveri sottili inquinano l’aria che respiriamo? Come produrre un impasto alimentare di alta qualità? Qui, ad esempio, per il settore alimentare è stato messo a punto il processo migliore per congelare e scongelare le brioche mantenendo intatta la fragranza. Per far questo, la bolletta della luce del centro – hanno scoperto i Toporeporter – sale a quasi sei milioni l’anno.
Elettra Sincrtotrone è una società consortile per azioni di interesse nazionale (legge 370/99) e ha per soci l’Area si ricerca scientifica e tecnologica di Trieste, la Regione Friuli Venezia Giulia, il Consiglio nazionale delle ricerche e Invitalia.
Due i contatti utili: per le aziende scrivere a ilo@elettra.eu
Per le visite di scuole o gruppi : visits@elettra.eu